Cina superpotenza eolica, nel 2020 ha installato 52 GW

Ha installato più pale d'Europa, Africa, M.O. e Latinamerica assieme

MAR 18, 2021 -

Roma, 18 mar. (askanews) – La Cina in un anno ha raddoppiato la sua capacità di generazione elettrica attraverso l’eolico, installando nel 2020 – in base a dati preliminari – 52 GW. Lo riferisce oggi il Global Wind Energy Council, segnalando che la performance cinese ha anche fatto volare la crescita dell’eolico in tutta la regione dell’Asia Pacifico.

Il presidente cinese Xi Jinping ha indicato per la completa neutralità carbonica della Cina la data del 2060 e il paese è impegnato in massicci investimenti sul fronte dell’economia green. L’incremento cinese, tuttavia, è stato gonfiato nel 2020 anche dalla necessità delle aziende di cogliere l’ultima chance per accedere agli incentivi statali che sono terminati con la fine dell’anno.

Oltre alla Cina, nella regione, molti paesi hanno registrato un anno record per l’eolico. L’Australia ha installato 1.097 MW, il Giappone 449 MW, il Kazakistan 300 MW e lo Sri Lanka 88 MW. In tutto, l’intera regione Asia Pacifico ha installato nel 2020 56 GW uleriori di capacità eolica, con un incremento del 78 per cento su base annua. Questo porta l’intera regione a 347 GW, che equivalgono a 510 milioni di tonnellate di CO2 in meno emesse annualmente.

“L’Asia Pacifico è la regione con più capacità eolica globalmente, avendo installato oltre il 60 per cento di tutta la nuova capacità generativa eolica mondiale nel 2020”, ha segnalato il capo del settore Market Intelligence and Strategy del GWEC Feng Zhao.

“L’incredibile e rapidas crescita dell’energia eolica nella regione – ha proseguito – è guidata dalla Cina, che ora ha più capacità di generazione eolica di Europa, Africa, Medio Oriente e America Latina messe assieme. Ci aspettavamo una cosa alle installazioni in Cina lo scorso anno a causa della conclusione degli incentivi in tariffa per l’eolico onshore entro la fine del 2020, ma il mercato eolico cinese ha superato le nostre previsioni originali di oltre il 73 per cento”.