Fumetto, a Bologna torna Bilbolbul, mostre e incontri online

IL CORPO AL centro della 14ma edizione

NOV 3, 2020 -

Roma, 3 nov. (askanews) – Dal 27 al 29 novembre torna il Festival internazionale di fumetto di Bologna, con una una forte presenza al femminile e un calendario di incontri, tavole rotonde e presentazioni che si spostano online, in ottemperanza alle più recenti disposizioni governative.

“Quando le coordinate saltano, le possibilità si moltiplicano”: che lo slogan scelto lo scorso anno per BilBOlbul Festival internazionale di fumetto sarebbe stato fino a tal punto profetico nessuno se lo sarebbe potuto aspettare: lo spaesamento, filo conduttore della passata edizione, è diventata la realtà di un presente da ripensare, riorganizzare, re-immaginare. Così il Festival torna a Bologna dal 27 al 29 novembre con una formula rinnovata – ibrida: in ottemperanza alle nuove disposizioni governative sull’emergenza sanitaria, tutti gli incontri, le tavole rotonde e le presentazioni di libri si svolgeranno online. D’altra parte l’attitudine al cambiamento è nello stesso Dna di Hamelin, l’associazione culturale ideatrice e organizzatrice della manifestazione dal 2007: la volontà è quella però di mantenere inalterata la sua natura più profonda, quella di spazio – anche virtuale – in cui incontrarsi e ragionare sugli scenari più interessanti del fumetto contemporaneo. Il “corpo” è il tema scelto per la 14° edizione di BilBOlbul: tema non banale, quando si pensi che il fumetto è un’arte di corpi che disegnano corpi, assunto così ovvio da diventare quasi trasparente e sottrarsi a una doverosa indagine sul suo senso. Il corpo è la prima cosa che si disegna, il motore e l’essenza di ogni storia: le autrici e gli autori scelti hanno messo il corpo all’origine e al centro del discorso, hanno raccontato (e disegnato) il corpo erotico, comico, non conforme, politico. Lo hanno usato per raccontarsi con l’autobiografia, per immaginare futuri desiderabili o distopici, per riscrivere i generi letterari classici e scardinarne l’immaginario. Il lavoro artistico sul corpo è anche indagine sull’identità, personale e politica: ecco perché BilBOlbul ha scelto di ospitare per questa edizione voci nella quasi totalità femminili. Una scelta non solo contingente, ma un impegno per il futuro, dal momento che, secondo le parole degli organizzatori, “in un settore come l’editoria a fumetti italiana, aumentare l’inclusività e l’equilibrio delle voci è un obiettivo a cui tendere”. Impronta femminile che si dichiara fin dalla scelta dell’artista cui affidare, come ogni anno, la realizzazione del manifesto, Émilie Gleason, Premio Rivelazione al Festival di Angoulême 2019 per il suo graphic novel Ted, un tipo strano: nella rappresentazione pop e coloratissima di tre figure femminili sfrontate, irriverenti e atipiche si compie la celebrazione del corpo come spazio di liberazione e sfida gioiosa alla norma. Il libro, storia di un ragazzo affetto da disturbo dello spettro autistico alle prese con la vita di tutti i giorni, uscirà in edizione italiana per Canicola proprio in occasione del Festival, segno della collaborazione consolidata ormai da anni tra BilBOlbul e le principali case editrici per portare in Italia i titoli più interessanti del panorama internazionale, valorizzando il linguaggio del fumetto anche e soprattutto in un momento di crisi che tocca inevitabilmente anche il mondo dell’editoria e del consumo culturale. L’autrice sarà anche una delle protagoniste della mostra collettiva Prendere posizione. Il corpo sulla pagina promossa da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna in collaborazione con Fondazione Nuovi Mecenati, Danish Arts Foundation, Canicola, Oblomov Edizioni e MalEdizioni, negli spazi espositivi della Fondazione (in data da definire, in seguito alle disposizioni anti Covid-19 emesse con l’ultimo DPCM), dedicata a 4 grandi talenti – Émile Gleason, Rikke Villadsen, Nicoz Balboa e Alice Socal – che hanno riflettuto sulla rappresentazione del corpo usando stili, voci e generi letterari diversi: dal comico con cui Gleason affronta il tema della disabilità al gioco di simboli e travestimenti di Rikke Villadsen, che usa la metafora per ribaltare le convenzioni narrative legate all’identità di genere, dalla forma diaristica di Nicoz

