Crisi dei chip, TSMC: potrebbe continuare anche nel 2022

Lunedì Biden ha convocato un vertice virtuale d'emergenza

APR 15, 2021 -

Roma, 15 apr. (askanews) – La crisi di offerta dei chip che sta mettendo in difficoltà diversi settori produttivi, a partire dall’automotive, potrebbe riversarsi nel 2022. L’ha segnalato oggi il principale fornitore mondiale di chip, la Taiwan Semiconductor Manifacturing Company (TSMC), nel presentare i suoi brillanti risultati trimestrali.

“Attualmente vediamo che la domanda continua a essere alta e questa penuria di chip continuerà in tutto quest’anno e potrebbe essere esteso nel 2022”, ha spiegato l’amministratore delegato C.C. Wei agli investitori, secondo quanto riferisce il Nikkei Asia.

Si tratta di una pessima notizia per i settori digitali e per l’industria che ormai ha bisogno di un apporto importante di semiconduttori per la propria produzione. Già diverse case automobilistiche hanno effettuato o annunciato tagli della produzione e la penuria di chip sta tracimando nell’elettronica di consumo.

A provocare la crisi sono state delle concause, alcune strutturali altre contingenti. Tra queste ultime una serie di eventi atmosferici o incidenti, che hanno interessato alcune industrie produttrici di semiconduttori negli Stati uniti e in Giappone. Invece, come elementi strutturali, c’è la transizione al 5G.

A metà ci sono altri elementi, da quello ovvio del Covid-19 che ha fatto crescere fortemente la domanda di elettronica, alla guerra commerciale tra Stati uniti e Cina, che si sta riverberando fortemente anche nel settore della produzione dei semiconduttori: la grandissima parte dei chip, in realtà, è prodotto in Asia orientale e in particolare tra Taiwan e Cina.

La questione è talmente sentita negli Usa che il presidente Joe Biden lunedì ha ospitato un vertice virtuale invitando tre grandi produttori – Intel, Samsung e TSMC – e manager delle case automobilistiche, tra cui Ford e General Motors. La strategia americana, a questo punto, sembra essere quella di riportare il più possibile la produzione in terra americana. In precedenza, il presidente americano aveva già a annunciato di voler stanziare 50 miliardi di dollari all’interno del grande programma di rilancio infrastrutturale da 2mila miliardi di dollari.

Wei, nel suo intervento, ha spiegato che la TSMC ha posto la sua priorità nel ridurre la penuria di semiconduttori per le case automobilistiche, ma le tempeste invernali in Texas e prima il terremoto in Giappone e poi un incendio in una fabbrica nipponica (la Renesas) ha creato ulteriori clli di bottiglia. Quindi, per quanto TSMC ritiene che riuscirà ad alleggerire la crisi dei chip per i produttori di auto dal prossimo trimestre, in realtà bisogna tener conto del fatto che la catena di fornitura è particolarmente complessa e perché un chip vada dalla fabbrica alla catena di montaggio delle auto ci vogliono circa sei mesi.