Nel 2022 vini, spiriti e aceti valgono 17 mld, export oltre 9 mld

Federvini: comparto rappresenta il 22% export italiano "food e beverage"

MAR 8, 2023 -

Milano, 8 mar. (askanews) – Nel 2022 il comparto “vini, spiriti e aceti” rappresentato da Federvini ha registrato un fatturato di oltre 17 miliardi di euro ed esportazioni per oltre 9 miliardi, il 22% del totale dell’export del food and beverage italiano. E’ quanto emerge da uno studio dell’Osservatorio Federvini in collaborazione con Nomisma e Tradelab, che evidenzia che si tratta di un comparto con circa 2.300 imprese e 30mila occupati, senza considerare l’indotto. Secondo le elaborazioni di Nomisma, le vendite di vino nel canale Gdo italiano nel 2022 “si confermano in flessione del -1,8% rispetto al 2021”. “Soffre soprattutto la categoria fermi e frizzanti che l’anno scorso ha registrato un -6,9%, rispetto al -2,2% del 2021, su cui incide significativamente il calo delle referenze Doc e Docg (-8,1%) e Igt (-7,6%)”. Positivi nel complesso i dati sull’export dei vini verso Paesi quali Regno Unito (+51,4%), Giappone (+25,1%), Canada (+17,9%), Australia (+17,4%), Stati Uniti (+15,6%) e Francia (+15%). Per quanto riguarda gli spirits, il rapporto evidenzia nel 2022 una leggera contrazione nella Gdo italiana, -0,6%, con un +0,7% di distillati e acquaviti, un -4,8% degli amari, un -5,6% dei liquori dolci, mentre il gin continua a crescere sia in volume che in valore. Nel periodo gennaio-ottobre 2022 l’export delle bevande spiritose ha fatto registrare un +29% rispetto allo stesso periodo del 2021, trainato dalla Grappa (+23%). Nel complesso le performance migliori sono state registrate negli Usa dove la categoria liquori registra +38% sul 2021, e in Germania dove la Grappa è sempre più richiesta +33%. Secondo le elaborazioni di TradeLab, il mercato dei consumi fuori casa chiude il 2022 a 93 miliardi, superando il dato pre pandemia del 2019 (85 miliardi) e segnando un +33% per valore di mercato, con un picco nel Q1 del 2022 (+105% su Q1 2021) dove ancora incidevano le restrizioni pandemiche. Pranzo e cena generano il 75% dell’incremento complessivo del consumo di vino, mentre gli spirits crescono sia in versione liscia (+88%) che in quella cocktail (+32%). Tradelab ha rilevato che il 98% dei bar (146.803) trattano le bevande spiritose, contribuendo per il 13% al fatturato complessivo di circa 2,6 miliardi di euro. Il 93% dei ristoranti (142.120) somministra spiriti con oltre 200 milioni di consumazioni, e nei ristoranti di fascia alta il 20% dei pranzi e delle cene vengono accompagnati dagli spirits. “Abbiamo chiuso un 2022 in crescita nei valori delle esportazioni, con una buona ripresa dei consumi fuori casa anche per effetto delle riaperture post pandemia ma con un andamento preoccupante sul canale Gdo del mercato interno dove a soffrire sono stati soprattutto i prodotti premium” ha dichiarato la presidente di Federvini, Micaela Pallini, che ha spiegato che “le previsioni per il 2023 non sono incoraggianti: da un lato il mercato interno è segnato da alti valori di inflazione e bassa crescita del Pil, e dall’altro subiamo un attacco senza precedenti alla reputazione dei nostri settori per la tendenza a livello internazionale di non distinguere tra consumo e abuso di alcol”.