Guerra in Ucraina rischia di aggravare la crisi dei chip

Da Russia e Ucraina arrivano gas nobili cruciali per la produzione

FEB 25, 2022 -

Chip Roma, 25 feb. (askanews) – La guerra in Ucraina rischia di avere un’indiretta ricaduta anche sulla già grave crisi di fornitura di chip e semiconduttori che dura da oltre un anno e che ha provocato ritardi nella produzioni di automobili e di elettronica di consumo in molti paesi. I principali produttori globali di chip, che si trovano a Taiwan e in Corea del Sud, stanno rivedendo il loro magazzino per verificare di avere scorte sufficienti di gas nobili e metalli rari provenienti da Russia o Ucraina. Si tratta di componenti cruciali per la produzione dei semiconduttori. Lo riferisce oggi il Nikkei Asia. TSMC, il più importante produttore di chip a contratto al mondo, e United Microelectronics, il quarto al mondo nello stesso settore, hanno parlato con i loro tradizionali fornitori per avere rassicurazioni sull’approvvigionamento, secondo una fonte informata che ne ha parlato al Nikkei. Questi contatti sono avvenuti immediatamente dopo il lancio dell’operazione militare russa contro il territorio ucraino. A preoccupare, in particolare, sono le scorte di gas rari come il neon e l’argon, per i quali le compagnie stanno anche cercando di trovare altre fonti di approvvigionamento. TSMC fornisce i suoi chip a tutti i giganti del settore: Apple Google, Qualcomm, Nvidia. Altrettanto, UMC ha come clienti Samsung, Qualcomm e molti altri. Sia la Russia che l’Ucraina sono importanti fonti per questi gas nobili: neon, argon, xenon, crypton. Inoltre l’Ucraina è un grande fornitore di esafluorobutadiene (C4F6), mentre la Russia fornisce il palladio. La loro centralità in queste forniture è molto marcata: l’Ucraina per esempio controlla il 70 per cento delle forniture mondiali di neon, utilizzato nella litografia, una fase chiave nella produzione di chip. La sudcoreana SK Hynix, secondo produttore mondiale di chip di memoria, dal canto suo ha detto di avere sufficienti scorte di neon. Tuttavia la compagnia ha imparato la lezione e ha annunciato a Nikkei che sta lavorando per diversificare la sua fonte di approvvigionamento a causa dell’instabilità politica. La guerra in Ucraina viene dopo che l’industria dei semiconduttori ha vissuto una crisi di offerta senza precedenti durata oltre un anno, provocata sia dai colli di bottiglia che si sono prodotti con la pandemia Covid-19 sia a causa dei picchi di domanda di elettronica sia per gli stop alla produzione. Questa carenza sta spingendo diverse grandi economie a ragionare sul reshoring della capacità di produzione dei prorpri semiconduttori. Ma un prolungato conflitto nell’area in cui si producono le materie prime necessarie alla produzione dei chip rishciano di inficiare anche questi investimenti di centinaia di miliardi di dollari a livello globale.