Donne uccise a Roma, gip: De Pau privo di freni inibitori

La ricostruzione del giudice delle indagini preliminari

NOV 23, 2022 -

Roma, 23 nov. (askanews) – In base agli elementi raccolti si presume che Giandavide De Pau, l’uomo in carcere per l’omicidio di tre donne, “fosse pienamente consapevole dei gravissimi fatti da lui commessi ai danni” delle vittime. Lo scrive il gip del tribunale di Roma, Mara Mattioli, in un passo dell’ordinanza di custodia cautelareemessa dopo l’interrogatorio di convalida in cui, tra l’altro, l’indagato ha scelto di non rispondere. E secondo il giudice “contrariamente a quanto sostenuto” da De Pau, “circa il suo stato di confusione e di non ricordare nulla”, tutti gli elementi raccolti “fanno presumere” il contrario. Perché “La estrema gravità dei fatti commessi in un brevissimo arco temporale ai danni di tre donne durante la consumazione di rapporti sessuali, la particolare efferatezza e brutalità dei tre omicidi, due dei quali addirittura ripresi in diretta dall’indagato” scrive il gip, insieme “ai precedenti da cui lo stesso è gravato, appaiono sintomatici di una personalità particolarmente violenta, aggressiva e priva di freni inibitori e inducono a ritenere elevatissimo, attuale e concreto il pericolo di reiterazione di reati della medesima specie”. E “sussiste il concreto pericolo di fuga tenuto conto della condotta successivamente, posta in essere dall’indagato come sopra specificata, nonché il pericolo di inquinamento probatorio potendo l’indagato, contattare persone a conoscenza dei fatti ancora da escutere (tenuto conto che dopo i fatti sono stati coinvolti una serie di soggetti appartenenti al mondo della prostituzione) ovvero sottrarre elementi di prova fondamentali ai fini di una compiuta ricostruzione dei fatti, avendo già occultato l’arma con la quale ha ucciso le vittime”, sottolinea il magistrato. E “la misura della custodia cautelare in carcere allo stato è proporzionata alla gravità del fatto ed alla sanzione che potrà essere irrogata, né appaiono adeguate misure meno afflittive perché compatibili con la reiterazione di reati specifici; Gli arresti domiciliari non sono parimenti prospettabili stante l’assoluta impossibilità di fare un qualche affidamento sul rispetto volontario delle prescrizioni da parte dell’indagato. L’entità dei fatti esclude la concedibilità all’indagato, in caso di condanna, del beneficio della sospensione condizionale della pena”. Rispetto agli interrogativi emersi negli ultimi giorni l’autovettura di De Pau è stata “coinvolta in un incidente stradale in via dell’Acqua Vergine, tra via Prenestina e via Collatina, ed è stata recuperata da un carroattrezzi e trasportata presso un deposito giudiziaria”. Il sinistro che ha riguardato l’auto è avvenuto il giorno dopo i delitti. La macchina aveva ancora le chiavi inserite nel quadro e, all’interno tra gli oggetti è stato trovato un coltello da cucina sottoposto a sequestro insieme ad altro materiale. E quel coltello, comunque, non sarebbe l’arma del delitto. Le vittime di De Pau sono: le due cittadine cinesi Li Yan Rong, 55 anni; Yang Yun Xia, 45 anni e Marta Castano Torres 65enne colombiana. “Quanto sin qui rappresentato non pone dubbi in ordine al fatto che lo stesso soggetto ripreso dalle telecamere del supermercato Pim di via Riboty entrare alle ore 10.01 nello stabile al numero 28 ed uscire alle ore 10.41 per allontanarsi a piedi, poco dopo (alle ore 11.21) si è recato in via Durazzo a bordo di un’autovettura Toyota IQ di colore melanzana e, dopo aver parcheggiato, è entrato al civico di via Durazzo (11.22) per poi riuscire ed allontanarsi dopo circa 15 minuti (11.39) sempre a bordo dell’autovettura”. E poi “gli esiti dell’ininterrotta attività investigativa svolta successivamente consentono di ritenere certa anche l’identificazione di De Pau come il soggetto ripreso dalle telecamere entrare e uscire dai luoghi in cui sono stati perpetrati i barbari omicidi delle tre donne il 17 novembre 2022 negli orari in cui le stesse venivano uccise”.