Vino, oltre metà del fatturato dell’Amarone (300 mln) viene dall’horeca

Indagine di Nomisma Wine Monitor per il Consorzio: nel 2022 calo in Gdo

FEB 4, 2023 -

Milano, 4 feb. (askanews) – Oltre la metà del fatturato complessivo dell’Amarone (circa 300 milioni di euro) arriva dall’horeca, un partner del vino che lo scorso anno grazie a turismo e riaperture ha rappresentato una spinta decisiva per il prodotto enologico, a fronte di un calo delle vendite nella grande distribuzione. Lo rivela l’indagine realizzata da Nomisma Wine Monitor per il Consorzio tutela vini Valpolicella e diffusa oggi in apertura di “Amarone Opera Prima” a Verona, la due giorni di punta della Denominazione a cui partecipano 64 aziende che presentano l’annata 2018. Sulla piazza interna, il fatturato della ristorazione nei primi nove mesi del 2022 ha registrato una crescita tendenziale del 47%, a tutto vantaggio degli ordini di vino. L’indagine sul posizionamento dei vini della Valpolicella presso il consumatore italiano, realizzata da Wine Monitor su un campione di 1000 consumatori, inquadra tutta la centralità del canale horeca tra gli enoappassionati, con il 54% degli italiani che negli ultimi due-tre anni ha consumato i prodotti della denominazione veronese, e il 43% lo ha fatto anche nei ristoranti. Tra questi, il 26% si dichiara consumatore abituale (2-3 volte a settimana). È invece del 29% la quota di italiani (in prevalenza maschi, millennial, dirigenti/imprenditori) che ha bevuto Amarone fuori casa con una spesa media dichiarata di circa 40 euro, un prezzo che per 7 su 10 è ritenuto corretto. Un rapporto, quello tra clienti e Amarone, considerato “privilegiato” nel 51% dei casi, e per le occasioni speciali o formali (28%). “Il sistema Valpolicella, Amarone in primis, non può prescindere dalla ristorazione, che era e rimane il canale privilegiato dei nostri vini” ha commentato il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini, sottolineando che “per questo, dopo anni di forti limitazioni siamo contenti di essere tornati a lavorare a pieno regime con chi ha contribuito in maniera determinante alla crescita del nostro territorio”. Nel complesso, i vini della Valpolicella riscuotono una valutazione a cavallo tra ottima e buona nel 76% delle risposte, grazie anche alla versatilità dell’offerta in rapporto alla cucina e alle occasioni di consumo. Sostanzialmente positivo anche il rapporto qualità prezzo, ritenuto insufficiente solo dal 5% del campione. Infine, per il 41% del campione, l’offerta della denominazione negli ultimi anni è migliorata (invariata per il 42%) tanto da divenire oggetto di raccomandazione presso amici e parenti in 8 casi su 10. Infine, per quanto riguarda il 2023, tra le persone intervistate prevale la voglia di sperimentare aziende meno note, con i fattori di scelta legati anche ai prodotti biologici e sostenibili, oltre al brand aziendale.