Recovery fund, Gentiloni: avanti anche senza Polonia e Ungheria

In primavera rivedremo regole su percorso riduzione debiti Stati

DIC 4, 2020 -

Bruxelles, 4 dic. (askanews) – Il veto di Ungheria e Polonia va superato, bisogna andare avanti con il recovery plan “Next Generation EU” anche senza di loro, se occorre; e la situazione deve essere sbloccata entro pochi giorni, al vertice Ue del 10-11 dicembre. Inoltre, le regole del Patto di stabilità vanno riviste, in primavera si discuterà come adattarle alla nuova situazione (con gli Stati membri molto più indebitati a causa del Coronavirus), differenziando i percorsi di riduzione a tappe forzate dei debiti oltre il 90% del Pil e rafforzando gli investimenti pubblici. Ma non esistono ipotesi di cancellazione del debito, come per i paesi più poveri dell’Africa.

E’, in estrema sintesi, quanto ha detto oggi il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, intervenendo in collegamento da Bruxelles, alla videoconferenza “Mediterranean Dialogues” organizzata dall’Ispi.

La sospensione del servizio del debito pubblico pagato dai paesi più poveri, soprattutto in Africa, a cui si sta lavorando nel quadro del G20 e del Fmi non ha niente a che vedere con la situazione dell’Ue, dove non sono discussione ipotesi di cancellazione del debito da parte della Bce, ha puntualizzato Gentiloni, all’inizio del suo intervento, rispondendo alle domande sull’argomento.

“Il debito pubblico dell’Eurozona – ha osservato il commissario – salirà al 103%-104% del Pil nel 2020-2021. L’anno prossimo discuteremo di come le regole possono essere riviste. Avevamo una revisione già in corso”, prima della pandemia, e “la riprenderemo l’anno prossimo”. Discuteremo, ha precisato, “di molte cose: il percorso di riduzione del debito, la possibile differenziazione di questo percorso, la possibilità di rafforzare gli investimenti pubblici. Ma tutto questo non è collegato a cose come la cancellazione del debito, di cui discutiamo per i paesi poveri dell’Africa, e non per gli Stati membri dell’Ue”.

In questo momento, ha continuato Gentiloni, “le mie priorità, che voglio condividere con la Commissione e con i miei colleghi sono tre”. La prima è che “gli stati membri devono mantenere politiche fiscali di sostegno alla ripresa in tutti i paesi, anche quelli con alti livelli di debito pubblico, i quali naturalmente devono anche guardare al medio-lungo termine; ma questo non significa che debbano ritirare prematuramente le politiche di sostegno, non siamo ancora fuori dai guai”.

La seconda: “Dobbiamo superare il veto di un paio di paesi. Ma siamo fiduciosi che supereremo questo veto nei prossimi giorni. E in ogni caso noi andremo avanti con il ‘Next Generation EU'”.

La terza: “Stiamo lavorando molto, e continueremo a farlo ancora di più nelle prossime settimane, sulla qualità dei piani nazionali di recovery e resilienza che sono stati presentati dagli Stati membri”.

Queste, ha spiegato Gentiloni, “sono le priorità per le prossime settimane, e poi ci saranno le ratifiche”. Più tardi, “la prossima primavera, penso che aggiungeremo a tutto questo altre due cose. La prima è la revisione delle politiche di bilancio. Naturalmente non cambieremo il Trattato, o almeno questo non è nel mio campo d’azione, anche se poi vedremo quali modifiche saranno chieste dalla Conferenza sul futuro dell’Unione”.

Quello che possiamo fare, ha spiegato il commissario, “è non solo interpretare, ma anche cambiare la legislazione sul percorso di riduzione del debito, sui metodi applicati, sulla durata del percorso verso gli obiettivi iscritti nel Trattato. Abbiamo già avuto alcune proposte, specialmente quelle dello ‘European Fiscal Board’, su come cercare di gestire la nuova situazione con un debito pubblico così alto, e come incoraggiare gli investimenti pubblici. E dobbiamo discutere – ha ripetuto – su come la regola del debito possa essere adattata, senza cambiare il Trattato, alle nuove situazioni di alto debito debito pubblico che dovremo affrontare nei prossimi anni”.

La seconda questione è quella delle emissioni di debito comune ripagate con le nuove “risorse proprie” del bilancio Ue. “Con le nuove risorse proprie – ha ricordato il commissario – dovremo ripagare fra il 2026 e il 2056 il debito comune che stiamo emettendo con obiettivi comuni. E lo stiamo già emettendo: per ‘Sure'”, il fondo Ue per il sostegno ai sistemi nazionali di cassa integrazione. E’ “uno strumento molto importante, di cui sono molto fiero, che siamo riusciti a mettere a punto insieme al collega Nicolas Schmit (il commissario agli Affari sociali, ndr). Per finanziarlo, abbiamo già emesso in un mese 41 miliardi di euro di ‘social bond'”.

“In effetti – ha sottolineato Gentiloni – abbiamo un nuovo ‘safe asset’ denominato in euro. E questa serie di emissioni non ha avuto influenza negativa sui titoli di Stato più deboli: abbiamo visto che dall’Italia, al Portogallo, alla Grecia, i bond hanno livelli bassissimi di tassi di interesse, nonostante il fatto che c’è un nuovo emittente di titoli di debito nel mercato finanziario”.

“Insomma abbiamo un sacco di cose da fare, e naturalmente questa discussione sulle regole di bilancio sarà cruciale. Vorrei che si svolgesse non nelle prossime settimane, ma magari meglio nella prossima primavera-estate. Meglio evitare che si sovrapponga alla crisi che stiamo affrontando adesso”.

Per quanto riguarda l’attuale stallo del bilancio comunitario pluriennale e del “Next Generation EU”, presi in ostaggio dal veto di Polonia e Ungheria per bloccare il meccanismo sulla stato di diritto, Gentiloni ha osservato che “non abbiamo molto tempo; il momento giusto” per cercare di sbloccare la situazione “è la settimana prossima, al Consiglio europeo a Bruxelles” del 10 e 11 dicembre.

“Personalmente – ha detto il commissario – sono sempre stato fiducioso che alla fine supereremo questo veto. Bisogna chiarire che: 1) lo stato di diritto non è un optional, per niente; 2) Ungheria e Polonia hanno un grande bisogno di questi strumenti, il ‘Next Generation EU’ e il bilancio comunitario, entrambi; 3) il fatto che abbiamo ora in esercizio la presidenza di turno tedesca del Consiglio può essere un buon vantaggio nella ricerca di una soluzione”.

“Naturalmente – ha avvertito – noi non ci arrenderemo al veto. Questo deve essere chiaro a Ungheria e Polonia. Ma sono ancora fiducioso che lo supereremo. Come? Le via della diplomazia sono molto diverse. Per fortuna non sono io che sto discutendo di questa possibile soluzione. Credo che siamo stati chiari verso questi Stati membri, che se occorre – ha sottolineato – andremo avanti senza di loro; ma siamo fiduciosi – ha concluso – che alla fine potremmo avere un accordo”.