Balboa come strumento di ricerca del sé e lente d’ingrandimento sul mondo e su come lo abitiamo e trasformiamo, fino ad Alice Socal, che disegna la fragilità dell'amore attraverso visioni di metamorfosi dei corpi e allucinazioni visive. Rikke Villadsen sarà protagonista dell’incontro in streaming di venerdì 27 alle 15.00 “Sogliole e cowboy”, alla scoperta del suo lavoro insieme allo scrittore Giorgio Vasta. La mostra avrà un prezioso supporto teorico nel volume autoprodotto da Hamelin che vuole essere insieme catalogo e saggio critico sulle forme che il fumetto contemporaneo ha espresso per raccontare il corpo e gli spazi (del reale e dell’immaginario) in cui si muove. Una prima europea assoluta è One Step Inside, la mostra personale di Tommi Parrish, rivelazione del fumetto statunitense, in programma al Museo Internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore, 56, in data da definire, in seguito alle disposizioni anti Covid-19 emesse con l’ultimo DPCM). Al centro dell’esposizione La bugia e come l’abbiamo raccontata, il graphic novel che ha fatto conoscere Parrish al pubblico e che uscirà per Diabolo Edizioni nella sua versione italiana, realizzata in collaborazione con BilBOlbul, proprio in occasione del Festival. La storia è quella, all’apparenza semplice, di due amici che si incontrano per caso dopo anni e passano una serata insieme a parlare: un pretesto che si rivela poi essere una sorta di bilancio esistenziale, di relazioni e amori, speranze e disillusioni, il tutto raccontato attraverso uno stile originalissimo fatto di vignette incompiute o semi-smontate, disegni lasciati a metà, un uso spettacolare del colore, spessori e trasparenze che attirano l’attenzione di chi legge verso i margini della storia, dove l’intimità accade, lasciando la focalizzazione del racconto aleggiare qua e là. Parrish parteciperà all’incontro in streaming (venerdì 27, ore 16.00) “Corpo è un nome plurale”, in dialogo con Martina Testa, traduttrice ed esperta di letteratura anglo-americana. Infine, la mostra Happy Place di Max Baitinger, autore di riferimento nella scena del nuovo graphic novel tedesco, con la sua prima personale italiana curata da Squadro Stamperia Galleria d’Arte (via Nazario Sauro, 27, date da definire in seguito alle disposizioni anti Covid-19 emesse con l’ultimo DPCM). Nelle sue storie si ritrovano intimità, humor e una temperatura emotiva unica, che rendono la sua ricerca un oggetto singolarissimo e imprescindibile nel panorama di questi anni. Cuore di questa edizione è il calendario di incontri e tavole rotonde che verranno trasmessi in streaming sul sito (www.bilbolbul.net) e sui canali YouTube e Facebook del Festival nella giornata di sabato 28 novembre. Ad inaugurare la maratona di incontri online la traduttrice e saggista Maria Nadotti, con un incontro sul corpo e le artiste visive che nei secoli lo hanno rappresentato. Alle 11 l’incontro “Nuove forme di bellezza” vede Anke Feuchtenberger, che con il suo stile onirico ha fatto la storia del fumetto europeo e aperto la strada a tante giovani autrici, e Alice Socal, giovane talento del fumetto italiano, in un dialogo che mette a confronto due generazioni di autrici e due momenti della storia del fumetto femminile. Alle 12 Alex Bodea, Max Baitinger ed Émile Gleason in “Contro i bordi. Corpi, spazi e confini nel nuovo fumetto comico”, mentre alle15.30 sarà affidata alla filosofa Angela Balzano una riflessione sulla trasformazione del corpo nell’epoca postumana, e sul perché il femminismo è una chiave per leggere il futuro che ci aspetta. Alle 16.30 due nuovi talenti internazionali, la spagnola Ana Galvañ e la svedese Linnea Sterte che hanno portato nuova linfa al genere della fantascienza a fumetti, saranno protagoniste dell’incontro “Ai confini del corpo. Visioni di futuri possibili tra natura e tecnologia”, in un dialogo moderato dalla scrittrice Claudia Durastanti. Infine alle 17.30 “Born This Way. Il disegno e il racconto di sé come scoperta e trasformazione” sulla multiforme arte di Nicoz, in cui diario e autobiografia diventano un’appassionata e ironica riflessione sull’identità, le relazioni, le lotte e le gioie dell’esistenza. La scelta di coinvolgere nella discussione, assieme ad autrici e autori, nomi estranei al mondo del fumetto è la conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, della maturità di linguaggio del graphic novel, capace di decifrare questioni complesse e di maneggiarle da una prospettiva complementare a quella della letteratura e dell’arte.

