Milano, ponte vetrato con base a specchio per raddoppio Museo ‘900

Progetto prevede, in alternativa, due corpi museali separati

LUG 12, 2021 -

Cultura Milano, 12 lug. (askanews) – Milano punta al 2026, l’anno dei Giochi olimpici invernali condivisi con Cortina, per l’inaugurazione del raddoppio del Museo del Novecento. Un progetto da 18,5 milioni di euro, allo studio da oltre un decennio, cioè a partire dall’apertura del museo attuale, che punta ad allungare il percorso espositivo accompagnando il visitatore fino ai confini dell’arte contemporanea. Un sogno oggi più vicino grazie all’assegnazione a un team con capogruppo l’architetto Sonia Calzoni insieme a Pierluigi Nicolin, Ferdinando Aprile, Giuseppe Di Bari e Bruno Finzi, del Concorso Internazionale di Progettazione “Novecentopiùcento”, pubblicato a dicembre 2020 dal Comune. L’obiettivo era raggiungere una sintesi architettonica tra i due edifici gemelli dell’Arengario, in modo da formare un unico organismo e già il concorso indicava due possibili soluzioni per il collegamento tra i due edifici. Da una parte è stata quindi immaginata una passerella interamente in cristallo, sorretta da una struttura metallica nascosta da uno specchio convesso per minimizzare l’impatto visivo del manufatto, concepito tra l’altro come elemento facilmente rimuovibile. In alternativa, qualora l’idea della passerella venga scartata dalla Soprintendenza, le due ali dell’Arengario rimarranno due corpi museali separati, con ingresso in quella attuale e passaggio dei visitatori all’altra ala dal piano strada. L’ampliamento aggiungerà comunque più di 1.000 metri quadrati di spazi espositivi. La passerella aerea sarebbe posta a quota 19,65 metri, all’altezza del terzo livello dei due Arengari, costituita da una trave reticolare fissata direttamente alle colonne laterali esistenti degli edifici. Il collegamento avrebbe così le caratteristiche di un terzo esile ponte di attraversamento dell’asse piazza della Scala – piazza Diaz, complementare ai primi due costituiti dagli archi-portali monumentali della stessa Galleria progettata dal Mengoni. La seconda soluzione, alternativa ma comunque realizzabile anche in presenza della passerella aerea, prevede la trasformazione di via Marconi in un atrio esterno del museo in diretto contatto con la città. Al piano terra della nuova ala troveranno spazio un bookshop aperto al pubblico e una caffetteria con tavolini, mentre nel mezzanino verrà realizzato un auditorium. I piani museali, che si trovano su quattro livelli ricavati sopra lo spazio porticato, potranno così ospitare oltre un centinaio di opere, con un percorso museologico che proporrà nuove letture e confronti a partire dagli anni Ottanta fino alle esperienze più attuali. Al piano più alto ci sarà una grande sala con un’opera iconica, in dialogo con la Sala Fontana del Primo Arengario, anche per quanto riguarda lo scenario notturno. Il Museo del Novecento si amplierà anche grazie alla generosità di Giuseppina Antognini, presidente della Fondazione Pasquinelli, collezionista e mecenate milanese che ha voluto sostenere il progetto Novecentopiùcentocon una donazione di 5 milioni di euro e di un nucleo di opere: Crepuscolo di Umberto Boccioni, che ritrae Milano nel momento della sua pulsante crescita all’inizio del secolo scorso, seguito da tre tele futuriste: Paesaggio toscano di Severini, il celebre dipinto Velocità d’automobile + luci di Giacomo Balla, e un ritratto di Mario Sironi che andrà a dialogare con altre sue opere già presenti nelle sale civiche. A concludere questa raccolta, un’opera metafisica di De Chirico e un lavoro di Savinio del periodo francese.