Il padiglione Italia per la Biennale: tra la Notte e le Comete

Il progetto di Gian Maria Tosatti curato da Eugenio Viola

FEB 14, 2022 -

Biennale Milano, 14 feb. (askanews) – “Eravamo impegnati in piccolezze dell’umano e intanto il mondo sprofondava, ancora oggi. Non ci muoviamo mai, non ci stiamo evolvendo: è questa la battaglia che abbiamo perduto”. E’ questa una delle riflessioni che Gian Maria Tosatti, l’artista che rappresenterà l’Italia alla 59esima Biennale d’arte di Venezia, ha voluto condividere nel giorno della presentazione del progetto, curato da Eugenio Viola, per il nostro padiglione nazionale. Un lavoro, per dirla con le parole proprio del curatore, “ambizioso, difficile, visionario”, che ha già nel titolo un punto di forza e di ambivalenza: “Storia della Notte e Destino delle Comete”. La notte che attraversiamo, e Tosatti è un artista che coltiva anche la dimensione letteraria del lavoro, e le comete alle quali, alla fine del percorso che ricostruisce quella “sconfitta” che l’artista ha paragonato a quella delle troiane di Euripide, alla fine, si diceva, ci deve essere “non una via d’uscita, ma una via di evoluzione, Di questo parla il padiglione – ha detto ancora Tosatti – di quello che non siamo stati capaci di essere fino a oggi e del fatto che dobbiamo trovare il coraggio di diventare quello che dovremmo essere”. Alla presentazione hanno preso parte anche il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto e il ministro della Cultura Dario Franceschini. “Un progetto espositivo affascinante – ha detto proprio il ministro – che attraversa diversi linguaggi artistici e indaga le contraddizioni della contemporaneità e il rapporto tra uomo e natura. Sarà un Padiglione all’insegna della creatività e dell’innovazione”. “Da ex uomo di cinema – ha aggiunto Cicutto – sarei stato felice di produrre un film con il titolo Storia della Notte e Destino delle Comete. Promette mistero, scoperte e l’emozione di un viaggio molto speciale. Gian Maria Tosatti, che fa riferimento più al racconto teatrale che a quello cinematografico, conosce l’importanza del narrare, che sarà la materia prima di cui son fatte le opere del Padiglione Italia, ma anche del ‘forum continuo’, una formula cui la Biennale tutta, nel senso di tutte le arti che rappresenta, vuol fare sempre più ricorso per riscattare l’azione creativa, dalla caducità di un tempo limitato alla durata della loro esposizione in mostra”. Storia della Notte e Destino delle Comete si configura come una grande installazione ambientale pensata appositamente per gli spazi delle Tese delle Vergini, occupandone l’intera superficie, e propone una visione dello stato attuale dell’umanità e delle sue prospettive future. L’opera – spiegano Tosatti e Viola – si configura come un dispositivo intermediale che contiene in sé e fonde una pluralità di linguaggi come di consueto nella ricerca di Tosatti, dai riferimenti letterari alle arti visive, dal teatro alla musica e alla performance. Una complessa macchina narrativa esperienziale che conduce il visitatore in un percorso sensibile, a tratti familiare e in parte spiazzante, con l’obiettivo di offrire una consapevolezza nuova e generare riflessioni concrete sul possibile destino della civiltà umana, in bilico tra i sogni e gli errori del passato e le promesse di un futuro ancora in parte da scrivere.  Il direttore generale Creatività Contemporanea del MiC, Onofrio Cutaia, ha parlato di “un progetto ambizioso, immersivo, che affronta in modo originale il rapporto tra uomo e natura, tra sviluppo sostenibile e territorio, interpretando metaforicamente il sogno industriale italiano”. Il padiglione tratta temi come il difficile equilibrio tra uomo e natura, tra sviluppo sostenibile e territorio, tra etica e profitto, proponendo una lettura estetica di questo scenario e offrendo una piattaforma inedita in cui sviluppare un dibattito inclusivo e approfondito intorno a questi temi. Il percorso espositivo è strutturato con un impianto teatrale che articola la narrazione in un prologo e due atti: la Storia della Notte e il Destino delle Comete. L’Italia, con la sua vicenda storica di giovane nazione reduce da due guerre mondiali interessata da una straordinaria crescita economica, il cosiddetto “miracolo italiano”, offre lo scenario per la costruzione di questa mostra. Lo spazio della prima Tesa costituisce un viaggio nel Bel Paese e coincide con la Storia della Notte, ovvero il racconto simbolico dell’ascesa e del declino del sogno industriale italiano. Una sequenza di scenari spiazzanti prepara a una visione finale in cui l’immaginario si ribalta in una vera e propria epifania. Proseguendo si giunge alla visione finale, il Destino delle Comete, che ricorda come la natura oltraggiata, fin dai tempi del diluvio, non perdoni l’uomo. In questa immagine, epilogo potente e inquietante, si leva un elemento inversamente perturbante, il segno di una pace possibile. La mostra si conclude quindi con un messaggio di speranza sul destino che attende questa umanità che, come una cometa, ha attraversato con una grande scia luminosa l’universo. “Numerosi i punti di contatto tra la mia ricerca curatoriale e quella artistica di Gian Maria Tosatti – ha detto ancora Eugenio Viola -. Per entrambi, il nostro lavoro è innanzitutto confrontarsi dialetticamente con le lacerazioni e le contraddizioni della contemporaneità, ovvero significa assumersi una responsabilità critica rispetto al nostro presente storico incerto. Per entrambi, un progetto deve necessariamente esprimere una tensione etico-politica e concepirsi come un lucido saggio visivo, parte di un più ampio racconto per immagini in costante divenire. Storia della Notte e Destino delle Comete è per entrambi, a oggi, il capitolo più importante che ci apprestiamo a scrivere di questo racconto, in cui le nostre storie tornano ancora una volta a intrecciarsi e a confrontarsi”. “Il compito dell’arte – ha concluso Gian Maria Tosatti con la dovuta capacità di manipolare la dimensione teatrale, anche di una conferenza stampa – è quello di farci sentire nelle vene il bruciore di una condizione insostenibile che chiede il nostro cambiamento. Per me l’arte moderna si basa sulla tragedia e il meccanismo della tragedia è la catarsi. La catarsi non è la morale, la catarsi è uscire dalla tragedia con il sangue che ti brucia nelle vene e ti dice che non puoi continuare a essere ancora per un minuto la persona che se stata fino a quel momento, perché l’uomo deve sempre cambiare. Il tema è che dobbiamo svegliarci al presente, altrimenti moriamo”.