Le Marche puntano sulle “Hydrogen Valleys”, con bando Pnrr Regione

Finanziato con 14 milioni di euro

GEN 24, 2023 -

Roma, 24 gen. (askanews) – Idrogeno “Made in Marche” per l’industria e per il trasporto pubblico locale, senza tralasciare la possibilità di utilizzarlo anche per produrre biometano o gas sintetico naturale (quest’ultimo valida alternativa sostenibile per la mobilità e l’elettrificazione di zone rurali o isolate). È l’obiettivo della Regione Marche che, a breve, emanerà un bando finanziato con 14 milioni di euro del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Dopo una ricognizione sul territorio, volta a valutare l’interesse imprenditoriale a investire sull’idrogeno verde, sono emerse le potenzialità per sviluppare linee di produzione e di distribuzione locale. Viste le premesse e l’interesse imprenditoriale, la Regione ha partecipato alla ripartizione nazionale dei 450 milioni di euro del Pnrr disponibili per la produzione locale di idrogeno nelle aree industriali dismesse, finalizzati a creare le cosiddette “Hydrogen Valleys”: aree industriali con economia in parte basata sull’idrogeno. La ripartizione ha assegnato alle Marche 14 milioni sulla base dei criteri stabiliti a livello nazionale (valore aggiunto della produzione dell’industria manifatturiera, popolazione residente, consumi di energia da fonte rinnovabile sui consumi finali). “Le Marche puntano a ricoprire un ruolo trainante nella transizione energetica del nostro Paese”, ha dichiarato l’assessore all’Energia Andrea Maria Antonini, nella conferenza stampa di presentazione del bando. L’idrogeno verde rappresenta una variante pulita dell’idrogeno. Non presente in natura, si produce attraverso fonti rinnovabili, senza generare inquinanti. “Le Marche saranno protagoniste del processo di decarbonizzazione delle fonti energetiche nazionali, in linea con la programmazione europea – ha ribadito Antonini – È un decennio che l’Italia soffre sul fronte delle politiche energetiche. Una carenza emersa prepotentemente proprio a seguito del conflitto ucraino che ha evidenziato scarsità di fonti e alti costi delle forniture. Ora c’è una rinnovata spinta a diversificare, grazie alle risorse del Pnrr”. (segue)