Cina, il Pcc ragiona sul suo passato per impostare il futuro

Xi Jinping spinge linea del Pcc sul tema della "prosperità comune"

OTT 19, 2021 -

Cina Roma, 19 ott. (askanews) – Il potere in Cina ragiona su tempi lunghi. Quindi non deve sorprendere che il principale tema all’ordine del giorno nella plenaria del XIX Comitato centrale del Partito comunista cinese, che è stata convocata dall’8 all’11 novembre, ci sia – come ha annunciato l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua – la discussione di una risoluzione sulle conquiste dei primi 100 anni del Partito comunista cinese. Anche perché, probabilmente, questa discussione potrebbe servire a impostare i prossimi 100 anni di attività. Secondo quanto scrive oggi il South China Morning Post, in effetti, questo documento sarà un importante indicatore politico di quale sarà la direzione che il Pcc prenderà per i prossimi decenni. D’altronde, solo due volte nella sua storia il partito ha approvato “risoluzioni sulla storia”. La prima è stata nel 1945, nell’era di Mao Zedong. Attraverso questo documento, il Grande Timoniere stabilì la sua leadership unica sul partito, sbarazzandosi dei suoi rivali interni. La seconda risoluzione sulla storia fu adottata da Deng Xiaoping nel 1981 e servì per fare i conti con gli errori della Rivoluzione culturale e per adottare la linea della porta aperta voluta dal Piccolo Timoniere. La decisione del Politburo – un organismo formato da 25 alti dirigenti del partito – di convocare il Comitato centrale su questo ordine del giorno fa capire che siamo a un altro snodo importante della storia del partito. Dal un lato ci sono le scadenze: il prossimo anno si terrà il Congresso del Pcc ed è previsto un ampio rimescolamento dei quadri. Al momento non c’è alcun sentore che il leader, Xi Jinping, abbia intenzione di farsi da parte. Anzi, il capo del partito e del paese ha consolidato il suo potere e, secondo la gran parte degli osservatori, potrebbe decidere di tenerlo a vita. Xi, però, ha bisogno di imprimere ulteriormente il suo marchio teorico sull’ideologia e sulla strategia del Pcc. In particolare, recentemente sta spingendo fortemente sulla nozione della “prosperità comune”, riesumando una parte dell’eredità maoista. In questo senso, probabilmente, verrà smussato il giudizio fortemente negativo sull’epoca maoista – compresa la Rivoluzione culturale – formulato nell’era Deng. Questo trend è emerso già nel discorso del centenario di luglio di Xi. Il Pcc è una grande nave – un partito di oltre 90 milioni di iscritti che governa un paese di un miliardo e mezzo di abitanti – e quindi tendenzialmente non è portato a imprimere svolte teoriche e ideologiche troppo repentine. Quindi, anche nel documento del prossimo mese, non ci saranno probabilmente abiure della linea seguita dagli anni ’80. Ma un riaggiustamento della rotta è probabile. Invece il documento conterrà probabilmente una definizione della Cina come nuova potenza globale, un riconoscimento della vittoria nella battaglia per sconfigger ela povertà, un impegno per l’unità della Repubblica popolare di fronte alle tendenze separatiste e per la svolta ambientale.