New York, 20 set. (askanews) – Paziente, ma non troppo. La Federal Reserve potrebbe emergere così dalla sua riunione, iniziata oggi e che si concluderà domani alle 20 italiane con l’annuncio delle sue scelte di politica monetaria. Il mercato scommette infatti che i tassi restino invariati allo 0,25-0,5%, lo stesso livello a cui furono portati nel dicembre 2015 quando ci fu la prima stretta dal giugno 2006 (fu di 25 punti base). Trader e gestori tuttavia si aspettano avvertimenti di un aumento del costo del denaro entro fine anno. E siccome da qui ad allora ci sono in calendario due riunioni, è quella del 13-14 dicembre che assume particolare importanza. E’ escluso infatti che la Fed scelga di diventare meno accomodante nel meeting dell’1 e 2 novembre per due motivi: quell’appuntamento non prevede una conferenza stampa del governatore Janet Yellen, che invece risponderà alle domande sia domani sia a dicembre, e cade prima del giorno delle elezioni presidenziali dell’8.
Economisti e investitori sono quasi certi che questa volta la Fed non cambi rotta alla luce di una serie di dati macroeconomici che recentemente hanno deluso e dai quali dipendono le mosse della banca centrale Usa. E’ vero che da Jackson Hole (Wyoming), a fine agosto Yellen aveva fatto capire che le condizioni per un aumento dei tassi “si sono rafforzate negli ultimi mesi”.