Lacrime e rabbia ai funerali di Omar Neffati, l’attivista che lottava per la cittadinanza italiana

Il portavoce di Italiani senza cittadinanza si è tolto la vita a 27 anni

GEN 14, 2023 -

Roma, 14 gen. (askanews) – Commozione, tristezza, lacrime ma anche disperazione e rabbia ai funerali di Omar Neffati, portavoce del movimento Italiani senza cittadinanza, che si sono svolti al cimitero Flaminio di Roma. Il giovane attivista si è tolto la vita giovedì a Sutri. Aveva 27 anni. Familiari, la madre e la sorella, accanto agli amici e ai tanti che con Omar condividevano le battaglie. Stretti nel dolore per la sua perdita. “Un ragazzo che si è battuto in prima persona essendo fra i fondatori del Movimento. Era in Italia da quando aveva sei mesi e a 27 anni ancora non aveva la cittadinanza; questo gli ha precluso moltissime opportunità. Non è solo una questione di documenti ma di sentirsi cittadini di serie B, esclusi dalla società. Questo ha un impatto enorme sulla vita di una persona”, ha detto Lucia Ghebreghiorges, sostenitrice del movimento. “Protagonista di tante battaglie nei movimenti giovanili e studenteschi. Esprimiamo la nostra vicinanza alla sua famiglia, ai compagni e compagne con cui abbiamo condiviso tante iniziative, manifestazioni e incontri in cui Omar era sempre in prima fila a rivendicare i diritti degli italiani senza cittadinanza”, ha ricordato l’Arci Viterbo. Neffati era nato in Tunisia ed era venuto in Italia a sei mesi con la famiglia. Moltissime le persone commosse e attonite, soprattutto giovani, presenti alla cerimonia: Omar era impegnato su molteplici fronti sociali, era vicino alla Cgil, alla Rete degli studenti medi e universitari, all’Arci, all’Anpi. Il suo attivismo, il suo entusiasmo avevano toccato moltissime vite. All’arrivo della bara gli amici hanno intonato Bella Ciao. Tanti i messaggi di cordoglio lasciati anche sul profilo Facebook di Omar, di amici che lo ricordano e di tante realtà e associazioni con cui aveva collaborato. L’Associazione nazionale partigiani di Frosinone sottolinea: “Omar è morto senza essere cittadino italiano”; e ricorda le sue parole: “Non posso partecipare ai concorsi, votare, andare in Erasmus. Anche se io a scuola, all’università, ci sono andato come voi. Mi vengono negati diritti elementari, sono considerato un cittadino serie B e sono costretto ogni volta a rinnovare il permesso di soggiorno”. “Eccole le parole di Omar – sottolinea nel post il Comitato provinciale Anpi di Frosinone – cariche di dolore nella loro verità. Parole che nella sua breve vita ha ripetuto su ogni palco che gli veniva messo a disposizione. L’Anpi di Frosinone si unisce al cordoglio per la morte di Omar, condividendo il dolore di tutte le comunità che con lui hanno condiviso l’impegno e la lotta per costruire un mondo più giusto. Ci lascia il compito di continuare ad impegnarci insieme alle tante ragazze e ai tanti ragazzi che chiedono da anni di poter essere quello che già sono: cittadine e cittadini italiani”. Aqu/Gtu