Dombrovskis: se la recessione peggiora l’Ue è pronta a reagire

"Ma la priorità è il Recovery Fund, vogliamo far partire soldi a primavera"

OTT 21, 2020 -

Roma, 21 ott. (askanews) – Per rilanciare le economie europee basteranno i 750 miliardi del Recovery Fund approvati a luglio, in un periodo in cui il peggio sembrava ormai alle spalle? “Se necessario siamo pronti a reagire con nuove proposte”, assicura Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione europea, in una intervista alla Stampa. Ma ora, dice, l’im-portante è far partire al più presto il “vecchio” piano: Bruxelles spera di poter erogare i primi fondi “entro la fine della primavera”, ma è necessario che l’iter legislativo si concluda al più presto. E al momento i negoziati sono in fase di stallo.

“La priorità in questo momento è far partire il piano. Perché bisogna ancora finalizzare il processo legislativo, ratificare la decisione in tutti i parlamenti nazionali, i governi devono ancora disegnare i loro piani nazionali… Stiamo parlando di un pacchetto considerevole: 1.800 miliardi tra il bilancio Ue e il piano Next Generation Eu. Per questo è importante che i soldi arrivino alle economie. Certamente continuiamo a monitorare la situazione da vicino e restiamo pronti a reagire con nuove proposte, se necessario”, afferma.

“Noi speriamo di essere in grado di erogare i fondi nella prima parte del 2021, entro la fine della primavera. Ma per far sì che ciò accada è importante che il processo legislativo si concluda. Per questo faccio appello al Consiglio e al Parlamento Ue affinché si arrivi a un accordo rapidamente: l’economia Ue ne ha bisogno. Sollecito poi i governi a ratificare la decisione. Il tempo stringe: prima arriveranno i soldi e meglio sarà per le nostre economie”, rileva.

“Il Recovery Fund arriva dopo altre misure decise per una risposta immediata alla crisi: Sure, il fondo della Bei, l’ini-ziativa per riprogrammare i fondi Ue e il Mes. Si tratta di strumenti già a disposizione, pronti ad aiutare gli Stati. La linea di credito del Mes è fatta su misura per questa crisi. Non ci sono condizionalità e l’unico prerequisito è che i soldi siano usati per spese sanitarie dirette e indirette. Spetta ai singoli governi dell’Eurozona decidere se utilizzarla: in caso di necessità, i soldi sono già a disposizione”, sottolinea Dombrovskis.

luc/sam