Attesa tra Big Tech cinesi per piano di “rettificazione” di Alibaba

Jack Ma ha preso i primi schiaffi, ma nel mirino tutti i giganti web

APR 29, 2021 -

Roma, 29 apr. (askanews) – Il mondo delle Big Tech cinesi attende entro domani un evento importante: Alibaba Group Holding, bersaglio recentemente di una multa dall’antitrust da 2,8 miliardi di dollari, presenterà il suo piano di “rettificazione” delle sue pratiche di mercato che, per i regolatori cinesi, sono ingiuste.

Il documento – segnala oggi il Nikkei – farà da punto di riferimento per 33 altri operatori di piattaforme web – tra le quali le gigantesche Tencent Holdings, Meituan e Pinduoduo – che hanno ricevuto dall’Amministrazione statale per la regolazione del mercato (SAMR) un ultimatum di due settimane, dopo una sonora ramanzina, per rettificare le loro pratiche di business, evitando in particolare che ai venditori venga imposta un’esclusiva.

Alibaba, in effetti, è stata solo la prima colpita, il bersaglio grosso anche con un connotato particolarmente simbolico, visto il ruolo che ha avuto Jack Ma nella nascita e consolidamento del mondo web cinese negli ultimi anni.

Proprio l’estroverso miliardario e il suo impero sono da diversi mesi sotto schiaffo delle autorità di Pechino. Oltre alla multa comminata dall’antitrust sulla piattaforma di e-commerce, le autorità regolatrici del sistema bancario hanno anche impedito lo scorso anno all’ultimo momento la quotazione in borsa di Ant Group, il braccio finanziario di Alibaba dove è collocata anche la fortunata piattaforma di pagamento e credito Alipay. Si trattava di un’operazione valutata attorno ai 34,5 miliardi di dollari, fatta saltare dai regolatori, i quali hanno anche imposto una ristrutturazione di Ant.

Ant Group, che ha 711 milioni di utenti attivi mensili, ha dovuto aprirsi a un disaccoppiamento tra i servizi di credito e gli altri servizi. “I giorni in cui un consumatore cinese poteva usare la propria app Alipay come store unico per fare tutto, da comprare la colazione e il biglietto del treno ad accendere un prestito o investire in un fondo, sembrano essere ormai contati, dal momento che il governo ha preso di mira i giganti tch per i loro comportamenti monopolistici, per i prestiti e rischio e per la privacy dei dati”, ha scritto ieri l’ascoltato giornale economico cinese Caixin.

Tuttavia, nel mirino non c’è solo Jack Ma, che certamente era diventato sovraesposto e ora è sostanzialmente sparito dai radar pubblici. Un’altra indagine è stata aperta questa settimana nei confronti del gigante del delivery Meituan che, secondo il South China Morning Post, rischia a sua volta una multa da 700 milioni di dollari. Questo, naturalmente, se verrà mantenuto il criterio usato già con Alibaba: una sanzione pari al 4 per cento delle entrate dell’anno precedente.

Inoltre, sul fronte fintech, tutte le altre piattaforme di questo tipo, come Tenpay di Tencent Holdings, che gestisce anche WeChat Pay, o JD Technology (del gigante di e-commerce JD.com, o ancora Du Xiaoman di Baidu si troveranno presto impegnate in un processo di rettificazione, ha spiegato Caixin.

Analisti interpellati dal Nikkei ritengono che la campagna di rettificazione – e la nozione di “rettificazione” ha un connotato molto forte e radicato nella cultura cinese dai tempi di Confucio – avrà un effetto di freno rispetto ala crescita dei principali operatori tech cinesi, che sono già dei giganti.

L’antitrust cinese ha chiesto ad Alibaba di risolvere problemi come i contratti d’esclusiva per i venditori, la discriminazione dei prezzi in base all’afflusso di dati, i sovrapprezzi ingiusti e le misure punitive nei confronti dei venditori. Inoltre i regolatori vogliono maggiore trasparenza sulla maniera in cui Alibaba utilizza i dati dei clienti raccolti.