Cop27, senza le PMI non si raggiunge l’obiettivo “Net-Zero

UN Global Compact presenta a Sharm paper sulle catene di fornitura

NOV 17, 2022 -

Roma, 17 nov. (askanews) – Il raggiungimento del Net-Zero, ossia delle emissioni nette zero, è l’obiettivo più sfidante a cui le aziende dovranno tendere nel prossimo futuro. È questo il monito al mondo dell’impresa che emerge dal Position Paper sulle catene di fornitura presentato oggi a Sharm el Sheikh dall’UN Global Compact Network Italia (UNGCN Italia) in occasione della COP27, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima che si concluderà domani. ‘Gestione sostenibile delle catene di fornitura: tra responsabilità e opportunità per le imprese’ è il titolo del documento che UNGCN Italia – che rappresenta nel nostro Paese il Global Compact delle Nazioni Unite, la più grande iniziativa di sostenibilità di impresa al mondo – ha realizzato con un gruppo di oltre 30 aziende italiane, alcune delle quali presenti a Sharm. La gestione sostenibile della catena di fornitura è una delle leve più importanti per creare un impatto positivo a livello globale – sottolinea il documento – in quanto si stima che l’80% del commercio globale dipenda dalle supply chain. Da qui l’importanza strategica della riduzione delle cosiddette emissioni ‘Scope 3’, ossia di tutte quelle emissioni indirette legate alla catena del valore, sia a monte che a valle dell’azienda e sulle quali può agire con successo l’economia circolare. Su questo fronte l’Italia rimane un passo avanti rispetto ai suoi competitor europei: il nostro Paese è infatti al primo posto, assieme alla Francia, nella classifica delle cinque principali economie europee per performance di circolarità. Infatti nel 2020, ultimo dato disponibile, il tasso di utilizzo circolare di materia nell’Unione europea è stato pari al 12,8% mentre l’Italia ha raggiunto il 21,6%. Le emissioni ‘Scope 3’ costituiscono spesso il maggiore impatto in termini di gas ad effetto serra delle aziende, ma la difficoltà di coinvolgere attori esterni all’impresa come le catene di fornitura, rende la loro riduzione una vera e propria sfida per il settore privato. Uno studio svolto nel 2020 su più di 8.000 aziende a livello globale, metteva già in luce come le emissioni che avvengono nella catena di approvvigionamento siano in media 11,4 volte più alte delle emissioni dirette. Per questo, fissare obiettivi per ridurre le emissioni lungo tutta la catena del valore sta diventando una nuova priorità aziendale. La catena di fornitura è, per la sua trasversalità, la dimensione in cui l’azienda può avere potenzialmente l’impatto maggiore per l’avanzamento di tutti i Sustainable Development Goals (SDGs). I Goal 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica, 12 – Consumo e produzione responsabili, e 13 – Azione per il Clima, richiamano esplicitamente l’importanza di coniugare i temi dei diritti umani e del lavoro con i modelli di produzione che tengano conto della tutela dell’ambiente e della biodiversità. Molte aziende prevedono già oggi un rigoroso processo di selezione e monitoraggio dei fornitori, spesso costituiti da piccole e medie imprese, attraverso questionari, auto-valutazioni, interviste e audit che valutino il fornitore all’ingresso e in itinere. Rispetto alle PMI, le grandi aziende sono chiamate oggi anche a implementare programmi di sensibilizzazione, supporto e formazione sulla sostenibilità, creando consapevolezza e cultura della sostenibilità. L’approvazione lo scorso 10 novembre da parte del Parlamento europeo della Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive), la nuova direttiva sulla rendicontazione delle informazioni ESG, rafforza ulteriormente la necessità di un coinvolgimento ampio delle PMI. La direttiva prevede un obbligo di due diligence per le imprese in materia di sostenibilità. Per quasi 50.000 aziende nell’Ue, la raccolta e la condivisione di informazioni sulla sostenibilità diventeranno la norma. Per Marco Frey, Presidente, UN Global Compact Network