30 anni di Europa raccontati in 60 minuti, ecco come ripartire

Saggio di Zagari sulle sfide dell'Ue tra millenials e sovranismi

NOV 13, 2019 -

Roma, 13 nov. (askanews) – Europa e sfide della globalizzazione; crisi della classe media e sovranismo; tecnocrati usati come capri espiatori da governi nazionali a loro volta spiazzati, mentre la digitalizzazione consente a outsider della politica di irrompere sulla scena bypassando tutti i corpi intermedi. Tutto questo, e il rapporto con i millenials, condensato in un dialogo immaginario di 60 minuti sull’aliscafo che torna da Ventotene (luogo simbolico per l’Europa), tra un giovane studente universitario e una personalità di questi ultimi trent’anni.

E’ l’espediente narrativo che Cristiano Zagari, esperto e docente accademico di tematiche negoziali internazionali ed europee, ha voluto creare. Un susseguirsi incalzante di domande e risposte che tiene viva l’attenzione del lettore, su un saggio che arriva in occasione dei 30 anni dalla caduta del muro di Berlino.

Un approccio diverso, un libro tascabile, edito da Lithos, che spiega l’Europa e soprattutto perché, malgrado le tante critiche, oggi l’Unione convenga più che mai. La prima parte si concentra su cosa è successo in questi ultimi tre decenni (e prima): la sottovalutazione delle sfide della globalizzaizone, che ha portato a politiche economiche insufficienti ad affrontarla perché incomplete. Una superficialità che ha anche contribuito a far perdere il treno della rivoluzione digitale.

Poi si passa al presente ed in particolare al sovranismo. L’autore rileva come nasca dalla crisi della classe media occidentale, ma che pur avendo il merito di intercettarne il grido di dolore poi presenti un enorme limite nella ricetta proposta: la chiusura e l’allontanamento da Bruxelles e dal multilateralismo. L’idea di affrontare un contesto aperto in solitario non ha funzionato nel diciannovesimo secolo e tantomeno nel ventesimo.

Zagari invita quindi a rimettere l’Europa al centro, su temi dove potrebbe fare la differenza, come la svolta verde. E con una riflessione sul rapporto squilibrato tra millennials e rivoluzione digitale. Squilibrio che una buona politica dovrebbe iniziare a correggere per riguadagnare legittimazione e credibilità.