Le cose da sapere sull’importante Romaeuropa Festival

Dal 17 settembre al 24 novembre 2019

SET 16, 2019 -

Roma, 16 set. (askanews) – Dal 17 settembre al 24 novembre 377 artisti provenienti da 27 paesi sono protagonisti dei 126 eventi in scena in 22 palcoscenici a Roma tra danza, teatro, musica, arti digitali e kids. Sono i numeri dell’edizione 2019 del Romaeuropa Festival, un paesaggio vario e stratificato in cui si ammirano riti ancestrali e cultura urbana, radici spezzate e migrazioni forzose, realismo globale e intelligenza artificiale. “Landscape” è, infatti, il titolo suggerito dalla Presidente della Fondazione Romaeuropa Monique Veaute e dal Direttore Generale e Artistico Fabrizio Grifasi per questa edizione: un invito ad attraversare il festival come se fosse una mappa della geografia del nostro mondo tra virtualità e realtà, oniriche proiezioni di futuri possibili e affondi nell’ambiguità del nostro quotidiano, costruendo un tempo ludico ma senza mai rinunciare alla “complessità”. Per legare questa mappa ideale alla città, Romaeuropa invade vie e quartieri con i colori e le grafiche elaborate da Valeria Crociata: un allestimento urbano di stendardi trasforma l’immagine del festival in segno artistico per abbracciare non solo il cuore di Roma ma anche le sue periferie. La doppia inaugurazione del REf19 vedrà in scena il 17 settembre all’Auditorium Parco della Musica (in replica fino al 19) la prima italiana di Furia, spettacolo (presentato con il patrocinio dell’Ambasciata del Brasile) firmato dalla coreografa Lia Rodrigues, per la prima volta a Roma con la sua pratica coreografica capace di unire alla visionarietà della danza un saldo lavoro all’interno del territorio brasiliano. Segue, in questo doppio opening, la prima italiana di XENOS (dal 18 al 20 settembre al Teatro Argentina) del celebre coreografo anglo-bengalese Akram Khan che firma il suo ultimo solo di lunga durata accompagnato da un ensemble diretto da Vincenzo Lamagna. Lo spettacolo è presentato con il sostegno del British Council, con il patrocinio dell’Ambasciata Britannica e in network con Torinodanza.

Furia è ‘un ‘tableau vivant’, ricco di energie (…) non attiene solo all’essere ‘furiosi’ (…) è l’energia che si mette nella creazione artistica; è un incontro di significati. Siamo sul palco, possiamo parlare di sogni, di possibilità di fuga’, afferma la coreografa brasiliana Lia Rodrigues nell’intervista realizzata per il programma di sala dello spettacolo presentato dal 17 al 19 settembre all’Auditorium Parco della Musica come inaugurazione del REf19. Figura di riferimento del panorama brasiliano, Rodrigues lavora dal 2004 all’interno della favela di Marè, con i suoi circa 130mila abitanti una delle più grandi di Rio de Janeiro. Qui, nel 2009 fonda l’Art Centre of Marè e nel 2011 la Escola livre de Danças da Maré e sviluppa un percorso che coniuga pedagogia e danza, creazione artistica e cittadinanza consapevole radicandosi profondamente nel territorio che lo ospita e costruendo un dialogo con i suoi abitanti. Non a caso Furia nasce dalla stretta collaborazione con i 9 danzatori in scena (Leonardo Nunes, Felipe Vian, Clara Cavalcante, Carolina Repetto, Valentina Fittipaldi, Andrey Silva, Karoll Silva, Larissa Lima e Ricardo Xavier), sei dei quali, poco più che ventenni, provengono dalla favela e hanno studiato proprio alla scuola di danza della coreografa. Energico, visionario, selvaggio, tagliente lo spettacolo coniuga la danza contemporanea con la musica rituale della Nuova Caledonia, per dare vita ad un affondo sulle dinamiche di sottomissione e potere, ad una riflessione ‘sulla possibilità di essere uguali nella creazione come nella vita’ o ad un rituale contemporaneo che, nella vibrazione continua crea immagini magiche e affonda nelle zone più intime e fantastiche dell’immaginazione umana e della pulsione creativa.

