Oppi e Martini, alla Galleria Orsi due artisti oltre il Novecento

Fino al 2 dicembre a Milano la mostra curata da Amedeo Porro

NOV 27, 2021 -

Arte Milano, 27 nov. (askanews) – Due artisti del primo Novecento, due modi di intendere il realismo in pittura e in scultura e un ragionamento curatoriale sulla relazione tra le arti, per così dire, tradizionali e la fotografia, con la pretesa di oggettività che il nuovo medium portava con sé. E’ questo uno dei temi che si possono affrontare nella mostra “Oltre il Novecento – Ubaldo Oppi e Arturo Martini, due artisti a confronto”, che Amedeo Porro ha organizzato negli spazi della Galleria Carlo Orsi di via Bagutta a Milano. Il confronto tra i due artisti nasce dall’accostamento di due opere come “La povertà serena” di Oppi e la “Nena” di Martini, lavori che esplorano il tema della ritrattistica familiare, ma che arrivano a risultati molto diversi: da una parte l’individualizzazione di Martini che punta alla caratterizzazione del soggetto e della sua interiorità, dall’altra la tipizzazione, per certi versi sospesa tra una sorta di magia e la tipizzazione che guarda alla possibile definizione di alcuni archetipi. “La povertà serena – ha scritto Elena Pontiggia nel catalogo della mostra – è un ritratto di madre e figlia nell’intimità della casa. E’ questa un’immagine che suggerisce laicamente una sorta di beatitudine evangelica: “beati i poveri” che sono sostenuti e confortati dal calore degli affetti, dalla tenerezza dei rapporti, dalla comprensione reciproca nata dall’affinità dei caratteri. La felicità non deriva dalla ricchezza dei beni ma dalla ricchezza di bene, cioè dalla profondità e dall’autenticità dei sentimenti. Molte sono le fonti per questo capolavoro, Derain, il Doganiere Rousseau per i volti, i Primitivi del Quattrocento per la meravigliosa architettura dello sfondo”. Per quando riguarda la “Nena” di Martini, invece, rappresenta “il volto romantico della figlia Maria all’età di nove anni. Opera eseguita ‘da stampo’ e considerata da Vianello la seconda plasmata da Martini in piccola serie, è considerato il più intenso tra i ritratti martiniani dove la fanciulla è ripresa nel momento della partenza per il collegio a bordo di un treno affacciata al finestrino”. Suggestiva e interessante, come spesso accade nelle esposizione della Galleria, “Oltre il Novecento”, resta aperta in via Bagutta fino al 2 dicembre.