Italia ‘Il procurement gioca sempre più un ruolo chiave nella strategia di crescita e sostenibilità delle aziende, soprattutto dopo che la pandemia da Covid-19 ha cambiato il panorama sociale ed economico di tutto il mondo e ha dimostrato quanto sia importante la sostenibilità per sviluppare le filiere produttive anche in ottica di resilienza. Per mantenere e aumentare l’efficacia della supply chain è, infatti, necessaria un’attenta gestione dei rischi lungo tutta la filiera facendo leva sull’innovazione tecnologica e sulla sostenibilità. L’UN Global Compact propone un modello di gestione sostenibile delle filiere basato su sei fasi: impegno dei vertici aziendali, assesment dell’impatto, progettazione, azione, misurazione e comunicazione. La sfida cruciale che abbiamo è quella della raccolta dei dati e della misurazione dell’impatto, che anche le istituzioni considerano ancora aperta, per arrivare ad una gestione delle filiere che oltre ad essere sempre più sostenibile, sia trasparente ad un livello condiviso e globale.’ Daniela Bernacchi, Segretario Generale e Direttore Esecutivo, UN Global Compact Network Italia ha evidenziato come ‘Avere delle filiere sostenibili è cruciale per il successo delle strategie di sostenibilità aziendali. Le supply chain impattano infatti su diversi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, in particolare sull’SDG8 – Lavoro dignitoso e crescita economica, l’SDG12 – Consumo e produzione responsabili e l’SDG13 – Agire per il Clima. In questo processo, il Global Compact delle Nazioni Unite rappresenta un facilitatore per le imprese, poiché supporta i loro sforzi e le loro iniziative, offrendo loro strumenti e percorsi di training utili a fissare obiettivi ambiziosi ed accelerare i loro progressi verso uno sviluppo sostenibile. Con il suo ultimo Paper, l’UNGCN Italia ha voluto raccogliere e valorizzare gli sforzi messi in campo da oltre 30 aziende italiane aderenti al progetto onusiano.’ Altre dichiarazioni dei partecipanti: Livio Spadavecchia, Counsellor, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: ‘Come Ministero cerchiamo di trasformare l’attività di cooperazione internazionale in promozione dello sviluppo sostenibile, che è un tema di competitività per le nostre imprese, ma anche di sicurezza nazionale. In questa sfida, giocano un ruolo importantissimo le nuove tecnologie. Senza innovazione tecnologica è molto difficile avanzare sulla strada indicata dall’Agenda 2030. Le aziende italiane, e quelle di tutto il mondo, sono chiamate oggi più che mai non solo ad adottare nuovi strumenti di sostenibilità, ma anche ad investire per svilupparne di nuovi, e ad impegnarsi nella formazione alle comunità presenti nei Paesi target della cooperazione, a partire dai fornitori locali, per realizzare un vero e proprio trasferimento di conoscenza e competenza.’ Anna Kruip, Senior Manager, Ambiente e Clima, UN Global Compact: ‘Il coinvolgimento delle PMI lungo tutta la catena del valore delle aziende è determinante per il successo della loro strategia di sostenibilità. Con la strategia di coinvolgimento delle PMI, il Global Compact delle Nazioni Unite mira ad accelerare e scalare l’impegno sulla sostenibilità delle realtà imprenditoriali di piccole e medie dimensioni, sempre tenendo conto delle loro capacità e peculiarità, e a sostenere questi attori attraverso programmi di formazione pratica come il Climate Ambition Accelerator.’ Alexandra Kuxova, Policy Officer, Policy Officer, Direzione Mercato interno, Industria, Imprenditoria e PMI (DG Grow), Commissione Europea: ‘La maggior parte delle aziende europee sarà chiamata a confrontarsi per la prima volta con la due diligence. Se da un lato questo processo migliorerà la resilienza e la competitività delle imprese, l’innovazione, garantendo un migliore accesso ai finanziamenti e la fiducia dei consumatori, dall’altro andrà di pari passo con maggiori oneri amministrativi. Inoltre, per le aziende comporterà un necessario adattamento nella gestione dei rapporti con gli stakeholder che sono parte della catena del valore, sia dentro che fuori l’Europa. Trovare il giusto equilibrio e aiutarle in questo sforzo attraverso misure e strumenti di supporto è fondamentale, soprattutto per gli attori più vulnerabili delle catene del valore – le PMI – che saranno colpite indirettamente’. Guido Alfani, General Manager, Carbonsink: ‘Come fornitore di soluzioni climatiche e parte del gruppo internazionale South Pole, Carbonsink si impegna a ridurre il proprio impatto sul clima in linea con la sua visione più ampia di una transizione verso il net-zero. Secondo il framework Climate Neutral Now, abbiamo misurato la nostra impronta carbonica, definito un piano di riduzione delle emissioni e compensato le nostre emissioni residue. Questo è un viaggio che incoraggiamo ogni azienda ad intraprendere oggi, dimostrando responsabilità per il proprio impatto sul clima e cogliendo nuove opportunità di business in un mondo che cambia’. Marco Giulivi, ESG Leader, Edison: ‘Consapevole del ruolo fondamentale delle imprese nella promozione e difesa dei Diritti Umani e dei principi dello sviluppo sostenibile, Edison si propone di contribuire al tema anche attraverso la relazione costruttiva con i propri fornitori per stimolarli e supportarli concretamente a migliorare i propri standard di sostenibilità su tutti gli ambiti ESG, tra cui anche i Diritti Umani. Il caso studio fornisce un approfondimento sul tema della catena di fornitura sostenibile applicata al mondo delle PMI, sempre più sollecitate in quest’ambito. Edison supporta i fornitori, visti come partner di sostenibilità, in un percorso di miglioramento continuo del proprio profilo ESG perché possano dare il loro contributo nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.’ Nicolò Sartori, Senior Researcher, Enel Foundation con queste parole commenta l’approccio della Corporate: ‘La transizione verso un modello di sviluppo circolare può generare diversi benefici ambientali, associati alla riduzione delle emissioni di gas serra legate soprattutto alla riduzione dell’uso di materie prime vergini. L’adozione di un modello economico circolare ha il suo primo pilastro nelle fasi iniziali di progettazione e approvvigionamento. Le scelte effettuate in questa fase non solo determinano l’impatto dovuto alle materie prime e all’energia utilizzate, ma determinano anche in larga misura gli impatti derivanti dall’estensione della vita utile di un prodotto o dal riutilizzo dei materiali a fine vita. Per un’azienda essere sostenibile è un requisito essenziale per affrontare le sfide del futuro: questo implica catena di approvvigionamento sostenibile, economia circolare e innovazione digitale. Come evidenziato nel paper del Global Compact Network Italia, un’azienda leader come Enel ha istituito la ‘Circular Economy Initiative for Suppliers’ Engagement’ per misurare l’impatto della propria attività sulle risorse del pianeta e mitigare la propria footprint, coinvolgendo anche i fornitori per valutare e migliorare l’eco-efficienza del ciclo produttivo. Questo è il primo passo per raggiungere l’obiettivo di applicare la sostenibilità all’intera catena del valore, a partire dalla progettazione e dal riutilizzo, fino alla rilavorazione e al riciclo dei materiali. Questo è possibile anche grazie agli strumenti di Open Innovability messi dall’azienda a disposizione di fornitori, startup e tutti gli stakeholder interessati.’ Pietro Bertazzi, Global Director – Policy Engagement and External Affairs, Carbon Disclosure Project – CDP: ‘Il commitment del settore privato è estremamente importante per lo sviluppo sostenibile. Come dichiarato da Antonio Guterres: ‘questa è la Decade dell’Azione’ e questa è di fatto la COP dell’implementazione. Una nota positiva è senz’altro il costante aumento dell’interesse aziendale verso la sostenibilità. In CDP quest’anno abbiamo infatti registrato un aumento del 40 % (per un totale di 18.700) di imprese che hanno deciso di avviare processi di disclosure con noi, rispetto al 2021.’ Il gruppo di lavoro che ha realizzato il documento con il coordinamento del Segretariato dell’UN Global Compact Network Italia, è stato composto da aziende aderenti particolarmente attive sul tema, di seguito citate in ordine alfabetico: Andriani, Aeroporti di Roma, Bolton Group, Brembo, Carbonsink Group, Edison, Enel, Eni, Esselunga, Feralpi, Ferrovie Nord Milano, Ferrovie dello Stato Italiane, Hera, illycaffè, Inwit, Iren, Italmobiliare, Leonardo, Maire Tecnimont, Nestlè Group in Italy, Pirelli, Poste Italiane, Prysmian, Rina, Saipem, Snam, Sofidel, Telecom Italia, Terna, Tper, Trussardi, Webuild. ALCUNI CASI DI STUDIO PUBBLICATI NEL PAPER Edison: il portale Qualifica Fornitori Consente di sostanziare il processo di preselezione e qualifica fornitori suddiviso in varie fasi: verifica dei prerequisiti etici e giudiziari, valutazione tecnica, valutazione sicurezza, ambiente e profilo di sostenibilità, valutazione finanziaria, valutazione commerciale. Nel corso del 2021, è stata potenziata la sezione del Portale Qualifica relativa alla sostenibilità richiedendo al fornitore – tramite un set di dieci domande mandatorie – informazioni sugli ambiti ESG e andando ad esplorare: adozione di obiettivi di sostenibilità, redazione e pubblicazione rapporto di sostenibilità, politiche su Diversity & Inclusion, partnership in progetti di sostenibilità, politiche sui diritti umani, calcolo delle emissioni di GHG, ricorso all’energia verde e uso di green gas, impegno in ricerca e innovazione. L’approccio light, basato su un set di 10 domande, contempera la necessità di rilevare a tutto tondo il profilo di sostenibilità dei fornitori, con la difficoltà da parte degli stessi – trattasi frequentemente di PMI – nella compilazione di assessment complessi (mancanza di informazioni, scarsa conoscenza delle tematiche), in una logica di selezione ma allo stesso tempo di accompagnamento dei fornitori verso un percorso graduale di miglioramento del profilo di sostenibilità. Enel: Supplier Development Program Supportare il percorso di crescita dei propri fornitori significa anche abilitare il raggiungimento degli obiettivi strategici del Gruppo. Coerentemente con questa visione, in tutti i Paesi in cui Enel opera, sono state avviate iniziative volte a supportare la crescita delle imprese locali. In particolare in Italia, è stato avviato il Supplier Development Program (https://globalprocurement.enel.com/it/gare-e-opportunita/supplier-development-program ), attraverso il quale Enel intende rendere più solida, performante e innovativa la propria supply chain, promuovendo lo sviluppo sostenibile delle aziende con le quali collabora. Il Supplier Development Program, avviato nel luglio del 2020 per supportare inizialmente circa 500 fornitori strategici, è stato recentemente esteso ad oltre 6mila fornitori italiani. Carbonsink: Misurazione delle emissioni Scope 3 nella strategia climatica validata da Climate Neutral Now Per ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici, è essenziale definire una strategia climatica con target allineati agli obiettivi dell’Accordo di Parigi e alla scienza del clima. Per costruire la propria strategia, Carbonsink ha iniziato dalla misurazione dell’inventario GHG includendo le emissioni Scope 3, che rappresentano solitamente la componente più importante dell’impronta carbonica di un’azienda soprattutto nel settore dei servizi. Carbonsink ha definito un piano di riduzione e compensazione e sottoposto il proprio impegno a Climate Neutral Now, l’iniziativa delle Nazioni Unite (UNFCCC) per incoraggiare organizzazioni e imprese a raggiungere obiettivi climatici sfidanti. L’Iniziativa ha assegnato la medaglia d’oro agli step di misurazione (Measure) e contributo (Contribute); e una medaglia d’argento allo step di riduzione (Reduce). La misurazione di molte categorie di Scope 3 ha contribuito al raggiungimento del risultato, che conferma l’importanza della quantificazione delle emissioni indirette per costruire una strategia climatica efficace.