Dopo le Filippine anche il Vietnam studia i criptoasset

Affidato studio alla Banca centrale

LUG 6, 2021 -

Criptoasset Roma, 6 lug. (askanews) – Anche il Vietnam, dopo le Filippine, avvia una sperimentazione che potrebbe sfociare nell’integrare le criptovalute all’interno della propria economia. “Il programma pilota sarà lanciato a breve, con la Banca Centrale del Vietnam che dovrà individuare, sempre per conto del governo, i punti di forza e di debolezza di questa tecnologia, in particolare nel collegamento a un’economia di buone prospettive come quella vietnamita”, rileva Gianluca Grossi, di Criptovaluta.it, secondo quanto riporta un comunicato. Il primo ministro Pham Minh Chinh, tramite un’ordinanza ha deciso di puntare sull’innovazione, attraverso IA, big data ed ovviamente le cripto. Sempre secondo Grossi le Filippine saranno invece il primo Paese al mondo “a fondere un mercato dove vengono scambiate azioni e quote di fondi con un exchange ufficiale, dove si potranno comprare e vendere Bitcoin, Ethereum e altre criptovalute. Un impegno, da parte di Pse, assolutamente inimmaginabile in Europa, dove pur qualcosa ha iniziato a muoversi in Germania con la Deutsche Boerse che ha acquisito un importante intermediario svizzero attivo proprio nel campo delle criptovalute”. In Europa vi è una linea molto più cauta, se non ostile delle autorità su questi asset. Istituzioni come Bce, Eba e altre contestano che si possa usare il temine “valute”, su quelli che considerano prodotti finanziari altamente speculativi e rischiosi. Oggi il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli è intervenuto sul tema durante la sua relazione all’Assemlea annuale: “Bisogna porre argini al disordine delle cripto valute, che valute non sono – ha detto – e ai fortissimi rischi di illegalità che nascondono”. Nel pomeriggio il Bitcoin, il più noto dei cripto asset segna una limatura a 34.075 dollari, dopo le marcate oscillazioni delle passate sedute che lo hanno visto passare da 40 mila dollari a metà giugno a 31 mila a fine mese.