Economia, Catania: l’Italia paga forte gap sulla digitalizzazione – askanews.it

Economia, Catania: l’Italia paga forte gap sulla digitalizzazione

Ago 22, 2018
Roma, 22 ago. (askanews) – “L’Italia ha un gap da colmare in termini di digitalizzazione. Per anni abbiamo investito meno, in maniera significativa, rispetto agli altri paesi europei. Ed abbiamo pagato questo divario con un conto molto salato, sia in termini di crescita, che di sviluppo e occupazione. La buona notizia è che da un paio d’anni la leadership del Paese pubblica e privata si è resa conto che il tema è si tecnologico ma essenzialmente economico e politico. C’è in gioco il ridisegno della nostra economia, dell’impianto delle nostre istituzioni”.

A fare il punto, invocando “un’apertura mentale e di metodo, per mettere a confronto e recepire il contributo di tutte le componenti rappresentative della società” è Elio Catiania, Presidente di Confindustria Digitale e Vice Presidente del CNEL che delinea in un’intervista esclusiva pubblicata sul portale dell’istituzione sottolinea che “Questo è il grande ruolo che il nuovo CNEL, un CNEL 4.0, può e deve giocare”.

Secondo Catania “Non v’è dubbio che il lavoro è interessato in modo profondo da queste rivoluzioni ma non perdiamo di vista il cuore di questa discussione: certo in alcuni casi la robotica e la strumentazione sofisticata sostituisce, ancor più che nel passato, il lavoro soprattutto di basso profilo, nella linea di produzione e nei lavori amministrativi, ma in molti casi la tecnologia diventa ausilio forte per migliorare la qualità del lavoro e del prodotto. La formazione e la riqualificazione delle competenze è la vera grande sfida e la vera opportunità di qualunque impresa e di qualunque economia, soprattutto per un paese come il nostro a grande vocazione manifatturiera. È il vero salto per dare maggior lavoro ed al lavoro maggior dignità.

Lei è presidente di Confindustria Digitale. A che punto è la digitalizzazione delle imprese italiane? Quali le criticità da colmare?

“Il Paese – risponde Catania – ha un gap da colmare in termini di digitalizzazione. Per anni abbiamo investito meno, in maniera significativa, rispetto agli altri paesi europei. Ed abbiamo pagato questo divario con un conto molto salato, sia in termini di crescita, che di sviluppo e occupazione. La buona notizia è che da un paio d’anni la leadership del Paese pubblica e privata si è resa conto che il tema è si tecnologico ma essenzialmente economico e politico”.

Per il vicepresidente del Cnel “c’è in gioco il ridisegno della nostra economia, dell’impianto delle nostre istituzioni. Il motore è si tecnologico, ma le implicazioni sono organizzative, sociali, educative, politiche. Pensiamo soltanto ai grandi quesiti che la rivoluzione tecnologica mette sul tavolo: la privacy, il diritto d’autore, la sicurezza. E solo con una presa di coscienza e possesso di questo tema da parte della classe dirigente che imprese e istituzioni possono affrontare il profondo processo di digitalizzazione, trasformandolo in una grande opportunità di competitività e di servizio per cittadini ed imprese”.

Il presidente di Confindustria Digitale ricorda che “il piano 4.0 del governo così come il piano banda ultra larga hanno rappresentato due passaggi cruciali. Due messaggi forti. Gli interventi di supporto del governo insieme ad una capillare attività nei territori da parte dei sistemi associativi hanno consentito una estesa diffusione dell’importanza del digitale, soprattutto nelle sistema di piccole e medie imprese che costituisce l’architettura industriale del nostro paese. A differenza della Germania ad esempio noi non possiamo contare su un grande numero di imprese grandi, che tradizionalmente trascinano l’intero ecosistema di fornitori e clienti in un processo di innovazione. La nostra sfida e di andare in modo capillare e diffuso filiera per filiera, territorio per territorio. I risultati cominciano a vedersi. Oggi l’80% degli imprenditori sa cosa vuol dire lo slogan 4.0, e decine di migliaia di imprese sono impegnate in progetti concreti. Ma siamo solo all’inizio e occorre fare presto, anche perché gli altri corrono molto velocemente”.