Induismo, a Roma si festeggia il Diwali 2020

Il Covid non spegne la Festa delle Luci

NOV 13, 2020 -

Roma, 13 nov. (askanews) – Il Covid non spegne la Festa delle Luci. “Ricercarsi. Luce tra scienza è coscienza” è il tema del Diwali- la più importante festa indiana- che, quest’anno, si è aperta in streaming da Palazzo Giustiniani, in Senato, con un evento che mette in collegamento internazionale alcune tra le più importanti personalità del mondo scientifico, religioso, accademico mondiali. Il Diwali è la ricorrenza più attesa in India. Prende il nome dalle piccole lampade che gli induisti pongono fuori dalle loro case per simboleggiare la luce interiore che protegge dall’oscurità spirituale. Anche quest’anno sarà la Sala Zuccari del Senato ad “ospitare” la cerimonia di accensione della lampada che dà il via a una festa che, in India, dura dai tre giorni a una settimana.

“Il tema di quest’anno scaturisce dall’esperienza comune di questa pandemia – commenta Svamini Hamsananda Ghiri, vice presidente Unione Induisti Italiani – Abbiamo voluto ricercare le chiavi di lettura di quanto ci sta succedendo e, insieme, cercare di indagarne il senso che possa essere come un faro, una luce in una notte buia; una ricerca di senso che ciascuno approfondisce dal proprio punto di vista professionale eo confessionale, ma che costituisce una interrelazione di cui siamo sempre più consapevoli. Ognuno in questa notte dell’umanità può portare la sua luce, cogliendo questa terribile sfida per cercare di costruire un futuro migliore. Da una sola luce insieme, uniti nelle diversità, possiamo accendere milioni di luci per un futuro migliore”.

Tra le religioni più antiche del mondo, tramandato da millenni, l’Induismo è presente nel nostro Paese a partire dal XX secolo in seguito al fenomeno migratorio dal subcontinente indiano. Gli induisti in Italia sono oggi oltre 150.000, con una crescita rilevante della loro presenza soprattutto negli ultimi anni. Oltre alla popolazione immigrata si contano circa 30.000 cittadini italiani induisti. Ma nonostante ciò, la cultura induista rimane scarsamente conosciuta, ridotta a meri stereotipi e semplificazioni, quando non a vere e proprie false credenze. Secondo il rapporto Eurispes 2019, tra le principali difficoltà riscontrate dagli induisti italiani, c’è la scarsa presenza di templi: più della metà degli intervistati lamenta la mancanza di un tempio nei pressi della propria casa o luogo di lavoro. Nel nostro paese c’è un solo monastero tradizionale Ashram Matha, ad Altare, in provincia di Savona, costruito secondo i canoni tradizionali dell’architettura templare presente nei testi antichi. Negli altri casi, circa una ventina, si tratta di ex fabbriche o magazzini adibiti a luogo di culto.

Il tema scelto per l’edizione 2020 del Diwali, in un anno così complesso e particolare, è la ricerca intesa non solo in termini medico scientifici ma soprattutto come ricerca di senso, individuale e comunitaria, sollecitata dalle sfide che la pandemia ha imposto. Il ventaglio degli invitati spazia, infatti, dalla sfera politica a quella economica, scientifica e religiosa per indagare su quale sia il contributo che ciascun ambito può apportare nell’esistenza di ciascuno. Tra questi, Ela Gandhi, politica e nipote del Mahatma Gandhi; Enrico Alleva, etologo e accademico dei Lincei. E ancora Paramahamsa Svami Yogananda Ghiri, fondatore dell’Unione Induista Italiana; Riccardo Di Segni, Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma; Mons. Stefano Russo, Segretario generale della CEI; Filippo Scianna, presidente dell’Unione buddhista italiana; il professor Ugo Amaldi, fisico e scrittore; Gian Maria Fara, presidente di Eurispes. Presenti, tra gli altri, Lucio Malan, senatore e organizzatore- insieme all’Unione Induisti italiani- dell’iniziativa; Franco Di Maria, presidente dell’Unione Induista Italiana; il viceministro degli Affari Esteri, Manuela C. Del Re; Neena Malhotra, Ambasciatrice dell’India a Roma; Grazia Francescato, giornalista, già presidente dei Verdi italiani. L’evento è visibile sul canale Web Tv del Senato e sui canali Youtube e Facebook dell’Unione Induista Italiana.

“Dalla firma dell’Intesa con il Parlamento italiano l’Unione Induista Italiana ha iniziato questa consuetudine di celebrare il Diwali a più livelli: da quelli istituzionali a quelli artistici e culturali, senza dimenticare mai la dimensione tradizionale, quella famigliare da cui si enuclea questa festa- continua Svamini Hamsananda Ghiri- La Diwali in Italia accende le luci su un induismo che non si vede; colori, profumi, cibi, che dalla Valpadana immersa nella nebbia, s’irradiano sino alla Sicilia. Si può festeggiare nelle proprie case, gustando dolcetti tipici, accendendo le luci, scambiandosi in questo modo usanze, culture, conoscenze attraverso momenti gioiosi e ricchi di speranza”.