Criptovalute, non solo arte: Nft per la lotta al climate change

Mutmainnah (Celo foundation): possono monitore comportamenti

APR 6, 2022 -

Criptovalute Barcellona (Spagna), 6 apr. (askanews) – Nel 2021 sono stati mossi sul mercato delle criptovalute oltre 44 miliardi di dollari in non fungible token (Nft), certificati di proprietà di opere digitali. Gli Nft hanno raggiunto l’apice della popolarità grazie all’arte e alla musica, ma presto si andrà “ben oltre” la semplice creatività. Mashiat Mutmainnah, della Celo foundation, spiega come i non fungible token possano essere utilizzati “per accedere a più informazioni e monitorare i comportamenti di cittadini e imprese, così da tenere sotto controllo ad esempio il consumo delle plastiche o l’inquinamento atmosferico”. Gli Nft, spiega Mutmainnah ad askanews, “possono diventare uno strumento per incentivare le persone a promuovere azioni contro il climate change e prendere parte attiva alla lotta contro il cambiamento climatico”. Celo ha sviluppato un protocollo per criptovalute proof-of-stake mobile first e attraverso la sua fondazione anima un ecosistema aperto e supporta l’Alliance for Prosperity che conta oltre 150 membri. A Barcellona ha riunito tutta la community per la prima volta in un grande evento dedicato anche agli Nft e al Web3. La volontà di Celo, dice Mutmainnah, è “abbattere le barriere nella realizzazione di non fungible token” che richiedono un certo grado di competenza informatica, quantomeno nella stesura del codice per legare il token digitale agli smart contract in grado di garantirne l’autenticità. “Entro poche settimane – rivela – lanceremo una piattaforma che possa permettere ad artisti e creativi di realizzare i loro Nft e immetterli sul mercato senza dover avere abilità nel coding”. Sarà sufficiente una connessione a internet e una strategia comunicativa per sviluppare il proprio ‘gettone’ digitale e metterlo in vendita sui vari marketplace. Una strada per democratizzare la realizzazione dei non fungible token che apre nuove opportunità. Plastiks, startup new entry nell’ecosistema Celo, ha ideato uno sistema per combattere lo spreco di plastica e supportare le comunità locali nei paesi in via di sviluppo. “Plastiks è un marketplace in cui chi si occupa di rifiuti può creare degli Nft sul loro business e legarli ad opere d’arte caricate dagli artisti”, spieg André Vanyi-Robin ceo di Plastiks. “I buyer – racconta – comprano le opere e nello stesso momento si assicurano che quella quantità di plastica a loro associata non sarà dispersa nell’ambiente, ma riciclata e riutilizzata”. Viene generato quindi una sorta di “plastic credit” che permette alle aziende di neutralizzare il consumo di plastica. La decisione di entrare nell’ecosistema Celo consente a Plastiks di beneficiare di un sistema mobile friendly e di aumentare l’impatto nei territori coinvolti nel processo di riciclo. Africa e Sud America su tutti: “Quando si compra un Nft – conclude Vanyi-Robin – il 40% va a Ong che lavorano sul territorio e così il mondo delle criptovalute non è più solo un ‘alieno'”.