Cos’è emerso oggi dalla Banca centrale europea

Confermata la linea espasiva e attenuata la previsione del crollo del Pil

SET 10, 2020 -

Roma, 10 set. (askanews) – Previsioni leggermente meno fosche e misure di politica monetaria confermate alla Bce, al primo Consiglio direttivo dopo la pausa estiva. Un direttorio che, come da attese, ha confermato l’impostazione fortemente espansiva della politica monetaria nell’area euro, decisa per contrastare gli effetti della crisi pandemica sulla stabilità dei prezzi. A questo scopo l’istituzione ha innanzitutto mantenuto a 1.350 miliardi di euro l’ammontare del programma di acquisto di titoli per l’emergenza Covid (Pepp), ribadendo l’intenzione di proseguirne gli acquisti netti “almeno fino a giugno 2021” e “finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus”.

Confermati, poi, tutti i livelli dei tassi di interesse nell’area euro: zero sulle operazioni principali, 0,25% sulle operazioni marginali e meno 0,50% (tasso negativo) sui depositi presso la stessa banca centrale. Infine, ribadendo che continuerà a fornire abbondante liquidità attraverso le proprie operazioni di rifinanziamento ai mercati, il Consiglio ha anche riaffermato che “resta pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito, in linea con il suo impegno alla simmetria”.

Qui si è vista una prima novità, anche se solo nel resoconto scritto letto in conferenza stampa dalla presidente Christine Lagarde (e non nel primo comunicato del Consiglio): è stato infatti inserito un riferimento al tema dei cambi valutari tra i fattori che verranno monitorati in merito alle decisioni future.

Perché è evidente che i recenti apprezzamenti dell’euro possono creare ulteriori spinte deflazionistiche, che complicherebbero una situazione già non semplice.

La novità più rilevante ha però riguardato le previsioni aggiornate dei tecnici della Bce. Hanno ammorbidito le previsioni sul crollo del Pil di quest’anno, conseguente alla crisi pandemica: ora è atteso un meno 8% nell’area euro, a fronte del meno 8,7% indicato tre mesi fa. La stima sul recupero 2021 è stata limata al più 5%, dal precedente più 5,2% e quella sul 2022 al più 3,2%, dal precedente più 3,3% stimato.

I dati delle ultime settimane “suggeriscono forte rimbalzo dell’attività, ampiamente in linea con le attese anche se il livello dell’attività resta molto inferiore ai valori prepandemici”, ha affermato Lagarde. “Di recente – ha aggiunto – il recupero ha, in qualche misura, rallentato”. Le prospettive di recupero dell’economia restano fortemente correlate a quelli che saranno gli sviluppi della pandemia di coronavirus.

La Bce ha poi confermato le previsioni sull’inflazione dell’area euro sul 2020, un limitato 0,3%, ha lievemente alzato la stima sul 2021 al più 1% e ha confermato l’attesa sul 2022 al più 1,3%.

Secondo la presidente i rischi di deflazione si sono attenuati rispetto allo scorso giugno. Sempre sul fronte delle previsioni economiche, la Bce prevede un picco del tasso di disoccupazione al 9,5% sulla media del prossimo anno, a seguito della crisi pandemica e successivamente una moderazione all’8,8% nel 2022.

Sulla media di quest’anno il tasso di disoccupazione è atteso in crescita all’8,5%, dal 7,6% del 2019, secondo le ultime previsioni dei tecnici di francoforte.

Sul 2020 è attesa una inversione di tendenza della dinamica dell’occupazione con un meno 2,3% dopo il più 1,% del 2019.

L’occupazione segnerà poi una dinamica quasi piatta nel 2021, con un più 0,1% e un recupero nel 2022 con un più 1,3%.

Tornando al tema dei cambi, la Bce valuterà attentamente le informazioni che giungeranno “inclusi gli andamenti dei valutari”, ha avvertito Lagarde, ribadendo che l’istituzione “resta pronta a aggiustare tutti i suoi strumenti. Abbiamo discusso gli apprezzamenti dell’euro ma non abbiamo obiettivi sui cambi valutari: il nostro mandato – ha ripetuto più volte – riguarda la stabilità dei prezzi” e i rischi che derivano dalle dinamiche dei cambi sono tra i fattori che “dobbiamo monitorare attentamente – ha spiegato – è un tema che è stato molto discusso”.

Molte affermazioni ma nessuna misura concreta e qusto quadro è stato seguito da nuove spinte rialziste sull’euro, che a tratti ha superato la soglia di 1,19 dollari e che secondo Danske Bank a breve “testerà” quota 1,20. Anche gli analisti di Ing vedono una dinamica rialzista sulla valuta unica, stimando un euro a 1,25 dollari nel 2021. In serata l’euro ritraccia solo marginalmente a 1,1860 dollari, restando su valori più elevati prima delle comunicazioni Bce. Le Borse europee hanno chiuso tutte in moderato ribasso dopo una sessione volatile, con l’eccezione di Milano al più 0,25%.

E’ chiaro che queste dinamiche dei cambi in un quadro di ripresa incerto creano una certa apprensione e che potrebbero contribuire alle future mosse della Bce, su cui sostanzialmente oggi Lagarde si è lasciata mani libere. Per quanto riguarda gli acquisti di titoli, “in base alle circostanze attuali è molto probabile che venga usata l’intera dotazione del Pepp”, ha affermato riguardo ai 1.350 miliardi di euro previsti sul piano di acquisti di titoli anti pandemico. Al Consiglio “non abbiamo discusso nessuna espansione del Pepp”.

Secondo gli analisti di Aberdeen, Lagarde e Bce hanno mostrato un eccessivo ottimismo in base al quadro attuale. E alla Fine bisognerà procedere a ulteriori allentamenti.

Infine, come era prevedibile la presidente si è districata dalle domande sulla Fed, che ha esplicitamente affermato che tollererà fasi di eccesso inflazionistico dopo le cadute da pandemia, affermando che a breve la Bce riavvierà a sua volta la revisione della strategia. Ma senza sbilanciarsi su quali saranno i risultati di questo processo, salvo ribadire l’intenzione di inglobarvi obiettivi sulla green economy e riflessioni sull’ipotesi di creare una valuta digitale centrale.

Anzi, su quest’ultimo tema è stata ancora più esplicita poche ore dopo, intervenedo in teleconferenza a un convegno della Bundesbank affermando che creare un euro digitale metterebbe l’area valutaria “all’avanguardia”.

Voz/Int2