Martedì 7 dicembre 2021 - 15:32
A Roma “Kaspar (ovvero una tortura di parole)” ispirato ad Handke
Lea Barletti e Werner Waas al Teatro Palladium 9 e 10 dicembre

Provocatorio come l’opera da cui è tratto, lo spettacolo di 90 minuti – realizzato con il sostegno di ItzBerlin E.V., la collaborazione di Iacopo Fulgi e Harald Wissler e con il contributo del Forum Austriaco di Cultura – muove dal proposito di dimostrare come una coscienza umana “vergine” possa essere riempita, e con ciò violentata, con l’esercizio di formule linguistiche convenzionali. Nello spettacolo il “Suggeritore” (Werner Waas), sottopone Kaspar (Lea Barletti) a una vera e propria tortura di parole fino a quando quest’ultimo acquista proprietà di linguaggio, si “integra” nella società e comincia successivamente a ribellarsi contro il suo interlocutore fino a complicare il gioco al punto da non sapere più con esattezza chi è a condurlo. Lo spettacolo Kaspar non mostra come stanno veramente le cose o come sono andate veramente le cose con Kaspar Hauser, ma mostra cosa è possibile fare con qualcuno, come qualcuno possa essere portato a parlare attraverso il parlare.
È possibile portare un essere umano ad una identità attraverso la parola? O, come dice Handke, attraverso una tortura di parole? All’inizio Kaspar è una specie di essere “puro” in relazione immediata e sconfinata con tutto quello che lo circonda. Alla fine del suo percorso di “integrazione”, Kaspar è portato nella realtà, ed è consapevole di cosa ha perso per strada. È la storia di noi tutti, e da questa storia deriva tutto ciò che chiamiamo coscienza. Le emozioni e le parole non coincidono, non si può fare affidamento sulle parole. L’unica cosa che si può fare è continuare a indagare a partire dalla propria diffidenza, per poi scoprire che è una ricerca senza fine. In questo percorso ci ritroviamo tutti molto più vicini e simili gli uni agli altri di quanto avremmo pensato. Siamo tutti Kaspar – bisogna solo mettersi in ascolto. Come dice Kaspar: “Io sono io solo per caso”.
Lea Barletti e Werner Waas si sono conosciuti molti anni fa a Roma. Da allora vivono e lavorano insieme, prima a Roma, poi a Monaco di Baviera, Lecce e attualmente a Berlino. Insieme hanno prodotto, diretto e interpretato un gran numero di spettacoli, fondato una compagnia teatrale (Induma Teatro), cofondato un Centro Culturale Multidisciplinare (“Manifatture Knos”, a Lecce, tutt’ora attivo seppure ormai senza di loro), organizzato sette edizioni (tra il 2008 e il 2015) del Festival/Laboratorio di arti performative “K-now!” (sempre a Lecce), inventato un premio nazionale di drammaturgia contemporanea (“Il Centro del discorso”, tre edizioni tra il 2008 e il 2011) e fondato un’altra compagnia (Barletti/Waas), con la quale attualmente girano e lavorano tra Germania e Italia, e fatto negli anni un gran numero imprecisato di altre cose, tra cui due figli (Rocco e Tobia).