BilBOlbul è anche formazione e promozione della lettura: per confermare la spinta pedagogica che da sempre è un ingrediente fondamentale del Festival, anche in uno scenario come quello attuale che pone molti ostacoli alla cultura e alla didattica, gli stessi autori e autrici parteciperanno a una serie di seminari chiusi al pubblico e dedicati agli studenti e studentesse dell’Accademia di Belle Arti e dell’Erasmus Mundus in Culture Letterarie Europee dell’Università di Bologna, momenti di confronto e formazione per giovani artisti e studiosi. In programma anche un ciclo di appuntamenti con autrici e autori del Festival dedicati alle scuole superiori di Bologna, in cui il fumetto diventa punto di partenza per riflettere sul corpo, sull’identità e sulle questioni di genere. La giornata di domenica 29 novembre sarà invece dedicata alla presentazione di alcuni libri di autori e autrici italiani usciti nel corso del 2020, come Pregnancy Comic Journal. Diario a fumetti di una gravidanza inaspettata di Sara Menetti, in collaborazione con Feltrinelli Comics, e Controspionaggio di Luca Negri, in collaborazione con Coconino Press – Fandango. Il calendario di presentazioni proseguirà con BBB continua, un ciclo di appuntamenti online che fino al 15 gennaio 2021 coinvolgerà nella presentazione dei loro graphic novel autori e autrici come Émilie Gleason, Cyril Pedrosa, Antonia Kühn, Aniss El Hamouri, Alex Bodea, Jesse Jacobs e altri. Due novità: per rafforzare ancora il rapporto con le librerie indipendenti come luoghi di promozione culturale, il consueto bookshop di Biblioteca Salaborsa viene quest’anno sostituito da una rete diffusa di librerie che ospiteranno i fumetti selezionati dal Festival, non solo a Bologna ma anche a Roma, Torino, Milano, Venezia e Bari. Infine, il tradizionale BBB Off, il cartellone di mostre e incontri che affianca la programmazione ufficiale del Festival, diventa “COLLA Fest – Grand Tour”, un progetto dedicato agli esperimenti di editoria collettiva e partecipativa curato dal Collettivo Franco che raccoglie una comunità di giovani artiste e artisti bolognesi, con 15 mostre che saranno ospitate da altrettanti luoghi della città. Dopo l’esperienza dell’isolamento, COLLA Fest vuole celebrare il fumetto nelle sue forme di produzione artistica collettiva, basata sulla condivisione e la contaminazione di voci e stili. Le modalità di accesso alle mostre e il calendario aggiornato degli incontri saranno comunicati sul sito www.bilbolbul.net a partire da metà novembre.