Al sacrificio dei Sepoy durante la Prima Guerra Mondiale è dedicato invece l’ultimo assolo firmato da una star della coreografia internazionale come Akram Khan. In XENOS, in scena dal 18 al 20 Settembre al Teatro Argentina, è lui stesso ad interpretare le lotte di un soldato coloniale durante la Prima Guerra Mondiale. La condizione umana s’incarna nella figura di un danzatore il cui corpo, tra mitologia e tecnologia, diviene strumento di guerra. ‘Sono entrato nella pelle di un personaggio rappresentativo di milioni di soldati delle Colonie’ afferma il coreografo nel programma di sala ‘è la loro voce, la voce di milioni di voci (…). Sono cresciuto senza sapere che ci fossero indiani, persone del mio popolo, a combattere in Europa. Quando l’ho scoperto, ho provato rabbia: uomini mandati a morire senza che nessuno lo raccontasse’. Per rendere universale questa parte di storia, spesso cancellata o omessa dai resoconti ufficiali, Khan si rifà alla figura di Prometeo trasformando il corpo mitologico in una metafora della colonizzazione. Se la scena potente e materica disegnata da Mirella Weingarten richiama immediatamente la desolazione della guerra e la sua violenza, sono le musiche composte da Vincenzo Lamagna ed eseguite sul palco da un ensemble di cinque elementi, ad accompagnare il segno inconfondibile della danza di Khan in cui la tradizione del Kathak incontra i codici contemporanei della coreografia e del pop elevandoli al celebre e poetico virtuosismo che ha reso celebre l’artista in tutto il mondo. Così questo addio alle scene come performer solista in spettacoli di lunga durata, si celebra anche attraverso una composizione coreografica e musicale che dal Kathak (la pratica con la quale Khan si affacciò per la prima volta alle scene e al REf nel 2000) giunge al Lacrimosa dal Requiem di Mozart, collocando lo spettacolo già tra i grandi classici della nostra era.

LA DANZA DEL REF19 Dopo i ritmi tribali e onirici di Lia Rodrigues, sempre dal Brasile e per la prima volta al festival, arrivano Bruno Beltrao e il suo Grupo De Rua, in scena il 25 e il 26 settembre all’Auditorium Parco della Musica con Inoah (dal quartiere di Marica, vicino Niterói dove il coreografo è nato e cresciuto), pièce per dieci giovani interpreti che scompone e ricompone la cultura popolare dell’hip hop e delle street dance iscrivendola nei canoni della danza contemporanea (lo spettacolo è realizzato in network con Torinodanza dove sarà il 28 e il 29 settembre). Torna, dopo 25 anni di assenza da Roma, il maestro William Forsythe per presentare al Teatro Olimpico, il 30 e il 31 ottobre, A Quiet Evening of Dance, panoramica del funzionamento del balletto e della mente del coreografo. È la londinese Rambert Company, invece, a portare in scena, il 17 novembre all’Auditorium Parco della Musica, gli “events” coreografati da un altro maestro della danza come Merce Cunningham grazie al riallestimento curato dalla sua ex danzatrice Jeannie Steele con le musiche live di Philip Selway (Radiohead) e con i dipinti di Gerard Richter.

