Venezia, Santi (Port community): soluzioni per convivenza Mose-porti

Ieri sospese attività portualo per 9 ore, 14 navi coinvolte

OTT 4, 2020 -

Roma, 4 ott. (askanews) – La comunità delle imprese e delle aziende portuali scende in campo sulla convivenza fra le barriere contro l’acqua alta e la piena operatività dello scalo marittimo

Venezia ha vinto il primo round contro l’acqua alta e alla faccia delle troppe Cassandre che circolano in Laguna il Mose ha funzionato. Ma proprio per questo è necessario non perdere oggi la rotta e ricordarsi che se il Mose funziona, ciò accade anche grazie alla disponibilità al sacrificio, presente e futuro, delle attività economiche portuali di Venezia e Chioggia, delle sue imprese e dei suoi lavoratori. Nella giornata di ieri – riporta un comunicato della comunità portuale – le attività portuali sono state completamente sospese per 9 ore con circa 14 navi coinvolte, conseguenti gravi ritardi e danni economici. Già da domani sarà indispensabile e urgente trovare le soluzioni tecniche e operative migliori che consentano proprio al porto di continuare a svolgere quella funzione strategica essenziale che svolge per tutto il nord est e per Venezia.”

Per Alessandro Santi, coordinatore della Port Community di Venezia, la prima vera sperimentazione del Mose non solo deve riempire di orgoglio i veneziani e gli italiani in genere, ma deve anche fornire alle Istituzioni, locali ma in particolare nazionali una conferma: bravi tecnici, e in Italia non mancano, possono risolvere e ovviare ai danni che una politica incapace di ascoltare e decidere, talora anche corrotta, ha prodotto e non deve più continuare a produrre. “Esiste un parallelismo fra il Ponte Morandi di Genova e il Mose di Venezia: in entrambi i casi – ha sottolineato Santi – una gestione commissariale liberata, almeno in parte dai lacci burocratici e dalla pressione della politica, che ascolta i tecnici, riesce a riprodurre quel miracolo straordinario che ormai credevamo fosse confinato negli anni 60 di una Italia industriale e operosa”.

Secondo il coordinatore della Venezia Port Community, “Non è un caso che tale miracolo si sia riproposto a Genova e Venezia, le due Repubbliche marinare che più di ogni altro territorio italiano avevano costruito la loro fortuna sull’autonomia e sulla capacità di agire. Capacità – ha concluso Santi – di cui oggi si avverte un bisogno cogente in laguna per rendere possibile e foriera di risultati positivi la convivenza fra il Mose e l’attività di un porto che oggi necessita di scelte urgenti e non derogabili a partire dalle misure per garantire l’accesso permanete agli scali grazie un sistema di conche idonee e funzionanti e ad un porto di altura per i traffici che, in prospettiva, saranno incompatibili con il porto regolato”.