Nel 2020 il Pil crolla dell’8,9%, debito-Pil balza al 155,6%

Istat: deficit-Pil sale al 9,5%, spesa consumi famiglie -10,7%

MAR 1, 2021 -

Roma, 1 mar. (askanews) – Crollo eccezionale del prodotto interno lordo nel 2020. Per effetto delle misure restrittive legate alla pandemia da Coronavirus, secondo i dati Istat, il Pil è diminuito, dell’8,9% in volume. Sempre nel 2020 il deficit-Pil è salito al 9,5%, a fronte dell’1,6% del 2019, mentre il debito italiano ha raggiunto quota 2.569.258 milioni pari al 155,6% del Pil. Una crescita di circa venti punti dal 134,6% del 2019.

Dal lato della domanda interna nel 2020 si è registrato, in termini di volume, un calo del 9,1% degli investimenti fissi lordi e del 7,8% dei consumi finali nazionali. Nel 2020 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è crollata in volume del 10,7% (+0,3% nel 2019). Sul territorio economico, la spesa per consumi di beni è calata del 6,4% e quella per servizi del 16,4%. In termini di funzioni di consumo le cadute più accentuate, in volume, riguardano le spese per alberghi e ristoranti (-40,5%), per trasporti (-24,7%), per ricreazione e cultura (-22,5%) e per vestiario e calzature (-20,9%). Le uniche componenti di spesa che segnano una crescita sono alimentari e bevande non alcoliche (+1,9%), comunicazioni (+2,3%), e abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili (+0,6%).

Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono scese del 13,8% e le importazioni del 12,6%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito negativamente alla dinamica del Pil per 7,8 punti percentuali. L’apporto della domanda estera netta è stato negativo per 0,8 punti e quello della variazione delle scorte per 0,3 punti.

Il valore aggiunto ha registrato cali in volume in tutti i settori: -6% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, -11,1% nell’industria in senso stretto, -6,3% nelle costruzioni e -8,1% nelle attività dei servizi.

Sempre nel 2020 la pressione fiscale complessiva, ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil, è risultata in aumento (al 43,1%). Le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono diminuite del 6,4% rispetto all’anno precedente. Le uscite totali delle Amministrazioni pubbliche sono cresciute dell’8,6% rispetto al 2019. In rapporto al Pil sono risultate pari al 57,3%. Al loro interno, le uscite correnti sono aumentate del 5,8% principalmente a causa della dinamica delle prestazioni sociali in denaro (+10,6%, +3,7% nel 2019), a loro volta guidate dal forte incremento degli assegni di integrazione salariale (Cig), passati da circa 800 milioni nel 2019 a oltre 14,5 miliardi nel 2020, dagli assegni e sussidi assistenziali (da 20,1 miliardi del 2019 a 34,6 miliardi nel 2020) e dalle pensioni e rendite (+6,6 miliardi, +2,4%).

Sul fronte dell’occupazione e dei redditi da lavoro, nel 2020, le unità di lavoro (Ula) sono diminuite del 10,3% per effetto della riduzione del 9,3% delle Ula dipendenti e del 12,8% delle Ula indipendenti. La flessione delle Ula ha interessato tutti i macrosettori: -2,3% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, -10,2% nell’industria in senso stretto, -8,7% nelle costruzioni e -11% nei servizi. I redditi da lavoro dipendente e le retribuzioni lorde sono scesi rispettivamente del 6,9% e del 7,5%.

Nel 2020 “l’economia italiana – è il commento dell’Istat – ha registrato una contrazione di entità eccezionale per gli effetti economici delle misure di contenimento connesse all’emergenza sanitaria. A trascinare la caduta del Pil (-8,9%) è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito un contributo negativo limitato. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato cadute marcate, particolarmente nelle attività manifatturiere e in alcuni comparti del terziario. La contrazione dell’attività produttiva si è accompagnata a una decisa riduzione dell’input di lavoro e dei redditi”.

L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche “ha registrato un netto peggioramento rispetto al 2019 per la caduta delle entrate e per il consistente aumento delle uscite, dovuto alle misure di sostegno introdotte per contrastare gli effetti della crisi su famiglie e imprese”.

Mlp