Giustizia, Meliadò: effetti paralizzanti da riforma Cartabia

"Aumenta il flusso dei processi con priorità di trattazione"

GEN 28, 2023 -

Roma, 28 gen. (askanews) – “Non aiutano nel recupero dei tempi e dell’arretrato della giustizia penale i più recenti interventi normativi, ed in particolare il regime dell’improcedibilità (con la conseguente necessaria definizione entro il biennio dei processi che riguardano tutti i reati commessi dal primo gennaio 2020) introdotto dalla Riforma Cartabia, che desta gravi preoccupazioni nella Corte di appello di Roma; preoccupazioni che si accentuano con il passare del tempo e con la progressiva concreta attuazione della riforma”. Lo afferma il presidente della corte d’appello di Roma, Giuseppe Meliadò, in un passo della sua relazione all’apertura dell’anno giudiziario. Sempre secondo il magistrato “sta continuamente aumentando il flusso dei processi con priorità di trattazione, sol perché relativi a reati commessi dal primo gennaio 2020, e diminuisce, in parallelo, la possibilità di definire i procedimenti per reati commessi in tempi ben più datati, ed anche se più gravi per la natura delle imputazioni e per l’allarme sociale che producono”. Perché “in una realtà quale quella di Roma, ciò potrebbero prevenirsi solo ove si potesse eliminare in tempi ravvicinati, grazie a un aumento straordinario dell’organico della Corte, l’arretrato nel tempo sedimentatosi, facendo decollare la riforma con minime giacenze. Diversamente, nell’arco di pochi anni, la riforma rischia di produrre effetti sicuramente paralizzanti per la giurisdizione penale”.