Di ritorno al REf, per chiudere il suo trittico di ritratti dedicati a danzatrici, anche il visionario regista francese Aurelien Bory che con ASh (dal 13 al 15 novembre sempre in Auditorium PDM) dirige la danzatrice indiana Shantala Shivalingappa in un percorso che affonda le radici nella tradizione e nella religione indiana ma incontrando i linguaggi contemporanei. Lo spagnolo Jesús Rubio Gamo il 22 e 23 novembre al teatro Vascello trasforma il Bolero di Ravel in un inno alla danza e al movimento, la compagnia ungherese Forte racconta la morte di Borromini all’interno di Palazzo Falconieri – Accademia d’Ungheria il 14 novembre, mentre Dancing Days, la sezione dedicata alla danza europea curata da Francesca Manica, offre uno sguardo sulle nuove tendenze tra intimità e attenzione al sociale: dalla danza minimale di Arno Schuitemaker, l’8 e il 9 al Teatro Vascello, all’ironica e tagliente distopia con la quale l’artista visivo Théo Mercier e il danzatore Steven Michel descrivono l’illusione di libertà e confort proposta dalle maggiori potenze commerciali odierne (12 e 13 ottobre sempre al Vascello) per passare ai gesti del lavoratori tunisini re-inscritti da Hamdi Dridi all’interno della proprie visioni personali e collettive (Mattatoio 9 e 11 ottobre). Al Mattatoio Dancing Days continua con le proposte di Elena Sgarbossa (vincitrice di DNAappunti coreografici 2018, in scena il 12 ottobre), Chiara Taviani e Henrique Furtado Viera (il 9), la compagnia Kor’sia (il 13) e la selezione del network Aerowaves: NAïF Production (l’11) e Kim-Jomi Fischer con Marta Alstadsaeter (il 12).

IL TEATRO DEL REF19 È la scena teatrale ad affrontare alcune delle questioni più urgenti del nostro presente attraverso la voce di registi internazionali che iscrivono la loro opera nello spazio di riflessione che separa la realtà dalla sua rappresentazione. Tra questi lo svizzero Milo Rau presenta, in prima nazionale al Teatro Argentina dal 23 al 25 settembre, il suo Orestes in Mosul, trasposizione della tragedia eschilea nel territorio iracheno e nel contesto della guerra contro l’IS per riflettere sui temi della vendetta, della giustizia e del perdono. Segue la prima dello spettacolo la presentazione dell’edizione italiana del suo libro Realismo Globale insieme a Christian Raimo e alla curatrice Silvia Gussoni. Milo Rau sarà nuovamente presente sul palcoscenico del Teatro Argentina il 10 ottobre con un’assemblea politica, LA RIVOLTA DELLA DIGNITÀ – RESURREZIONE, tappa romana del suo Nuovo Vangelo, progetto nato all’interno della programmazione Matera Capitale Europea della Cultura 2019.

È dal best seller Ritorno a Reims del sociologo francese Didier Eribon che nasce l’omonimo spettacolo di Thomas Ostermeier, presentato in Italia con l’attrice Sonia Bergamasco per una coproduzione con il Piccolo Teatro di Milano e portato in scena dal 20 al 23 novembre all’Auditorium PDM: i motivi della fuga dalla propria città natale e dalla propria classe sociale divengono, per l’autore, motivo di riflessione su un intero sistema sociale e politico carico di ingiustizie; un mondo in cui l’ex classe operaia legata al partito comunista si disgrega e si ritrova nella voce delle forze di estrema destra e del Front National. Nel segno del rapporto con la letteratura, letmoitiv di tutta la sua febbricitante opera, Julien Gosselin porta in scena la novella Falce e Martello di un maestro della scrittura contemporanea come Don DeLillo: la violenza, quella della legge del mercato e del rapporto con il denaro, è protagonista di un monologo capace di conservare tutta la forza della parola dell’autore americano. Da un altro libro, questa volta firmato dallo stesso Ascanio Celestini e pubblicato da Einaudi, nasce Barzellette. Il maestro del teatro di narrazione, punto di riferimento per la scena nazionale e internazionale utilizza queste storielle (in prima nazionale dal 5 al 17 novembre al Teatro Vittoria) come riflesso nel nostro presente, tra luoghi comuni ed autoironia.

