Assobio:In 2016 l’83% famiglie ha portato a tavola prodotti bio

Il 40% dei nuovi prodotti introdotti sul mercato è biologico

MAG 10, 2017 -

Roma, 10 mag. (askanews) – Sempre più consumatori in Italia sceglono alimenti biologici. Nel 2016 l’83% delle famiglie ha infati portato a tavola prodotti bio. È quanto emerge dai dati aggiornati rilevati da Nielsen sul mercato nazionale e presentati a Milano da AssoBio, l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici, nell’ambito di Tutto Food, la fiera internazionale del food & beverage.

Nei 12 mesi chiusi il 31 marzo, solo in Iper e Supermercati, le vendite di alimenti biologici hanno superato il valore di 1,27 miliardi di euro, in crescita del 19,7% rispetto all’anno precedente. “Ai numeri della grande distribuzione vanno aggiunti: poco meno di 900 milioni nel canale dei negozi specializzati, circa 350 milioni nella ristorazione e circa 1,8 miliardi in export. Con i canali minori (vendite dirette, on-line) superiamo i 4,5 miliardi” precisa Roberto Zanoni, presidente di AssoBio. Negli ultimi dodici mesi è aumentato di 1 milione il numero di famiglie che acquista prodotti biologici (che hanno ormai una penetrazione dell’83%), convinte che siano più sicuri per la salute (27%), più rispettosi dell’ambiente (20%), più controllati (14%) e più buoni (13%). Sono 5,2 milioni le famiglie di consumatori regolari (almeno una volta a settimana).

Il 60% delle vendite si basa sui prodotti “secchi”, il 21% sui prodotti freschi e il 12% sull’ortofrutta. È biologica più di metà della pasta integrale e speciale consumata in Italia, più del 30% delle confetture, delle bevande sostitutive del latte e delle gallette, il 19% di legumi e cereali, il 14,5% delle uova. Una crescita in assoluta controtendenza rispetto allo scenario generale in cui versa il settore food & beverage, le cui vendite nel 2016 in Italia sono state “inchiodate” a un asfittico +0,1% rispetto al 2015. I prodotti biologici sono sempre più apprezzati. Dal 2008 hanno saputo attraversare gli anni della crisi triplicando il valore delle vendite: nella sola grande distribuzione, dai 411 milioni del 2008 si è arrivati a 1.270 di oggi.

“Il mercato è in forte espansione in tutto il mondo – precisa Zanoni – il consumatore è sempre più attento alla qualità complessiva dei prodotti che acquista, ed è sempre meno interessato a prodotti che, apparentemente economici, hanno però un pesante impatto sull’ecosistema. I dati ufficiali dell’Istituto di Ricerca del Ministero per l’Ambiente dicono che il 63,9% delle acque superficiali e il 31,7% di quelle sotterranee sono contaminate da pesticidi. È ovvio che un consumatore consapevole cerchi un’alternativa a questo modo di produrre, diventando così egli stesso un protagonista della conversione in un’economia sostenibile”.

“È un controsenso che le nostre imprese che oltre a produrre ottimi alimenti creano beni pubblici come la tutela dell’ambiente e della biodiversità, il benessere animale e lo sviluppo rurale, debbano sopportare costi per certificare che non inquinano, mentre chi inquina non paga nulla e scarica i costi sulla collettività – denuncia Zanoni – non chiediamo contributi, ma vogliamo che esca finalmente dai cassetti, nei quali da oltre un anno è stato accuratamente riposto, il Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico nazionale. Un progetto a cui abbiamo cominciato a lavorare sin da Expo e che è stato approvato nel marzo 2016 dalla conferenza Stato Regioni.