Bce, il capo economista Lane spiega i pericoli della deflazione

Sarebbe come alzare i tassi e incentivare il rinvio delle spese

MAG 13, 2020 -

Roma, 13 mag. (askanews) – Prima che esplodesse la crisi da pandemia di Coronavirus la Bce era impegnata a tentare di favorire una risalita dell’inflazione dall’1% circa verso il 2%, il suo obiettivo di medio termine, “adesso invece non solo rischiamo di non averla all’1%, ma potrebbe finire a livelli negativi”. E’ l’allarme lanciato dal capo economista dell’istituzione monetaria, Philip Lane, in una intervista via internet con la University of Amsterdam.

“L’inflazione negativa – ha detto – è una situazione molto difficile e pericolosa”. Il banchiere centrale ha usato il termine “tricky”.

Il motivo è che se si trascina, specialmente in un quadro recessivo dell’economia, rischia di degenerare in una vera a propria deflazione dei prezzi. E quello sarebbe ancor più insidioso per Eurolandia. “Perché, essenzialmente, sarebbe un po’ come alzare i tassi di interesse – ha spiegato Lane -. Mentre oggi, con la crisi, se vuoi mantenere l’attività economica ti serve un incentivo a spendere oggi, non a spendere domani. Un modo di farlo è un basso tasso di interesse. Un altro è un tasso di inflazione positivo: spendere oggi è meno costoso di spendere domani”.

“La deflazione è l’opposto di tutto ciò – ha proseguito il capo economista della Bce – la deflazione tende a far posporre le spese. E’ un effetto pernicioso”.

Perché rischia di innescare una spirale negativa con la recessione economica, che rafforza e prolunga la deflazione che a sua volta alimenta la contrazione economica.

La deflazione “rende molto difficile mantenere l’attività economica”. Inoltre “in queste situazioni le Banche centrali hanno molto meno spazio di manovra e il consenso internazionale è che è molto importante combattere per evitare la deflazione. Con una inflazione all’1% diventa importante impegnarsi per evitare che risulti negativa in maniera permanente”, ha concluso Lane.