Ancora dell’Italia di oggi parla Saverio la Ruina che nel suo Mario e Saleh ricostruisce il rapporto tra un italiano e un musulmano nell’Abruzzo dei terremotati, provando a distruggere ipocrisie, false paure e luoghi comuni.

Nel rapporto con la scrittura, questa volta cinematografica, si inserisce anche il lavoro di Cyril Teste. Dal 27 al 29 settembre, per la prima volta al festival, il regista francese porta in scena al Teatro Argentina l’attrice icona Isabelle Adjani per rileggere un culto della cinematografia mondiale: Opening Night (La notte della prima) di Cassavetes. Contropartita di questo viaggio nella mente di un’attrice è il testo autobiografico e introspettivo di Jan Fabre The Night Writer. Giornale Notturno realizzato appositamente per l’attore italiano Lino Musella dall’11 al 13 ottobre al Teatro Vascello.

Oltre alla realtà si schiudono paesaggi intimi, emozionali, fantastici come quelli disegnati dalla vertiginosa maestranza acrobatica e lirica di James Thierrée, primo tra i registi europei a rendere aulico il linguaggio del corpo circense radicandolo nella scrittura teatrale. Il suo Raoul, dal 2 al 6 ottobre al teatro Argentina, tra malinconia e romanticismo ci parla di solitudine e abbandono, di prigionia e liberazione, di ombre e di luce, della necessità di trascendere la quotidianità in paesaggi magici abitati da fantastiche creature. L’attenzione al movimento caratterizza anche il lavoro di tre pionieri della sperimentazione teatrale italiana come Giorgio Barberio Corsetti, Alessandra Vanzi e Marco Solari riuniti sotto il nome della loro storica compagnia La Gaia Scienza per riportare in vita, con un nuovo cast, La rivolta degli oggetti, dal 17 ottobre al 3 novembre al Teatro India in corealizzazione con Teatro di Roma – Teatro Nazionale. Il nuovo teatro di ieri, infine, incontra lo sguardo dei nuovi autori di oggi con quel ponte tra generazioni che sembra essere Anni Luce, la sezione del festival curata da Maura Teofili al Mattatoio dal 15 al 20 ottobre. Ecco allora il mondo autoironico e metateatrale di Liv Ferracchiati, quello dell’adolescenza rivoltosa raccontata da Dante Antonelli citando Mishima o quello degli “overage” di domani raccontati da Industria Indipendente (entrambi il 18 al 20 ottobre). Infine una narrazione autobiografica che diventa rituale collettivo nel racconto di La Ballata dei Lenna (16 – 17 ottobre), un faccia a faccia, senza sconti, con l’attuale situazione libica.

LA MUSICA DEL REF19 Per Diasporas, un nuovo ciclo di doppi concerti dal 10 al 12 ottobre, sono protagonisti alcuni degli artisti più interessanti affermatisi in Europa dopo essere stati costretti a lasciare il loro paese d’origine: le sudanesi Alsarah and the Nubatones, icone della musica retropop e la nuova stella del soul J.P Bimeni con i The Black Belts il 10 ottobre; il songwriter camerunense Blick Bassy e la capoverdiana Mayra Andrade considerata l’erede di Cesária Évora l’11 ottobre; infine il 12 ottobre l’egiziano Abdullah Miniawy al fianco del jazzista Erik Truffaz nel progetto Le cri du Caire, fusione tra jazz, rock, elettronica e spoken words e i libanesi Rayess Bek, Mehdi Haddab e Randa Mirza che con il loro Love & Revenge rendono caldissima l’atmosfera dell’Auditorium Parco della Musica (sede di tutte le giornate di Diasporas) costruendo un vero e proprio inno alle icone dell’epoca d’oro del cinema e della musica egiziana.

