Istat, nel I trimestre il Pil crolla del 5,3%. Mai così male

Effetto Covid-19 sull'economia italiana. Una flessione "eccezionale"

MAG 29, 2020 -

Roma, 29 mag. (askanews) – Crollo storico del Pil nel I trimestre del 2020. Il prodotto interno lordo è diminuito del 5,3% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% nei confronti del primo trimestre del 2019. Lo ha reso noto l’Istat che ha rivisto al ribasso le stime diffuse lo scorso 30 aprile che indicavano una flessione congiunturale del 4,7% ed una tendenziale del 4,8%.

Si tratta di una caduta dalla portata “eccezionale” che, in termini tendenziali, non era mai stata registrata dall’inizio delle serie storiche dell’Istat, nel primo trimestre del 1995.

Nel primo trimestre, il Pil è diminuito in termini congiunturali dell’1,2% negli Stati Uniti, del 5,8% in Francia e del 2,2% in Germania. In termini tendenziali, si è registrata una crescita dello 0,3% negli Stati Uniti, una diminuzione del 2,3% in Germania e del 5,4% in Francia. Nel complesso, il Pil dei paesi dell’area Euro è diminuito del 3,8% rispetto al trimestre precedente e del 3,2% nel confronto con il primo trimestre del 2019.

La variazione acquisita per il 2020 è pari a -5,5%.

Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in diminuzione, con un calo del 5,1% dei consumi finali nazionali e dell’8,1% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono diminuite, rispettivamente, del 6,2% e dell’8%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per -5,5 punti percentuali alla contrazione del Pil: -4 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, -1,5 gli investimenti fissi lordi e -0,1 la spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP). Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per 1 punto percentuale, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato pari a -0,8 punti percentuali.

Si registrano andamenti congiunturali negativi del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti rispettivamente dell’1,9%, dell’8,1% e del 4,4%.

Mlp