Rischio nucleare e pandemia, lo studio: Italia deve fare di più

Rapporto finale Cbrn-Italy coordinato da de Guttry (Sant'Anna)

NOV 24, 2022 -

Firenze, 24 nov. (askanews) – “Alcune significative criticità del sistema Italia di fronte a rischi chimici, biologici, radio-nucleari” sono evidenziate nel rapporto finale del progetto di ricerca “Cbrn-Italy”, finanziato dal bando Prin 2017 (Progetti di rilevante interesse nazionale) del Ministero dell’istruzione, università e ricerca, con il coordinamento di Andrea de Guttry, professore ordinario di Diritto Internazionale dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Al progetto hanno partecipato ricercatrici e ricercatori delle Università di Firenze, Bologna, Torino. Tra gli scenari presi in esame negli anni di sviluppo del progetto, sono stati inclusi il rischio di terrorismo con agenti chimici, biologici, radio-nucleari, il verificarsi di incidenti industriali o di eventi naturali che portino al loro rilascio e, infine, l’utilizzo di armi chimiche, biologiche radio-nucleari. “Prevenire una crisi sanitaria globale, prepararsi ad affrontare le conseguenze catastrofiche di un’esplosione nucleare, avere un piano per il post-emergenza e il ritorno alla normalità: il diritto internazionale – commenta Andrea de Guttry – stabilisce che, per ognuna di queste situazioni, è necessario adottare misure specifiche” Le “significative criticità del sistema Italia” descritte nel rapporto finale del progetto “Cbrn-Italy” interessano vari ambiti. La prevenzione e la pianificazione delle emergenze dovrebbero essere sostenute da una strategia olistica e multi-rischio per la riduzione del rischio di disastri, che, come previsto dal Sendai Framework (il principale documento di riferimento internazionale sulla riduzione del rischio di disastri adottato nel 2015 e successivamente approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite) avrebbe dovuto essere adottata entro il 2020. Il nuovo Codice della Protezione Civile adottato nel 2018 introduce importanti novità in tema di prevenzione e pianificazione. Tra le principali lacune le ricercatrici e i ricercatori hanno notato, tuttavia, uno scarso coinvolgimento del pubblico nella valutazione del rischio e delle vulnerabilità local. Il rapporto finale segnala anche la necessità di aggiornare e di dare maggiore visibilità al Piano di difesa contro il terrorismo Cbrn. Sempre il rapporto finale evidenzia la necessità di rivedere la normativa interna sulla prevenzione delle gravi malattie a carattere transfrontaliero, per aggiornare la normativa di adattamento ai Regolamenti sanitari internazionali, e alla nuova legislazione europea. La pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova la tenuta di un impianto normativo troppo precario e datato. Sul versante dell’assistenza, soprattutto socio-psicologica alle vittime di eventi Cbrn (siano essi intenzionali, accidentali o naturali) e del reintegro ambientale, durante il progetto sono stati notati divari significativi con le raccomandazioni internazionali.