È proprio l’Auditorium Parco della Musica ad ospitare la maggior parte dei concerti di questa edizione del festival: le celebri pianiste Katia e Marielle Labèque insieme a Bryce Dessner dei The National e David Chalmin propongono il 10 novembre, per una corealizzazione con Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Fondazione Musica per Roma, una nuova tappa del loro progetto Don’t Fear the light – Minimalist Dream House Quartet, ponte tra minimalismo e rock. Nel programma della serata musiche di Steve Reich, Philip Glass, Timo Andres, la prima composizione classica di Thom Yorke e le prime nazionali e mondiali di brani di Chalmin e di Dessner.

Il 28 Settembre un doppio concerto affianca la “continous music” di Lubomyr Melnyk, “il pianista più veloce al mondo”, ai loop immersivi ed ipnotici di Craig Leon, il compositore noto per aver lanciato, tra gli altri, i Ramones e i Blondie. Vanessa Wagner e Murcof reinterpretano con Statea, il 29 settembre, alcune delle pagine musicali più importanti del Novecento. Doppio l’appuntamento con il Parco della Musica Contemporanea Ensemble diretto da Tonino Battista impegnato in due ritratti dedicati a Ivan Fedele e Louis Adriessen rispettivamente il 7 novembre e il 17 novembre. Ancora musica contemporanea con l’Associazione Audior che il 12 e il 13 ottobre dedica un concerto alla compositrice Elzbieta Sikora e alla sua musica acusmatica. Il 19 novembre Giovanni Andreotta e Francesco Mansutti con la collaborazione di Lucia Ronchetti presentano Rivale, film costruito sull’omonima opera presentata dalla compositrice italiana durante la 70° Sagra Musicale Malatestiana. L’Opificio Romaeuropa, infine, ospita il 20 ottobre il concerto di Fabrizio Ottaviucci dedicato alla Treatise di Cornelius Cardew: una partitura grafica di 193 pagine realizzata tra il 1963 e il 1968 che stimola l’interprete a concepire idee e forme musicali nuove. Teatro musicale il 26 e il 27 settembre al Mattatoio con l’artista fiammingo Hans Op de Beeck che insieme al quartetto di sax BL!NDMAN diretto da Eric Sleichim racconta in The Valley la banalità della violenza, Andrea Liberovici con lo Shallfeld Ensemble ed Helga Davis costruisce, invece, un’opera contemporanea dedicata al tema della bellezza mentre il 26 e 27 ottobre, al Teatro Biblioteca Quarticciolo, sarà protagonista la compagnia Bartolini/Baronio con una performance-concerto costruita intorno al tema della casa per una narrazione musicale in grado di indagare in profondità il senso del verbo “abitare”.

IL GRAN FINALE DEL REF19 Ancora musica con il Gran Finale del Romaeuropa Festival 2019 realizzato in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma. Il 24 novembre tutte le sale dell’Auditorium Parco della Musica saranno coinvolte in una serata di concerti, una line-up d’eccezione composta dall’atteso ritorno di Ryuichi Sakamoto (al fianco di Alva Noto per presentare Two) coinvolto anche in uno speciale omaggio al grande regista Bernardo Bertolucci; Christian Fennesz impegnato al fianco dei visuals di Lillevan nella presentazione del suo ultimo disco Agorà, il pianista e compositore Chassol con il suo Ludi e l’attrice e cantante, “statuaria, superba, elegante” Fatoumata Diawara.

