Stirpe: arriva piano Confindustria su sblocco graduale licenziamenti

Domani proposta al vaglio Comitato presidenza. Poi a sindacati

FEB 22, 2021 -

Roma, 22 feb. (askanews) – Uno scongelamento “graduale e progressivo” del blocco dei licenziamenti, in scadenza il 31 marzo, in modo da andare incontro alle esigenze di lavoratori e imprese. E’ in arrivo, domani, una proposta di Confindustria per lo stop graduale al divieto di licenziare. Il piano verrà sottoposto prima al vaglio del Comitato di presidenza e del Consiglio generale dell’associazione, poi sarà portato all’attenzione delle organizzazioni sindacali. Ad anticiparlo ad Askanews è il vicepresidente di Confindustria con delega alle relazioni industriali, Maurizio Stirpe, che illustra anche le priorità degli imprenditori in materia di riforma degli ammortizzatori sociali.

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo discorso al Senato per la fiducia, ha spiegato che è intenzione del Governo proteggere tutti i lavoratori e, sul fronte dei ristori, scegliere quali imprese proteggere e quali accompagnare nel cambiamento. Cosa pensa Confindustria di questa linea d’azione del nuovo Governo?

“E’ una linea ampiamente condivisibile. Noi non vogliamo in alcun modo che i lavoratori vengano lasciati indietro anche se, come imprenditori, sappiamo benissimo che il mondo dell’impresa è da sempre assoggettato a processi di ristrutturazione. Naturalmente il Covid non farà altro che accelerare questo processo. Per cui è giusto aiutare tutte quelle iniziative che hanno una possibilità, anche minima, di ristrutturarsi e di riposizionarsi ed avviare, invece, le attività che non hanno questa possibilità verso un processo ordinato di chiusura”.

Il blocco dei licenziamenti, che in Italia dura da marzo 2020, probabilmente andrà incontro ad una mini-proroga. Cosa pensa Confindustria di questa possibilità? Può emergere una posizione comune con i sindacati?

“Noi abbiamo elaborato una nostra proposta di scongelamento graduale e progressivo del blocco dei licenziamenti che chiederemo al nostro Comitato di presidenza e al nostro Consiglio generale di valutare nelle riunioni che abbiamo programmato per domani e dopodomani. Se otterremo condivisione su questa proposta ci piacerebbe sottoporla alle organizzazioni sindacali al fine di ottenere una loro valutazione nel merito. Parallelamente questa stessa proposta sarà fatta pervenire sia al ministero del Lavoro che al ministero dello Sviluppo economico e alla presidenza del Consiglio dei ministri. Vogliamo avere un’ampia diffusione su quelli che sono i nostri pensieri su questo tema. E’ una proposta che cerca di andare incontro alle esigenze delle imprese e dei lavoratori”.

C’è la volontà di ritrovare un dialogo con i sindacati per individuare un percorso comune in questo difficile momento per il Paese?

“La Confindustria non ha mai perso la volontà di confrontarsi con il sindacato su tutte le tematiche che afferiscono una relazione tra parti sociali. Se c’è stato un certo raffreddamento magari in un passato, più o meno recente, ciò non è stato certamente determinato dalla volontà di Confindustria”.

La riforma degli ammortizzatori sociali è sul tavolo del confronto aperto dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Quali, secondo Confindustria, le azioni prioritarie da intraprendere per modernizzare e rendere più efficiente il sistema italiano?

“Noi abbiamo fatto pervenire al ministro Orlando la nostra proposta di riforma del sistema degli ammortizzatori sociali che si concentra essenzialmente su due aspetti: la tutela della disoccupazione involontaria attraverso le assicurazioni sociali ossia la Naspi; il sostegno al reddito delle persone occupate in caso di riduzione o sospensione dell’attività di lavoro. Per quanto riguarda il contrasto alla disoccupazione involontaria noi riteniamo che la Naspi, oltre che a fungere come strumento di sostegno al reddito, debba avere una condizionalità e cioè debba essere associata, almeno in parte, ad un percorso di ricollocazione del lavoratore. Una parte dovrebbe essere erogata solamente perchè ci si trova nella condizione di essere disoccupati e la seconda parte, invece, perchè si fa un percorso che conduce alla ricollocazione. Per quanto riguarda, invece, il sistema degli ammortizzatori sociali è evidente che esso debba riguardare la riduzione o la sospensione delle attività di lavoro e avere come obiettivo la continuità del rapporto di lavoro. Se questo non fosse possibile, allora, l’ammortizzatore sociale deve puntare a formazione e outplacement del lavoratore. Sia la Naspi che gli ammortizzatori sociali debbono essere finanziati da tutti quelli che beneficiano poi dell’ammortizzatore sociale”.

Lo smart working, per effetto della pandemia, si è diffuso in diversi settori economici, pubblici e privati. Che futuro vede per questa modalità di lavoro? Va regolata con una legge o affidata alla contrattazione?

“Noi della pandemia dobbiamo salvare tutte quelle buone pratiche che ci hanno fatto scoprire che certe attività potevano anche essere svolte in modo diverso da quello che abbiamo seguito tradizionalmente. Dal momento che si tratta di problemi di carattere organizzativo delle singole imprese sarei più propenso, almeno in una prima fase, a far disciplinare lo smart working dalla contrattazione collettiva nazionale e dalla contrattazione di secondo livello aziendale”.

(Maria Luigia Pilloni)