Come cambiano investimenti cinesi: meno acquisizioni, più startup

Nel complesso, però, il trend verso l'Europa è in rallentamento

APR 28, 2022 -

Cina Roma, 28 apr. (askanews) – La natura degli investimenti cinesi in Europa sta cambiando: mentre in precedenza erano dominati da operazioni di fusione e acquisizioni, ora appaiono più concentrate su investimenti destinati a startup. Lo segnala un rapporto realizzato da Rhodium Group. “Nel 2021 gli investimenti greenfield hanno raggiunto i 3,3 miliardi di euro, il livello più alto mai registrato, che porta a un terzo del totale”, si legge nel rapporto. In particolare, “gli investimenti dei venture capital cinesi sono affluiti affluendo nelle start-up tech europee”, raddoppiando al livello record di 1,2 miliardi di euro nel 2021. In particolare, questi investimenti sono stati concentrati nel Regno unito e in Germania, con un focus particolare nei settori dell’e-commerce, delle fintech, del gaming, intelligenza artificiale e robotica. Complessivamente gli investimenti verso l’estero della Cina sono rimasti abbastanza statici nel 2021. A fronte di un forte rimbalzo globale degli investimenti esteri, dopo l’anno pandemico 2020, quelli cinesi sono cresciuti su base annua soltanto del 3 per cento a 96 miliardi di euro. In particolare, l’attività di fusione e acquisizione è scesa al suo punto minimo da 14 anni a questa parte, hanno totalizzato in tutto il mondo 20 miliardi di euro, con un calo del 22 per cento rispetto al già debole 2020. Gli investimenti diretti esteri della Cina in Europa – che comprende l’Ue a 27 e la Gran Bretagna – sono invece cresciuti nel 2021 su base annua, visto il basso livello di partenza del 2020 pandemico, ma restano in un trend di calo di più lungo periodo. Lo scorso anno la Cina ha investito in Europa 10,6 miliardi di euro, rispetto ai 7,9 miliardi di euro del 2020. L’investimento più importante è stato l’acquisizione della compagnia di elettrodomestici olandese Philips da parte del fondo equity di Hong Kong Hillhouse Capital. In ogni caso, il 2021 è stato il secondo peggior anno per gli investimenti cinesi in Europa dal 2013, dietro l’annus horribilis 2020. Il paese che ha ottenuto la maggior quantità d’investimento cinese è stata l’Olanda per l’acquisizione di Philips, seguita da Germania, Francia e Gran Bretagna. In calo anche la quota d’investimenti in Europa dovute ad aziende di stato cinesi, le cosiddette SOE: -10 per cento. La loro partecipazione è scesa al livello minimo da 20 anni a questa parte, cioè il 12 per cento, concentrato soprattutto nelle energie e nelle infrastrutture e particolarmente in Europa meridionale. I due settori principali, che assieme contano il 59 per cento dell’intero ammontare degli investimenti cinesi in Europa, sono i prodotti di consumo (con l’acquisizione Philips) e l’automotive, in particolare con gli investimenti greenfield nel settore delle batterie per gli autoveicoli elettrici. Gli altri settori importanti sono quello della salute, farmaceutica e biotech. Non è previsto per il 2022 un particolare rimbalzo degli investimenti. Il governo cinese dovrebbe rafforzare i cosntrolli sui movimenti di capitale, mentre la guerra in Ucraina sta rendendo più stringenti i controlli sugli investimenti cinesi in Europa e in Gran Bretagna.