DIGITALIVE Alle sculture digitali e alle tribù del virtuale è dedicata la sezione Digitalive curata da Federica Patti: una tre-giorni di programmazione, dal 4 al 6 ottobre negli spazi del Mattatoio, oltre ogni categoria disciplinare o classificazione di genere che vede protagonisti Marco Donnarumma e Margherita Pevere, Jacopo Battaglia, Luca T.Mai, Massimo Pupillo e Lorenzo Stecconi di Zu, Mara Oscar Cassiani, Ultravioletto, Enrico Malatesta che esegue le musiche di Eliane Radigue, Maria Di Stefano, Franz Rosati, Sandra Mason, i progetti in collaborazione con il premio Re:Humanism e l’Accademia RUFA, e infine due guest star come il performer e coreografo giapponese Hiroaki Umeda e la promessa dell’elettronica internazionale Nicolas Jaar impegnato in una “durational performance” al fianco della danzatrice messicana Stephanie Janaina e in un Workshop dedicato ai bambini presso la Scuola di Musica Popolare di Testaccio (ponte ideale con Kids + Family). Opere luminose e digitali sono, infine, quelle pensate dagli artisti Gyula Várnai e Quiet Ensemble sulle linee architettoniche della Sala Santa Rita di Roma. Al Palazzo delle Esposizioni il regista Giulio Boato presenta Shiro Takatani. Between nature and technology, il suo documentario dedicato all’artista giapponese, tra i fondatori di Dumb Type, pioniere e ancora tra gli artisti più all’avanguardia per il rapporto tra arte e nuove tecnologie. A introdurre il film sarà lo stesso regista al fianco di un altro artista d’eccezione come Ryuichi Sakamoto. Digitalive sarà anticipato da un calendario di talk e appuntamenti (Waiting for Digitalive) tra i quali un incontro con Hiroaki Umeda presso NABA – Nuova Accademia di Belle Arti il 2 ottobre e un talk, il 3 ottobre, con i The Pills, comici e youtuber di culto lanciati dalla webserie THEPILLSeries pubblicata proprio su YouTube. Grazie al sodalizio tra l’Accademia Tedesca di Roma e la Fondazione Romaeuropa, Jasss – Silvia Jiménez Alvarez – borsista 2019 di Villa Massimo, sarà, infine, protagonista del dj set di chiusura del sabato notte di Digitalive, il 5 ottobre al Mattatoio.

EXHIBIT – ARTI VISIVE Con l’opera video Staging Silence (3), dal 26 al 29 settembre, Hans Op de Beeck è presente anche nella sezione del REf19 dedicata alle arti visive grazie alla collaborazione con Galleria Continua e al prezioso sostegno di Flanders State of the Art con i quali Romaeuropa presenta anche tre opere dall’artista africano Pascale Marthine Tayou: Arbre de vie, Open Wall e Big Jumps, un murale realizzato su Piazza Orazio Giustiniani appositamente per il REf19 come regalo alla città di Roma (preview stampa 15 settembre, vernissage il 26). La mostra The Rythm of the brain curata da Achille Bonito Oliva e Melania Rossi e prodotta dalla Fondazione Elena e Claudio Cerasi e CoopCulture per Palazzo Merulana, in collaborazione con la galleria Magazzino ospita opere inedite di Jan Fabre, video di alcune sue celebri performance, e opere realizzate ad hoc.

KIDS+FAMILY Vero e proprio festival nel festival, Kids + Family a cura di Stefania Lo Giudice, trasforma dall’8 al 24 novembre il Mattatoio in uno spazio interamente dedicato ai bambini e alle loro famiglie costruendo una programmazione parallela di danza, musica, teatro e arti visive, talk, laboratori e attività ludiche gratuite, inaugurate, il 9 novembre, dalla parata per burattini giganti della compagnia Les Grandes Personnes che invaderà gli spazi di Testaccio con le storie di enormi personaggi costruiti con cartapesta e materiali poveri e ispirati all’immaginario messicano. Fanno parte della programmazione di REf Kids + Family Riccardo Nova impegnato con Giacomo Costantini in una rilettura di Atto senza parole di Samuel Beckett tra nuovo circo e musica contemporanea, le acrobazie di Bigup Circo e le missioni spaziali di Giorgio Bertolotti e Petr Forman, il teatro di figura di teatrodelleapparizioni e del Teatro delle marionette di Ljublijana, la favola di OZ riletta da Fanny & Alexander, la danza dedicata ad Alice nel paese delle meraviglie della compagnia olandese de Stilte e ancora gli spettacoli musicali di Zonzo Compagnie e OORKAAM oltre al tappeto multimediale di Officine K. Collaborano alla costruzione del playground di REfKids, spazio ludico e ad accesso gratuito della rassegna: GRAF/Maria Carmela Milano, Associazione K_Alma e Roberto Capone/Associazione Perfareungioco, Valentina Pagliarini__Katrièm e Simone Memè, OrecchioAcerbo/Else edizioni, Ottimomassimo, Camilla Andreani/midorj/reschimica, CineMini a cura di Roma Creative Contest, Internazionale Kids e Rai Porte Aperte. Per avvicinarsi a questa edizione un Waiting for REfKids propone un calendario di attività da settembre a novembre dedicate ai bambini e alle famiglie che coinvolge Roma Creative Contest, Vivi Bistrot a Villa Pamphili, Wave Market Fair, Casina di Raffaello a Villa Borghese per chiudersi al Mercato di Testaccio pochi giorni prima dell’apertura della rassegna.

