Fao: scorte mondiali cereali in crescita, prima volta da 2017-18

LUG 8, 2021 -

Agricoltura Roma, 8 lug. (askanews) – Le scorte mondiali di cereali dovrebbero aumentare per la prima volta dal 2017/18. E’ quanto emerge dall’ultimo Cereal Supply and Demand Brief pubblicato oggi dalla Fao. Si prevede quindi che le scorte mondiali di cereali entro la fine della stagione 2021/22 saranno in crescita, per la prima volta dal 2017/18, a seguito di una netta revisione al rialzo a 836 milioni di tonnellate, in aumento del 2,4% rispetto al livello relativamente basso dello scorso anno. Le ultime previsioni della FAO per il commercio mondiale di cereali nel 2021/22 sono state leggermente aumentate da giugno e ora si attestano a un record di 472 milioni di tonnellate, trainate principalmente dai grandi acquisti di mais dalla Cina che porteranno il commercio globale di mais a livelli record. Le previsioni per la produzione cerealicola mondiale nel 2021 sono state ridotte marginalmente a 2.817 milioni di tonnellate. Tuttavia, la cifra rimane dell’1,7%, ovvero 47,8 milioni di tonnellate, superiore rispetto al 2020. Le previsioni per la produzione mondiale di cereali grossolani sono state ridotte a 1.513 milioni di tonnellate, 3 milioni di tonnellate al di sotto delle aspettative del mese scorso, a causa di un forte taglio alle previsioni sulla produzione di mais brasiliana. La produzione mondiale di grano nel 2021 è stata ridotta di 1 milione di tonnellate a 784,7 milioni di tonnellate, ancora l’1,2% in più su base annua, poiché le condizioni climatiche secche nel Vicino Oriente hanno ridotto le prospettive di resa. Al contrario, la previsione della produzione globale di riso nel 2021 ha subito un leggero aggiustamento al rialzo, con un record di 519,5 milioni di tonnellate di riso che dovrebbero essere raccolte nel 2021, con un aumento dell’1% rispetto al 2020. L’utilizzo mondiale dei cereali nel 2021/22 è stato ridotto di 15 milioni di tonnellate rispetto al mese precedente a 2.810 milioni di tonnellate, tuttavia ancora dell’1,5% in più rispetto al 2020/21. La revisione al ribasso deriva in gran parte dall’utilizzo del mais in Cina per l’alimentazione animale, inferiore al previsto.