Cosmetica: su fatturato 2020 (-12,8%) pesa Covid, e-commerce +42%

Farmacia e Gdo hanno tenuto, cali attorno al 2,5%

FEB 10, 2021 -

Milano, 10 feb. (askanews) – Impatto Covid sul settore della cosmetica nel 2020, con il fatturato globale in flessione del 12,8% e l’export giù del 16,5%. Solo l’e-commerce ha mostrato dati positivi: il suo valore ha raggiunto i 700 milioni (+42% rispetto al 2019), portando il retail digitale al quarto posto tra i canali di distribuzione, con un peso del 7,4% sul totale del mercato nel 2020. Sono i numeri che emergono dall’indagine congiunturale presentata dal Centro Studi di Cosmetica Italia.

Nel dettaglio, secondo i dati preconsuntivi 2020, il fatturato globale del settore ha sfiorato i 10,5 miliardi di euro (-12,8%), in calo anche i valori del mercato interno (-9,6%). Risentendo delle limitazioni e delle incertezze a livello internazionale, le esportazioni hanno raggiunto un valore di oltre 4 miliardi (-16,5%); vicino agli 1,9 miliardi il valore della bilancia commerciale.

L’analisi dell’andamento dei canali distributivi evidenzia le dinamiche di reazione alla pandemia, condizionate dalla specializzazione di riferimento oltre che dalle limitazioni che li hanno riguardati. I canali professionali, acconciatura (-28,5%) ed estetica (-30,5%), risentono delle chiusure forzate del primo lockdown, oltre che – per l’estetica – delle ulteriori restrizioni per area geografica con riferimento alle regioni in zona rossa. Pesanti contrazioni si registrano anche nelle vendite dirette (porta a porta e per corrispondenza) che chiudono l’anno a -30% rispetto al 2019; condizionata dalle nuove modalità di acquisto che hanno spostato i consumi verso altri canali, la profumeria raggiunge un -27%. Segnali di difficoltà arrivano anche dall’erboristeria (-26%), con andamenti diversi tra monomarca e punti vendita tradizionali.

Farmacia e grande distribuzione sono invece i canali che, seppur con dati in contrazione, hanno contenuto i cali. La farmacia chiude infatti il 2020 con un trend attorno al -2,5%, analogamente alla grande distribuzione. Quest’ultima continua a rappresentare oltre il 41% dei consumi cosmetici.

Le prospettive per il 2021 sono tuttavia in crescita grazie all’indispensabilità del cosmetico e alla capacità di adattamento dell’industria che ha saputo reagire, consegnando saldi finali meno critici di quanto previsto, nonostante i segni negativi. “Le prospettive di ripresa per il 2021, seppur distanti dai valori del 2019, sono legate alla natura anticiclica del comparto. Il cosmetico è infatti un bene indispensabile, come la stessa pandemia ci ha ricordato – ha commentato Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia – Lo scorso anno abbiamo assistito a una accelerazione nel cambiamento dei modelli di comportamento, alla ridefinizione degli equilibri internazionali e all’evoluzione dell’organizzazione del lavoro e delle relazioni personali: fenomeni che verosimilmente si sarebbero concretizzati nel medio periodo. Le imprese sentono da un lato la spinta alla ripartenza, dall’altro hanno però bisogno di nuove e solide condizioni per potersi realizzare, accompagnate da un piano governativo capace di affiancarle, anche in termini di promozione del Made in Italy, sul piano dell’innovazione, della digitalizzazione e dello sviluppo sui mercati esteri”.