COMMUNITY Oltre alla presentazione di Realismo Globale di Milo Rau (23 settembre) la community del REf19 si articola in attività di formazione e talk pubblici. Cartoline da Tripoli è il titolo dell’incontro realizzato in collaborazione con Internazionale che vedrà protagonista il 16 ottobre Khalifa Abo Khraisse, scrittore, giornalista e cineasta libico nato nel 1983 a Tripoli-Libia e corrispondente per il magazine per il quale cura l’omonima rubrica e realizza reportage tra la Libia e l’Italia. Al suo fianco la giornalista Francesca Sibani e la compagnia La Ballata dei Lenna.

Post-it, il ciclo di incontri al termine degli spettacoli realizzato in collaborazione con Rai Radio 3 analizza, quest’anno, il rapporto tra scena e “testi” a partire dal confronto con Opening Night di Cassavetes e della messa in scena del regista Cyril Teste che il 28 settembre dialogherà con Chloé Siganos, Addetta culturale dell’Institut Français Italia. Il nuovo allestimento de La rivolta degli oggetti de La Gaia Scienza permetterà di riflettere non solo sul rapporto con l’omonimo poema di Majakovskij e sulla rivoluzione teatrale di cui lo spettacolo fu manifesto ma anche di confrontare periodi storici e generazioni differenti in un dialogo che il 17 ottobre sarà condotto da Massimo Pasquini, ex organizzatore della compagnia. Con Julien Gosselin dialoga il 25 ottobre la scrittrice Chiara Valerio entrando nelle maglie della novella Falce e Martello di DonDelillo e della trasposizione teatrale realizzata dal giovane regista. Ascanio Celestini il 9 novembre approfondirà il suo discorso intorno a Barzellette tra libro (Einaudi) e scena. Infine un momento dedicato alla danza, il 9 ottobre, con la presentazione del volume La danza, organizzare per creare alla presenza degli autori Gerarda Ventura e Alessandro Pontremoli, di Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino.

FamiglieREf(Kids) e SpecialiREf sono i due progetti presentati da Casa dello spettatore per coinvolgere genitori, bambini e adolescenti avvicinandoli alla visione teatrale; Viewers & Players è il titolo del progetti di alternanza scuola-lavoro proposto dalla Fondazione Romaeuropa per offrire agli studenti delle scuole superiori la possibilità di conoscere il festival dall’interno partendo dalla visione e dallo story-telling digitale e di uno dei suoi eventi. MAXXI A[R]T WORK è invece il progetto di alternanza scuola-lavoro realizzato dal museo di arte contemporanea in collaborazione con il REF: 6 incontri da 50 ore tra laboratori, simulazione e workshop per sperimentare le professioni legate ai beni culturali. Altrettanti percorsi sono creati con l’Accademia di Belle Arti, l’Accademia di Danza e la Facoltà di Architettura de La Sapienza, oltre all’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio d’Amico i cui allievi del terzo anno di recitazione parteciperanno attivamente alla costruzione della performance site specific Forse c’è abbastanza cielo su questi prati, presentata da Enzo Cosimi in prima assoluta il 30 ottobre al Mattatoio.

