Cotone Xinjiang, Hugo Boss Cina dice che continuerà a usarlo

Ma in un comunicato casa tedesca ha detto che non ne compra

MAR 26, 2021 -

Roma, 26 mar. (askanews) – La controllata cinese di Hugo Boss ha annunciato che continuerà a comprare cotone dello Xinjiang, nonostante la sua casa madre si sia allineata alla posizione di altri grandi brand dell’abbigliamento mondiale che hanno bloccato questi acquisti sulla base delle accuse di genocidio della minoranza uigura e di lavoro forzato avanzate da diverse ong e governi occidentali nei confronti di Pechino.

La Cina ha reagito a queste prese di posizione in maniera dura. I giganti dell’e-commerce cinese hanno reso inaccessibili i prodotti di questi brand – tra i quali Nike, H&M, Adidas, Burberry – e sui social è partita una pesante campagna di boicottaggio che ha avuto una vastissima eco sui media di stato.

“Il cotone lungo dello Xinjiang è uno dei migliori del mondo, noi crediamo che i materiali di qualità debbano mostrare il loro valore. Per questo continueremo a comprare e sostenere il cotone dello Xinjiang”, ha scritto sul suo profilo Weibo (il “Twitter cinese”) la filiale locale della casa di moda tedesca. E ha ancora affermato: “Abbiamo sempre rispettato il principio dell’unica Cinae difendiamo risolutamente la sua sovranità e integrità territoriale”.

Il post contraddice apparentemente quanto riportato sul principale sito internet di Hugo Boss, dove è scritto chela compagnia non acquista direttamente dallo Xinjiang.

In un articolo, il giornale di Hong Kong South China Morning Post sostiene che un addetto stampa interpellato presso il quartier generale di Hugo Boss in Germania non ha saputo spiegare la contraddizione.

Questa posizione non chiarita ha portato utenti dei social cinesi ad accusare il brand tedesco di ipocrisia, come accaduto alla giapponese Muji, che ha ammesso di continuare a usare cotone dello Xinjiang, ma che avrebbe rimosso abiti fatti quel cotone dal suo sito online giapponese.