Tangenti Eni, gruppo: Nigeria chiede risarcimento? Grande sconcerto

"Congruo e ragionevole il prezzo pagato per Opl-245"

SET 9, 2020 -

Milano, 9 set. (askanews) – Eni esprime “grande sconcerto sul fatto che si continuino a portare come supporto dell’accusa di corruzione a suo carico flussi di denaro che si sono sviluppati soltanto dopo il pagamento della licenza da parte della società, che è stato eseguito direttamente al governo nigeriano, in maniera chiara, lineare e trasparente sul conto di una banca nota a livello internazionale. Eni non era a conoscenza, e non era in alcun modo tenuta a esserlo, di eventuali flussi di denaro successivi al proprio pagamento”. Lo si legge in una nota diramata dal gruppo di San Donato Milanese dopo le richieste di risarcimento avanzate dell’avvocato Lucio Lucia che rappresenta la Repubblica Nigeriana nel processo sulla presunta maxi tangente pagata nel 2011 da Eni e Shell in Nigeria per ottenere i diritti di esplorazione del giacimento Opl-245.

“La parte civile – prosegue il gruppo petrolifero – ricostruisce poi un processo negoziale condotto da Eni e Shell e da rappresentanti governativi nigeriani dei quali le due compagnie avrebbero conosciuto e taciuto gli intenti illeciti: in realtà le due compagnie si rapportarono ai ministeri di un governo sovrano tradizionalmente competenti rispetto a operazioni come quella in oggetto, utilizzando nel caso di Eni tutte le funzioni usualmente coinvolte in negoziati di tale complessità tramite iter di valutazione e analisi trasversali, complessi e provati”.

Quanto al prezzo pagato rispetto al valore della licenza, Eni sottolinea come “l’offerta economica sia in realtà congrua e ragionevole, se si considera il valore del campo esplorativo 245 e degli investimenti necessari per poterlo mettere in produzione. L’importo finale corrisposto da Eni al governo nigeriano, formulato all’esito di un esame approfondito sotto i profili geologico, tecnico ed economico, tiene inoltre in considerazione l’evoluzione storica del mercato petrolifero nigeriano e internazionale. Basti considerare, per esempio, che a fine settembre 2011 il valore del Brent era oltre i 100 dollari, mentre oggi è a circa 40 dollari. D’altra parte, il prezzo della transazione di 1,09 miliardi, al netto del signature bonus, è uguale alla valutazione dell’Opl 245 effettuata da Ihs per Shell nell’arbitrato del 2009 contro il Governo Federale Nigeriano quando la compagnia anglo-olandese non aveva certo interesse a sottostimare il bene che reclamava”.