Alla generazione Under35 sono dedicati i premi DNAappunticoreografici (sostegno ai giovani coreografi italiani), Sound of Silences (concorso internazionale di composizione musicale per le immagini realizzato con Studio Edison, con la Cineteca di Bologna e con il sostegno di SIAE) e gli appuntamenti con Underground Memoirs di Maria Giulia Serantoni, vincitrice del concorso Vivo d’Arte (dedicato agli artisti italiani residenti all’estero e realizzato in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) e con Can you hearT me? di Lorenzo Ponte, Clio Saccà ed Eleonora Paris, progetto vincitore della seconda edizione del premio Macerata Opera 4.0 (in collaborazione con Macerata Opera Festival).

Infine due novità del Festival dedicate alla sua “community”: Passepartout, la formula che permette di attraversare in massima libertà il festival e di costruire il proprio personale abbonamento attraverso pacchetti di “coins” e Young Bigliettino, progetto rivolto agli under 25 con apposite politiche di pricing, biglietti last minutes e iniziative realizzate in collaborazione con i ragazzi e le ragazze della redazione di Scomodo.

Il REf19 è prodotto dalla Fondazione Romaeuropa in corealizzazione con la Fondazione Musica per Roma, il Teatro di Roma, l’Azienda Speciale Palaexpo – Mattatoio, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con il contributo di Fondazione Elena e Claudio Cerasi, dutch performing arts, la Fondazione Nuovi Mecenati, l’Institut Français e La Francia in Scena, l’Oficina Cultural Embajada De España, AC/E Acción Cultural Española, Istituto Cervantes, l’Istituto Giapponese di Cultura, il Goethe-Institut, il British Council e l’Ambasciata Britannica, l’Istituto Polacco a Roma, l’Istituto Belassi dell’Accademia di Ungheria in Roma oltre alla rete Aerowaves – Dance Across Europe cofinanziata nell’ambito del programma Europa Creativa; in collaborazione con Palazzo Merulana, Coopculture, Galleria Continua e Magazzino.

REf19 è patrocinato da numerose ambasciate internazionali: l’Ambasciata del Brasile, l’Ambasciata di Spagna in Italia, l’Ambasciata di Francia, l’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma, l’Ambasciata del Giappone l’Ambasciata del Messico, l’Ambasciata d’Olanda, l’Ambasciata della Repubblica di Slovenia a Roma, l’Ambasciata di Tunisia a Roma, l’Ambasciata d’Ungheria a Roma ed è realizzato in network con Farnesina – Ministero degli Affari Esteri e della Coperazione Internazionale (per il premio Vivo D’Arte), Cango, Casa della Danza – Bassano del Grappa, L’Arboreto – Teatro dimora di Mondaino, Gender Bender, Triennale Teatro dell’Arte (per il premio DNAppunti coreografici), Macerata Opera Festival (per il premio Opera 4.0), Edison Studio, Cineteca di Bologna e SIAE (per il premio Sound Of Silences), Alan Advantage (per Re:Humanism), Villa Medici – Accademia di Francia a Roma, Nuova Consonanza, Torinodanza, Festival Aperto, Carrozzerie | n.o.t, MAXXI – Museo Nazionale delle arti del XXI secolo, Teatro Biblioteca Quarticciolo e Sala Santa Rita. Sono partner della Community del festival: il Dipartimento di Pianificazione Design e Tecnologia dell’Architettura de La Sapienza, l’Università degli studi Roma Tre, l’Accademia Nazionale di Danza, l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, l’Accademia di Belle Arti di Roma, RUFA – University of Fine Arts, Casa dello Spettatore, Internazionale, Spotify.