Istat: crolla la fiducia dei consumatori e delle imprese a marzo

Indici ai minimi dal 2013 per effetto emergenza coronavirus

MAR 27, 2020 -

Roma, 27 mar. (askanews) – Crolla la fiducia dei consumatori e delle imprese a marzo per effetto dell’emergenza coronavirus.

L’indice del clima di fiducia dei consumatori elaborato dall’Istat è sceso da 110,9 a 101,0 mentre quello composito del clima di fiducia delle imprese è passato da 97,8 a 81,7.

“L’emergenza sanitaria e le conseguenti misure di contenimento adottate dal Governo per limitare il contagio hanno pesantemente influenzato il clima di fiducia degli operatori economici” commenta l’Istituto di statistica spiegando che la rilevazione dei dati è stata effettuata tra il 2 e il 13 marzo 2020.

Gli indici, prosegue l’Istat “nel mese di marzo raggiungono livelli particolarmente bassi sia per le imprese sia per i consumatori, portandosi sui valori registrati, rispettivamente, a giugno 2013 e gennaio 2015. Per quanto riguarda le imprese, nella manifattura, nei servizi e nel commercio al dettaglio si rileva una forte flessione delle aspettative, mentre i giudizi sulla situazione corrente subiscono un calo contenuto. Per quanto attiene ai consumatori, si evidenzia la caduta del clima economico e futuro che raggiungono un minimo da maggio 2013”.

Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in flessione, segnala l’Istat, ma l’intensità del calo è marcata soprattutto per il clima economico e futuro mentre il clima personale e quello corrente registrano diminuzioni più contenute. Più in dettaglio, il clima economico passa da 121,9 a 96,2, il clima personale cala da 107,8 a 102,4, il clima corrente flette da 110,6 a 104,8 e il clima futuro decresce da 112,0 a 94,8.

Per quanto riguarda le imprese, le stime dell’Istituto di statistica evidenziano un calo molto ampio della fiducia soprattutto nei servizi (l’indice passa da 97,6 a 79,6), nel commercio al dettaglio (da 106,9 a 97,4) e nella manifattura (da 98,8 a 89,5). Nel settore delle costruzioni, l’indice di fiducia registra una flessione decisamente più contenuta passando da 142,3 a 139,0.

“Per quanto attiene alle componenti dell’indice di fiducia, nell’industria manifatturiera – spiega ancora l’Istat – peggiorano i giudizi sugli ordini e le scorte di prodotti finiti sono giudicate in lieve accumulo; le attese di produzione subiscono un drastico ridimensionamento. Per le costruzioni, l’evoluzione negativa dell’indice è determinata dal peggioramento dei giudizi sugli ordini e, soprattutto, dalla diminuzione delle attese sull’occupazione presso l’impresa”.

“Nei servizi di mercato – prosegue – la brusca diminuzione dell’indice è determinata dalle aspettative sugli ordini che sono in forte diminuzione. Per quanto riguarda il commercio al dettaglio, i giudizi sulle vendite sono in lieve aumento, le scorte sono giudicate in decumulo e le attese sulle vendite registrano una forte caduta. A livello di circuito distributivo, i giudizi sulle vendite sono in miglioramento sia nella grande distribuzione sia in quella tradizionale; la flessione delle attese sulle vendite è più contenuta nella distribuzione tradizionale”.