A dicembre crollo dei consumi nella ristorazione: -66,8%

Osservatorio Confimprese-EY: nel 2020 ha subito un crollo del 46,8%

GEN 19, 2021 -

Roma, 19 gen. (askanews) – Un annus horribilis che si è concluso con un dicembre pessimo. Secondo la fotografia dell’andamento dei consumi nella ristorazione fatto dall’Osservatorio permanente Confimprese-EY sui consumi di mercato, per la ristorazione (ma non solo), nel dicembre 2020 si è registrato un calo drammatico dei consumi rispetto allo stesso periodo del 2019, con un crollo del 66,8%. E’ proprio quello della ristorazione, insieme al travel (-67,1%) il settore che a dicembre ha subito i danni peggiori per gli effetti delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid 19, visto che l’abbigliamento ha chiuso con un (comunque pesantissimo) -45%, il non food al -29,3%.

Nel dettaglio, l’intero 2020 chiude con un calo dei consumi complessivo del 38,9% rispetto al 2019, con la ristorazione in maggiore sofferenza a -46,8%, seguita dall’abbigliamento a -38,3% e altro non food a -26,9%. Centri commerciali e outlet crollano per effetto del protrarsi delle restrizioni che li obbligano alla chiusura nel weekend, con simmetrico aumento di traffico e assembramenti nei centri città. Effetto negativo che si ripercuote sull’aggregato di dicembre fermo a -54,7% e -41,1% su base annua.

Sul crollo della ristorazione a dicembre, la ristorazione paga il prezzo più alto dovuto all’effetto boomerang delle chiusure nel weekend. L’andamento disastroso a -66,8% la relega a maglia nera dell’intero comparto retail.

“Con un mese di dicembre a -46,6% – spiega Mario Maiocchi, direttore centro studi retail di Confimprese – si chiude l’anno più difficile per il retail non food e ristorazione. Il totale anno a -38,9%, con punte -46,8% per la ristorazione e -59,7% per il canale travel, preannuncia pesantissimi effetti sui bilanci delle aziende del settore con conseguenti presumibili ricadute su occupazione e investimenti”.

E le prime indicazioni sui primi 10 giorni di gennaio, con un calo di traffico nei centri commerciali intorno al -50%, “non danno segnali di miglioramento nel breve periodo. Sono sempre più necessari e urgenti interventi di supporto al settore con particolare riferimento alla tematica degli affitti che, con cali di fatturato di tale entità, non possono e non devono rimanere un costo fisso che rischia di travolgere anche aziende sane e conáopportunità di crescita e occupazione nel medio periodo”.

Apa MAZ