Banca mondiale: nel 2021 la povertà in Asia emergente crescerà

La diffusione delle varianti Covid soffoca la ripresa

SET 28, 2021 -

Asia Roma, 28 set. (askanews) – La povertà è destinata a crescere nell’Asia in via di sviluppo, con l’eccezione della Cina, per il secondo anno consecutivo nel 2021. Lo segnala la Banca mondiale, dando la colpa alla diffusione della variante Delta del Covid-19, che ha soffocato la ripresa economica e ha portato a una crescita delle ineguaglianze. L’attività economica, in particolare, ha cominciato a rallentare nel secondo trimestre dell’anno e le previsioni di crescita che erano state stabilite per la gran parte dei paesi della regione nella prospettiva di una ripresa post-pandemica sono state fortemente ridimensionate. In base all’Aggiornamento economico per l’autunno 2021 della Banca mondiale, mentre la Cina dovrebbe avere una crescita dell’8,5 per cento, il resto della regione dovrebbe registrare una crescita del 2,5 per cento, con un taglio del 2 per cento rispetto alla previsione di aprile. I tassi d’occupazione e di partecipazione alla forza lavoro sono caduti e qualcosa come 24 milioni di persone, che avrebbero dovuto uscire dalla povertà, non l’hanno fatto. Il numero di poveri – cioè di persone che guadagnano meno di 5,50 dollari al giorno – nei 22 paesi in via di sviluppo dell’Asia orientale e del Pacifico è cresciuto a 264 milioni nel 2020 dai 259 milioni dell’anno precedente. Ma, secondo la Banca mondiale, quest’anno, potrebbero diventare 266 milioni. Si tratta di una grande delusione rispetto alle previsioni pre-Covid, che fissavano in 241 milioni i poveri nel 2021. I dati, in particolare, sono particolarmente deludenti in Indonesia, nelle Filippine e in Myanmar. “La ripresa economica dell’Asia orientale in via di sviluppo e del Pacifico mostra un rovescio”, ha segnalato la vicepresidente per l’Asia orientale della Banca mondiale Manuela Ferro. “Mentre nel 2020 la regione ha contenuto il Covid-19, mentre altre regioni del mondo arrancavano, l’avvento dei casi di Covid-19 nel 2021 ha compresso le prospettive di crescita. Tuttavia la regione è emersa più forte dalle crisi precedenti e con le giuste politiche può farlo ancora”. Secondo la Banca mondiale, il Covid rischia di produrre una combinazione di bassa crescita e di accresciute ineguaglianze per la prima volta nella storia dell’ultimo secolo nell’Asia-Pacifico. A pagare uno scotto particolarmente pesante potrebbero essere i bambini di oggi, che riceveranno una minore scolarizzazione e potrebbero perdere 524 dollari al meno all’anno durante la loro vita lavorativa. La Cina è in controtendenza rispetto agli altri paesi della regione. Nel 2021 i poveri dovrebbero essere 37 milioni in meno, con un passo non dissimile da quello dei livelli pre-pandemia. D’altronde, la Banca centrale ha innalzato la prospettiva di crescita dall’8,1 per cento di aprile all’8,5 per cento. Tuttavia su questa crescita ci sono alcune incognite pesanti, che vanno dalla crisi del settore immobiliare rappresentata dalla vicenda Evergrande alla crisi delle forniture elettriche alla luce degli impegni di decarbonizzazione, che sta lasciando spesso senza energia impianti produttivi e case.