Censis, da Turismo e filiera del cibo occupazione e sviluppo

Boom servizi e ristorazione, +2 mln turisti sui primi 5 mesi 2013

SET 14, 2015 -

Roma, 14 set. (askanews) – Ripartire per rifare sviluppo attraverso Turismo e agroalimentare, binomio vincente per l’Italia. Lo evidenzia il Censis, con la ricerca “Il futuro dei territori. Idee per un nuovo manifesto per lo sviluppo locale” realizzata per il Padiglione Italia di Expo 2015. Focus dunque sui territori italiani: e quelli “con i tassi di occupazione più alti sono caratterizzati da una specializzazione produttiva turistica o agroalimentare”.

Tra i primi 30 sistemi locali del lavoro per tasso di occupazione, ben 13 hanno una specializzazione produttiva legata al turismo: da Bressanone a Vipiteno e Ortisei, in provincia di Bolzano, a Bormio, in provincia di Sondrio. E 5 sono a vocazione agroalimentare: da Brunico ed Egna, a Bolzano, a Borgo San Lorenzo (Firenze) e Alba (Cuneo). “Sono esperienze da cui si può e si deve ripartire per rifare sviluppo – sottolinea il Censis -. Indicano che la filiera del cibo, dalla produzione alla distribuzione, al consumo, è oggi un formidabile moltiplicatore di opportunità per i territori: agroindustria, ristorazione, turismi diventano le componenti di nuove ibridazioni tra i patrimoni enogastronomici, culturali, paesaggistici, storici dei territori”.

Dall’analisi emerge come nel primo semestre del 2015 l’occupazione nei servizi di alloggio e ristorazione è cresciuta in Italia del 5,4% rispetto al primo semestre del 2013 (+7,4% nelle regioni meridionali). E negli ultimi tre anni c’è stato un vero e proprio boom di aziende agricole (+48,5%, sono quasi 113.000), soprattutto di quelle che affiancano all’attività agricola altre attività come la produzione di energia rinnovabile (+602%), la lavorazione dei prodotti (+98%) o fanno agriturismo (+16%). Vincono insomma i territori che si fanno riconoscibili e incarnano la good reputation del made in Italy per il mondo, intercettando la domanda globale di tracciabilità e autenticità. Intanto decolla il turismo: quasi 900.000 visitatori in più nei primi cinque mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (35,7 milioni di arrivi) e oltre 2 milioni in più rispetto ai primi cinque mesi del 2013.

Puntando sullo sviluppo del Turismo e dell’Agroalimentare inoltre “si può contrastare il rischio di una secessione di fatto del Mezzogiorno”. Perché oggi nell’Inner London (la regione più ricca d’Europa) il Pil per abitante supera 6 volte quello di un calabrese, come evidenzia la ricerca del Censis, mentre nel nuovo millennio (2001-2014) il Pil del Sud è crollato del 9,4%, con l’Ue che cresceva nell’insieme del 17,9%. Sicilia, Campania, Calabria e Puglia restano purtroppo in questo senso ultime in Europa per tasso di occupazione. La ricerca è presentata oggi a Milano da Giuseppe De Rita, Presidente del Censis, nell’ambito di una giornata di riflessione a cui hanno partecipato, tra gli altri, Cesare Vaciago, Direttore Territori e Contenuti del Padiglione Italia di Expo 2015, Aldo Bonomi, Direttore del Consorzio Aaster, e Fabrizio Barca, Dirigente Generale del Ministero dell’Economia e delle Finanze.