Comencini, Ozpetek, Haber e co: “Il teatro privato non può riaprire”

La petizione degli artisti a Franceschini: così non è sostenibile

MAG 26, 2020 -

Roma, 26 mag. (askanews) – Cristina Comencini, Ferzan Ozpetek, Maurizio De Giovanni, Maurizio Costanzo, Carlo Conti, Glauco Mauri, Stefano Accorsi, Ale & Franz, Raoul Bova, Nancy Brilly Sergio Castellitto, Pierfrancesco Favino, Sabrina Ferilli, Beppe Fiorello, Anna Foglietta, Claudia Gerini, Massimo Ghini, Corrado Guzzanti, Alessandro Haber, Luigi Lo Cascio, Claudia Pandolfi, Alessandro Preziosi. E ancora, Benedicta Boccoli, Carolina Crescentini, Maddalena Crippa, Sal Da Vinci, Massimiliano Gallo, Geppy Glejieses, Gianluca Guidi, Caterina Guzzanti, Sabrina Impacciatore, Roberta Lanfranchi, Carlotta Natoli, Filippo Nigro, Chiara Noschese, Giorgio Pasotti, Violante Placido, Pino Quartullo, Paola Quattrini, Blas Roca-Rey, Lina Sastri, Pino Strabioni, Massimo Wertmuller. Sono solo alcuni dei volti noti dello spettacolo che, insieme ad oltre 3000 persone, hanno firmato in pochi giorni la petizione “Il teatro privato non può riaprire”, lanciata dall’ANET – Associazione Nazionale Esercizi Teatrali e dall’ISP – Imprese Stabili di Produzione sulla piattaforma CHANGE.ORG e indirizzata a Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Nella petizione, scrivono ANET e ISP “le prescrizioni inserite nel Dpcm e relativi allegati in tema di riapertura dei teatri – a partire dalla limitazione delle 200 persone – non garantiscono la sostenibilità economica per il comparto del teatro privato, le cui entrate sono in gran parte e prioritariamente garantite dalla vendita al botteghino”. “A queste condizioni – continua la petizione – tutto il comparto del teatro privato italiano non potrà riaprire, con il perdurare di una situazione che assume, in particolare per i privati, dei contorni sempre più drammatici”.

Tra le proposte lanciate dall’ANET e dall’ISP “un congruo ristoro per le imprese del comparto del teatro privato, a valere sul Fondo emergenze spettacolo e cinema istituito dal decreto Cura Italia ed incrementato dal decreto Rilancio; un ulteriore prolungamento della cassa integrazione, visto il perdurare delle chiusure; la sospensione totale, per il periodo relativo alla chiusura dettata da prescrizioni di complessa attuazione, dei tributi Imu, Tari nonché del pagamento delle utenze, ed il prolungamento della misura già prevista del credito d’imposta per gli affitti; la possibilità di dedurre le spese di acquisto abbonamenti e biglietti; la semplificazione delle misure di accesso al credito, attraverso forme di garanzia dello Stato (dal 90 al 100 per cento). “Ancora – prosegue l’appello – si richiede l’individuazione di nuovi strumenti di sostegno, quale il credito d’imposta modello cinema. Questo tema – concludono ANET e ISP – è stato spesso posto al centro delle nostre discussioni ma oggi diventa maggiormente impellente viste le difficoltà. Infine l’estensione dell’art bonus anche all’esercizio teatrale privato, settore tra i pochissimi rimasti senza possibilità di utilizzo di tale strumento”.