Mudec riapre anche spazio mostre con rassegna su coperte argentine

"I tessuti delle donne del monte Quichua (Santiago del Estero)"

LUG 1, 2020 -

Milano, 1 lug. (askanews) – Dopo la collezione permanente il Mudec, Museo delle Culture di Milano, riapre anche lo Spazio Focus, con la mostra “Il mio letto è un giardino – Mi cama es un jardín. “I tessuti delle donne del monte Quichua (Santiago del Estero, Argentina)”, promossa dal Comune di Milano, apre al pubblico da venerdì 3 luglio fino all’8 novembre 2020. Curata da Carolina Orsini, conservatore del Museo delle Culture, la rassegna offre al visitatore una panoramica sulla produzione tessile del monte argentino attraverso una selezione di coperte da letto provenienti dalla collezione privata di Andreina Rocca Bassetti, donate al Mudec nel 2016. Accompagna l’esposizione un film/documentario dedicato alla memoria di Berna Paz (1931-2020), ultima grande tessitrice della vecchia generazione delle huarmis sachamanta (donne del monte). Il film è frutto di un lavoro di campo etnografico svolto dai ricercatori del Mudec e dal regista Federico Ferrario a Santiago del Estero nel luglio del 2019, realizzato grazie all’apporto dell’Associazione culturale Sumampa/Adobe.

Attività femminile e domestica per eccellenza, la tessitura nell’area di Santiago del Estero – nella provincia omonima, 900 chilometri a nord di Buenos Aires – è un lavoro molto antico. Qui gli spagnoli durante il periodo della conquista (XVI sec.) introdussero le pecore che, sin dall’inizio della colonia, hanno fornito la lana per la lavorazione dei tessuti sfruttati come attività ad alto rendimento. Con la fine del potere coloniale e con la concorrenza dei manufatti industriali introdotti a Santiago grazie all’arrivo della ferrovia nella seconda metà del XIX secolo, la tessitura tradizionale perse progressivamente di importanza, e da attività economica prese definitivamente una connotazione domestica.

Fino alla prima metà del XX secolo nelle case del monte di Santiago si continuò a tessere ancora con una certa frequenza. Dieci “tessuti di tradizione” risalenti a questo periodo e donati al Mudec nel 2016, sono ora visibili in mostra. Con la metà del XX secolo anche la produzione domestica sembrò calare drasticamente, forse a causa dei processi migratori che interessano l’area, poverissima, a favore di altre regioni dell’Argentina o della capitale. A questo processo parteciparono, tardivamente, anche le donne. A partire dagli anni Novanta, l’Associazione Sumampa/Adobe si è fatta carico di reintrodurre questa antica attività, recuperando la memoria e le tecniche dalle poche persone che ancora la praticavano.