Cina spinge la valuta digitale: test Capodanno e pacchetti omaggio

Secondo il Financia Times servirà a aumentare il controllo centrale

FEB 17, 2021 -

Roma, 17 feb. (askanews) – Con piccoli “pacchetti omaggio” in occasione del capodanno lunare, la Cina procede a passi spediti verso la creazione di una valuta digitale della Banca centrale, che alcuni hanno battezzato “e-yuan”. Ma secondo il Financial Times, lungi dall’essere simile ai vari criptoasset che tanto piacciano ad alcuni libertari, in quando basati du tecnologie decentralizzate e decentralizzanti, si tratterà di un poderoso strumento di controllo, ipercentralizzato dell’economia. E più avanti, di qualcosa con cui rafforzare anche il peso di Pechino nell’economia globale.

La Cina punta infatti chiaramente a diventare la prima grande economia globale a creare una valuta digitale centrale. In questo modo potrebbe anche stabilire standard tecnici che poi potrebbero fare da riferimento a livello globale, potrebbe potenziare il suo ruolo sui sistemi di pagamento elettronici. E rafforzare quello dello yuan a discapito del primato internazionale del dollaro (e probabilmente anche dell’euro, dato che è la seconda maggiore valuta internazionale).

Ma prima ancora, prosegue il quotidiano citando un banchiere anonimo di Wall Street, un renmimbi digitale “metterebbe ogni transazione sotto i radar della Banca centrale cinese”. Servirà a rafforzare il già pervasivo controllo dello Stato. Una valuta digitale risulterà poi utile e combattere fenomeni come riciclaggio, corruzione e finanziamento del terrorismo. Ma anche per riportare in carreggiata il segmento delle fintech che al momento, a differenzia di altri settori in Cina, è dominato da aziende private.

Al momento, quindi, la strategia è di spingere sulla popolarità della valuta ufficiale digitale. E per questo si sono moltiplicate le iniziative di sperimentazione su base locale. Le più recenti si sono viste in questi giorni a Pechino e Suzhou, dove i cittadini hanno potuto consolarsi delle celebrazioni sottotono, causa Covid, dell’inizio dell’anno del bue, vedendosi distribuire 200.000 pacchettini rossi di valuta digitale centrale, ognuno dal valore di 200 yuan (circa 26,5 euro), tramite una lotteria pubblica.

Qualche mese fa Usa ed Europa sembrano aver capito che di trovavano di fronte ad una corsa. Nei mesi scorsi, infatti, le dichiarazioni sul tema e i programmi di sviluppi di valute digitali centrali sembrano aver subito accelerazioni, specialmente sull’euro. A inizio mese Fabio Panetta, il componente del Comitato esecutivo della Bce che ha la delega su questi temi, in una intervista ha definito “realistica” l’ipotesi del lancio di un euro digitale in 4-5 anni (post che la decisione se farlo o meno non sarebbe stata ancora presa). Panetta ha aggiunto che prima di allora si potrebbero effettuare sperimentazioni simili a quelle cinesi.

La Cina è decisamente più avanti: secondo il Financial times l’obiettivo è avere la valuta digitale già pronta per i Giochi Olimpici invernali del 2022.