Fed taglia tassi, ma Powell esclude lunga fase di riduzioni

E' la prima riduzione dalla crisi del 2008

LUG 31, 2019 -

New York, 31 lug. (askanews) – La Federal Reserve ha dato agli investitori quello che si aspettavano: il primo taglio dei tassi dal dicembre del 2008. La banca centrale americana però non ha fornito la chiarezza attesa sulle sue mosse future. Per questo gli indici a Wall Street sono crollati, il dollaro si è rafforzato con i titoli finanziari mentre i titoli di stato americani a due anni sono stati venduti.

La riduzione del costo del denaro di 25 punti base al 2-2,25% era ampiamente prevista. Quello che forse il mercato voleva sentirsi dire era l’arrivo certo di altri tagli da parte della banca centrale americana, che per altro ha messo fine due mesi prima del previsto alla riduzione del suo bilancio gonfiato negli anni della crisi da tre round di acquisto di Treasury e bond ipotecari.

Nel comunicato diffuso alla fine di due giorni di riunione, la Fed ha ribadito un messaggio ormai noto ai trader: “Agirà in modo appropriato per sostenere l’espansione, con un mercato del lavoro forte e un’inflazione vicina all’obiettivo simmetrico del 2%”. In conferenza stampa, il governatore Jerome Powell non ha voluto invece sbilanciarsi.

Il taglio dei tassi “ampiamente telegrafato” ai mercati “non è l’inizio di una lunga serie di tagli dei tassi” ma non è nemmeno l’unico che potrebbe esserci, ha spiegato Powell ribadendo che tutto dipenderà dal quadro economico e dai rischi che arrivano dall’estero.

Con il suo solito aplomb, Powell ha evitato alcun riferimento al presidente americano, Donald Trump, che negli ultimi giorni aveva chiesto un “grande” taglio dei tassi, superiore ai 25 punti base. Tuttavia, al leader Usa convinto che “ora ci troveremmo in una grande recessione/depressione” se lui non avesse vinto le elezioni del 2016, Powell ha mandato a dire che la Fed non taglierà mai i tassi in risposta a un pressing politico.