Per raggiungere la neutralità carbonica la Cina punta anche sul nucleare

Approvata la costruzione di altri cinque reattori

APR 15, 2021 -

Roma, 15 apr. (askanews) – Come raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060? La Cina, il paese con maggiori emissioni al mondo, ha promesso di completare la sua decarbonizzazione entro quella data e, tra i percorsi per raggiungere l’obiettivo, ce n’è uno che non piacerà agli ambientalisti: il nucleare. Pechino ha infatto approvato la costruzione di cinque reattori nucleari, per una capacità totale di 4,9 gigawatt, il 10 per cento del totale del paese. Lo ha appreso da diverse fonti il South China Morning Post.

La notizia viene nel momento in cui nella regione dell’Asia orientale è alta la polemica nei confronti del Giappone che ha deciso di scaricare in mare acqua contenente trizio stoccata presso la centrale nucleare di Fukushima-1 che fu teatro nel 2011 del più grave incidente dai tempi di Cernobyl. La stessa Cina ha attaccato con durezza Tokyo in questi giorni. Ieri il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha scritto su Twitter: “L’Oceano non è l’immondezzaio del Giappone; l’Oceano Pacifico non è la fogna del Giappone”. E ha continuato: “Dirigenti giapponesi dicono che quell’acqua è buona persinno da bere: allora perché non l’assaggiano loro per primi?”

Pechino prevede che il picco delle sue emissioni verrà raggiunto prima del 2030 e che diventerà ‘carbon neutral’ entro il 2060, in base a un impegno assunto dallo stesso presidente Xi Jinping davanti all’Assemblea generale dell’Onu. All’interno di questo sforzo, però, c’è anche il rafforzamento della capacità nucleare. L’obiettivo di raggiungere i 58 GW entro il 2020 non è stato raggiunto, anche perché l’incidente di Fukushima ha reso meno rapido il processo d’approvazione delle nuove centrali. Ma in una riunione che si è tenuta ieri presso il Consiglio di stato cinese, cioè il governo, sono stati infine approvati – , secondo le fonti interpellate dal SCMP – cinque progetti nucleari che saranno realizzati dalla China National Nuclear Corporation (CNNC).

Alla riunone hanno partecipato anche funzionari dell’Amministrazione nazionale dell’energia e dell’Amministrazione nazionale di sicurezza nucleare. La discussione ha assunto un respiro ampio ed è andato a cercare di delineare quale sarà il ruolo del nulceare nello sforzo di decarbonizzazione. “L’energia nucleare è una scelta inevitabile se la Cina punta a raggiungere l’obiettivo di portare le emissioni di anidride carbonica al picco entro il 2030 e a raggiungere la neutralità entro il 2060”, ha detto uno dei partecipanti alla riunione anonimamente al SCMP.

I cinque reattori approvati includono quattro regolari: il numero 7 e 8 della centrale di Tianwan nella provincia orientale di Jiangsu e i numeri 3 e 4 della centrale di Xudapu, nella provincia nordorientale di Liaoning. Si tratta – secondo il SCMP – di quattro impianti di tecnologia russa VVER-1200 con la capacità individuale di 1,2 GW. Il quinto reattore è un più piccolo reattore modulare da 125 megawatt nel progetto dimostrativo presso la centrale nucleare di Changjiang nella provincia di Hainan. I lavori di costruzione dovrebbero partire quest’anno e saranno completati nel 2026, secondo le fonti.

La Cina, inoltre, sta accelerando sul fronte dello sviluppo del nuovo modello di tecnologia nucleare di terza generazione denominato Hualong 2. Entro il 2035 l’Associazione del nucleare cinese prevede di aver installato o in costruzione una capacità produttiva di 200 Gigawatt.