Aziende culturali in crisi: il 70% perderà il 40% dei ricavi

Rapporto Federculture su dati recenti e fotografia ultimi 20 anni

NOV 3, 2020 -

Roma, 3 nov. (askanews) – Tra le aziende culturali colpite dalla crisi causata dal Covid il 70% stima perdite del 40% del proprio bilancio, il 13% prevede perdite superiori al 60% e solo il 22% immagina un futuro ritorno alla normalità. E’ quanto emerge dal 16° Rapporto annuale di Federculture, presentato oggi su una piattaforma digitale con un intervento del ministro Franceschini. Il Rapporto, che ha come sottotitolo “dal tempo della cura a quello del rilancio”, fa una fotografia degli effetti finora rilevabili di questi mesi di emergenza e presenta uno scenario più ampio del settore negli ultimi 20 anni, da cui emerge che gli italiani avevano speso meno per cinema, musica e teatro, ma avevano frequentato più musei e siti archeologici. Il cinema, ad esempio, fino al 2010 era in crescita del 12,1%, ma tra 2010 e 2019 aveva perso il 6,1% di fruitori e nello stesso periodo il teatro aveva visto un calo dell’8,8%. I cittadini che visitavano musei invece erano cresciuti del 21,5% in venti anni.

Franceschini durante la presentazione del Rapporto ha affermato: “Stavamo gestendo una fase di grande crescita sia nel turismo che nel settore della cultura, finalmente dopo molti anni con maggiori interventi pubblici e maggiore attenzione privata”. Il ministro ha sottolineato che, comunque, in questa fase “si è capita fino in fondo, da parte di tutti i decisori politici, quanto in Italia sia importante l’investimento in cultura” e ha ricordato che per fronteggiare l’emergenza sono state messe in campo quest’anno “tra misure di carattere generale applicate a settori della cultura e del turismo e misure specifiche, circa 9 miliardi”. In particolare Franceschini ha ricordato gli interventi messi in atto dal governo attraverso gli ammortizzatori sociali per i lavoratori dipendenti e i contributi a lavoratori intermittenti e stagionali. “Bisogna ora aiutare tutte le imprese e i lavoratori ad attraversare questo deserto, sapendo che dopo ci sarà una stagione di grande crescita e dovremo lavorare per guidarla in modo intelligente” ha concluso il ministro.

Il Presidente di Federculture Andrea Cancellato ha affermato: “Il Ministero delle attività culturali deve diventare il ministero più importante del nuovo welfare italiano, quello che contribuirà a rendere la cultura l’elemento chiave del nostro vivere in comunità, nella coesione del nostro Paese, il fattore più rilevante della nostra formazione e della nostra riconoscibilità nel mondo”. Cancellato ha ricordato alcune misure necessarie per il settore: l’attuazione della legge di bilancio 2018 sulle imprese culturali, la mobilitazione di tutte le risorse pubbliche e private a sostegno della cultura con l’estensione di tutte le forme di agevolazioni fiscali, l’adeguamento infrastrutturale di tutti i luoghi della cultura, una grande campagna di investimento per una nuova produzione culturale a livello nazionale.

Il direttore di Federculture Umberto Croppi, illustrando il Rapporto, ha sottolineato che negli ultimi 20 anni la spesa dello stato attraverso il Mibact era cresciuta dell’11% ma gli investimenti degli enti locali erano molto diminuiti: -27% dei Comuni e -23% delle Regioni. Croppi ha anche evidenziato che gli investimenti diretti del Mibact sui musei hanno prodotto negli ultimi anni risultati evidenti e che “se si darà adeguata attenzione agli altri settori della cultura ci sono prospettive di crescita notevoli”.