Se Eurolandia è sul ciglio di un burrone

Analisi. Crollo record dell'industria in Germania

SET 23, 2019 -

Roma, 23 set. (askanews) – Nuovo e netto peggioramento a settembre della dinamica di crescita economica nell’area euro, che secondo una indagine condotta presso le imprese è ormai vicina allo stallo, zavorrata soprattutto da una caduta del manifatturiero. L’indice composito sui direttori degli approvigionamenti delle aziende, il Purchasing managers index elaborato dalla società di ricerche Ihs Markit e relativo all’insieme di industria e terziario, è calato a 50,4 punti, dai 51,9 punti di agosto, segnando il valore più basso dal giugno del 2013. In queste indagini i 50 punti sono la soglia limite tra calo e crescita dell’attività, e se sul terziario l’indicatore resta superiore a questa soglia, ma in calo a 52 punti (minimo da 8 mesi) dai 53,5 di agosto, sul manifatturiero invece ormai è sceso fino a quota 46 punti, secondo Markit è il minimo da 81 mesi, dopo 47,9 punti di agosto. “L’economia dell’eurozona è vicina allo stallo, con l’inasprimento della contrazione manifatturiera che mostra mostra di allargarsi sempre di più al settore dei servizi”, ha avvertito il capo economista di Markit, Chris Williamson. I valori dell’indice Pmi dovrebbero corrispondere a una crescita del Pil nel terzo trimestre di appena lo 0,1 per cento, dai tre mesi precedenti.

“Il settore industriale va di male in peggio, soffrendo la contrazione maggiore dal 2012. Detto ciò, la tendenza che desta ulteriori preoccupazioni è l’allargamento del malessere al settore dei servizi, il cui tasso di crescita ha segnato uno dei valori più deboli dal 2014. L’indagine ci suggerisce quanto siano incombenti i rischi di una contrazione dell’economia nei prossimi mesi. Inoltre, è stato riportato un ridimensionamento delle assunzioni. Con dati come questi – conclude Williamson – aumenteranno le pressioni sulla Bce per aggiungere ulteriori stimoli a quelli appena varati”.

“L’economia dell’eurozona è vicina allo stallo, con l’inasprimento della contrazione manifatturiera che mostra mostra di allargarsi sempre di più al settore dei servizi”, ha avvertito il capo economista di Markit, Chris Williamson. I valori dell’indice Pmi dovrebbero corrispondere a una crescita del Pil nel terzo trimestre di appena lo 0,1 per cento, dai tre mesi precedenti.

“Il settore industriale va di male in peggio, soffrendo la contrazione maggiore dal 2012. Detto ciò, la tendenza che desta ulteriori preoccupazioni è l’allargamento del malessere al settore dei servizi, il cui tasso di crescita ha segnato uno dei valori più deboli dal 2014. L’indagine ci suggerisce quanto siano incombenti i rischi di una contrazione dell’economia nei prossimi mesi. Inoltre, è stato riportato un ridimensionamento delle assunzioni. Con dati come questi – conclude Williamson – aumenteranno le pressioni sulla Bce per aggiungere ulteriori stimoli a quelli appena varati”.

Voz/Int2